L’arcivescovo Pennacchio torna
a celebrare messa in carcere:
“Speranza e coraggio”, il conforto ai detenuti

FERMO - Il messaggio di monsignor Pennacchio: "Io dico che la reclusione può diventare occasione e storia di salvezza. Non perdete mai la speranza, non perdete il coraggio"

“Un cerimonia piccola, intima e raccolta, organizzata nella palestra del carcere di Fermo per cominciare a pregare per il Natale che arriva. Non dimentica le fragilità e la sofferenza l’arcivescovo Rocco Pennacchio e torna volentieri tra le persone detenute, un altare si improvvisa facilmente anche sopra un tavolo di plastica perché l’importante è la parola, la consolazione, la vicinanza. In tanti si sono raccolti attorno all’arcivescovo accompagnato da don Michele Rogante che si occupa tutto l’anno delle esigenze spirituali dei detenuti.

L’arcivescovo Rocco Pennacchio e, al suo fianco, don Michele Rogante

“La direttrice della casa di reclusione fermana, Eleonora Consoli – – fanno sapere dal carcere – ha voluto invitare tutte le persone che contribuiscono a rendere più umana e sopportabile la carcerazione, nel costruire una possibile rinascita. Il sindaco Paolo Calcinaro ha partecipato con l’assessore ai servizi sociali Mirco Giampieri, e con l’amministratore delegato di Carifermo, Alessandra Vitali Rosati che ha sostenuto a più riprese l’attività del carcere e non è voluta mancare alla celebrazione per gli auguri. Così come c’era la presidente di Soroptimist, Loredana Dionisi, che ha sostenuto soprattutto iniziative a supporto dei figli dei detenuti e degli ambienti nei quali accoglierli. Presenti l’ordine dei Cavalieri di Marta, con Giordano Torresi, e gli agenti di polizia penitenziaria in servizio a Fermo guidati dalla comandante Loredana Napoli.

Parole di tenerezza e di comprensione da parte dell’arcivescovo Rocco che ha letto il Vangelo e lo ha commentato seduto, ‘perché così ci sentiamo meglio in famiglia. Nella genealogia di Gesù non ci sono sempre dei percorsi regolari, anzi, si incontrano anche donne particolari, c’è una straniera, una prostituta, un figlio nato da un suocero e da una nuora, situazioni che oggi definiremmo inaccettabili. Dio scrive dritto sulle righe storte, le fragilità piccole e grandi non possono essere rimosse. Ecco allora che le infedeltà appartengono alla storia di tutti noi, possono portare a momenti di sofferenza nella privazione della libertà. Io dico che la reclusione può diventare occasione e storia di salvezza. Non perdete mai la speranza, non perdete il coraggio‘.


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