Dopo la “tempesta” che l’ha vista coinvolta, con la revoca della sala precedentemente concessa dalla Croce Verde di Fermo per un convegno definito “no-vax”, l’associazione Indaco ha deciso di replicare alle accuse veicolate via social, facendo conoscere pubblicamente la propria posizione in merito alla vicenda. “Perché – sottolineano i responsabili – nonostante il suo ruolo fondamentale in questa storia nessuno ha chiesto informazioni sulla posizione dell’associazione in merito, ma ognuno si è limitato ad esprimere il suo giudizio”.
“Indaco nasce per promuovere il benessere delle famiglie e in particolar modo quello dei bambini, ribadiscono. Da sempre è impegnata sul territorio con conferenze ed eventi volti ad ascoltare ogni opinione comprese le voci fuori dal coro affinché possano nascere dibattiti civili e costruttivi. Con l’idea che si debba smettere di seguire la massa senza farsi troppe domande e si inizi pensare con la propria testa e a creare opinioni personali senza condizionamenti. Riteniamo sia essenziale che i bambini (gli adulti di domani) crescano avendo dentro senso critico e plurale alimentato dalla curiosità.
Il convegno di sabato era l’ennesima occasione organizzata per aprire un confronto su temi piuttosto caldi in questo periodo: l’associazione come sempre non si schiera da nessuna parte, è apolitica e apartitica, vuole solo mettere alla luce dei fatti per invitare ad una riflessione, ad un dibattito e alla possibilità di crescere insieme senza schierarsi né creare lotte o guerre ma stando insieme discutendo, formulando opinioni e continuando a fare ricerche perché crediamo che queste siano le basi per un mondo nuovo.
Purtroppo invece si è innescata l’ennesima miccia come sempre ultimamente poi sui social, dove si perde lo spirito di ogni affermazione. Ci si schiera semplicemente tra pro e contro e si innescano inutili polemiche.
Secondo il nostro spirito invitiamo quindi a spegnere i social e venire fisicamente al prossimo incontro che l’associazione organizzerà, per discutere insieme con spirito di condivisione di questi temi a volte anche così spinosi da creare tanto scalpore, perché siamo convinti che oggi sono troppi i disagi e le difficoltà per chiudere la porta di casa e far finta che tutto questo non esista”.
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