Migranti, i legni del mare
come metafora del naufragio
All’inaugurazione monsignor Pennacchio

FERMO - La mostra all'interno della Chiesa di Sant'Antonio, inaugurata lo scorso 16 dicembre, sarà visitabile tutti i giorni fino al 20 gennaio. Protagonisti anche 3 ragazzi dello Sprar

di Andrea Braconi

Un’idea nata camminando in spiaggia, dove le onde arrivano a depositare tronchi le cui forme, per Loredana Zampacavallo Lubes, sembrano animarsi. Quasi arrivando a parlare. Da qui è nata l’idea di “Legni dal mare, naufraghi del nulla”, un’esposizione che vede le opere della stessa artista affiancarsi alle installazioni di Pierluigi Savini, Serena Dellisanti, Ferruccio Bercich, Valentyna Marchuck e Ferdinando Ghelli.

Ma i veri protagonisti della mostra, inaugurata a Fermo lo scorso 16 dicembre e visitabile nella Chiesa di Sant’Antonio, lungo Viale Trento, sono Abdoulaye, Kebba e Nasir, tre giovani inseriti nei progetti Sprar che hanno contribuito alla realizzazione e all’allestimento della stessa esposizione, unitamente alla galleria d’arte Passepartout.

E all’apertura non poteva mancare monsignor Rocco Pennacchio, che già alla fine di maggio (LEGGI QUI) aveva preso parte all’inaugurazione delle mostre “Aritmie” e “No borders”, sempre all’interno della Chiesa dove celebra messa Don Francesco Monti e sempre curate dallo Sprar.

In quell’occasione, l’arcivescovo aveva lanciato un messaggio chiaro sul tema dei migranti (“Non esiste il prima gli italiani, ma il bisogno della persona”), rilanciato anche domenica ai fedeli e ai curiosi che hanno partecipato all’iniziativa.

La mostra resterà aperta fino al 20 gennaio, tutti i giorni dalle ore 8 alle 17.30.

 

“Non esiste il prima gli italiani ma il bisogno della persona”: monsignor Pennacchio vicino a Sprar e migranti


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