Pieno sostegno alla dirigente Margherita Bonanni, al corpo insegnante e a tutto il personale Ata da parte dell’associazione ex Allievi che, in una nota, spiega le ragioni dell’intervento. “Non possiamo assolutamente entrare nella scelta della Magistratura di mettere sotto sequestro il Triennio in quanto la sicurezza dei nostri ragazzi, dei professori e di tutto il personale ha un valore assoluto e possiamo affermare che nel crollo del tetto siamo stati ‘miracolati’ e spesso la fortuna non sempre si ripete. L’augurio principale è che le perizie abbiamo una corsia preferenziale e veloce per accertare i fatti e far ripartire in maniera importante e completa i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, che dovrebbero riguardare non solo il Triennio ma molto di più, per dare al Montani di nuovo quella luce, quella missione formativa di cui è garante da oltre 165 anni.
Da anni il nostro Istituto ha dato il proprio spazio ad altre scuole, a partire dall’edificio di chimica estirpato per concederlo all’attuale Ipsia. Tutto il lavoro svolto dalla dirigente Bonanni, dal corpo insegnante e dalla continua richiesta di tecnici ha notevolmente aumentato il numero degli studenti che hanno scelto il Montani per il loro percorso formativo. Ciò dimostra che con l’impegno di tutti, e ci permettiamo di essere inclusi anche noi ex Allievi in questo percorso, si può far bene, non solo per gli studenti, ma per l’industria italiana, ancora seconda potenza manifatturiera in Europa.
Vogliamo inoltre ricordare a tutti i fermani che per tantissimi anni questo istituto ha aiutato moltissime famiglie a sostenersi, affittando camere e locali ai numerosi studenti che venivano da fuori. Fermo per anni è stato un punto di riferimento formativo per tutta la regione, per le regioni limitrofe e per anni anche numerosi studenti nigeriani e non solo hanno solcato l’ingresso del nostro istituto.
Chiediamo come ex allievi ai fermani di non sottovalutare i fatti odierni del nostro Istituto, chiediamo di essere attenti agli sviluppi, in quanto diamo sempre tutto per scontato.
Allora tutto questo merita rispetto. Chiediamo di non essere sordi alle richieste del mercato del lavoro. Nei prossimi anni occorreranno oltre 50.000 tecnici e di eccellenza. Occorre ripristinare una alta cultura, non solo tecnica, molto più ampia per competere con le imminenti e future sfide della globalizzazione.
Visti i grandi successi riportati da molti ragazzi del Montani, non solo in materie tecniche, grazie al loro impegno e a quello del corpo docente, la strada della qualità formativa è già tracciata da tempo. Il modello Montani funziona”.
Cosa occorre, quindi, e cosa suggerisce l’associazione alla politica locale, provinciale, regionale e nazionale? “Nel piano della ristrutturazione-manutenzione degli opifici del Montani occorre inserire la ristrutturazione delle vecchie officine, quelle di fianco al Miti per intenderci, e di prendere in esame seriamente il nostro progetto ‘GI-LAB 1550mq di intelligenza’, innovativo e sicuramente quello che serve al tessuto produttivo attuale nel portare l’Italia ai massimi livelli di qualità produttiva.
Non dobbiamo mai dimenticare che tutto parte dalla formazione, da quando si incide nel percorso formativo nel dare ai ragazzi la curiosità, la voglia di fare e per chi sceglie una scuola tecnica gli spazi, i laboratori sono una parte della vera ricchezza formativa. Il Montani non ha bisogno di spazi lontani dal suo cuore, dal centro di Piazzetta; di spazi ne ha a sufficienza, bisogna solamente ripristinarli. Ovviamente tutto ha un costo, costruire su nuovi opifici è molto più semplice, ma cosa resterà al centro storico di Fermo? Il costo dell’emergenza supererà di molto quello della ristrutturazione. Prevedere è meglio che curare. Concludiamo dicendo che noi ex allievi siamo disponibili a spiegare meglio il nostro progetto, che mira veramente a riportare il Modello Montani al percorso formativo di primo livello”.
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