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Dacia Maraini al teatro La Perla
per l’apertura della rassegna ‘Matria’

MONTEGRANARO - La famosissima scrittrice terrà un intervento dal titolo 'Il corpo felice', presso il teatro 'La Perla' di Montegranaro, il 14 febbraio alle ore 21,15

Dacia Maraini

“Matria, la nuova rassegna, con la direttrice artistica Oriana Salvucci, promossa dalla Commissione per le Pari Opportunitá della Regione Marche e dai comuni di Amandola, Colmurano, Montecosaro, Montegranaro, Pedaso, Sarnano, Torre San Patrizio ed Urbisaglia nelle province di Fermo e Macerata, pensata come confronto e percorso conoscitivo dei diritti attivi al femminile per ottenere una nuova consapevolezza di sé e una vera parità di genere, nonché un nuovo modello d‘identità e appartenenza per scalzare la non più calzante locuzione di patria, apre finalmente i battenti – comunicano dall’organizzazione della rassegna – con un ospite d‘eccezione. Infatti sarà protagonista del primo incontro la famosissima scrittrice Dacia Maraini, che terrà un intervento dal titolo ‘Il corpo felice’, presso il teatro ‘La Perla’ di Montegranaro, il 14 febbraio alle ore 21,15.

Dacia Maraini, nata a Fiesole nel 1936, ha vissuto con il padre antropologo fin da piccolissima in Giappone, dove egli studiava la popolazione Hainu. Dopo il dissenso mostrato dalla propria famiglia per l‘asse Roma-Tokyo-Berlino, venne internata con i suoi genitori in un campo di concentramento giapponese, nel quale rimase dal 1946 al 1949.
Tornata prima in Sicilia, poi a Roma, intraprese gli studi letterari, cercando di sopravvivere tra vari lavori e tra i primi tentativi di scrittura. Cominciò in quegli anni ad essere una penna di Nuovi Argomenti e il Mondo, nonché a cimentarsi con le prime sceneggiature teatrali diventate poi celeberrime, come Maria Stuarda e Dialogo di una prostituta con il suo cliente, e con i primi romanzi.
Il successo arriva con questi pezzi di incredibile profondità, con la fondazione del Teatro della Maddalena, e con romanzi come Donna in Guerra, La lunga vita di Marianna Ucría, Buio e Il Treno dell‘ultima notte, che raccontano con incredibile sforzo il rapporto fra donna, voglia di autodeterminazione, libertà e autorità maschile, patria, violenza, e che frutteranno alla scrittrice negli anni i premi letterari Campiello, Vitaliano Brancati, Flaiano e Mediterraneo.
A Matria racconta in un intervento, tramite la sua ultima fatica letteraria dal titolo Il corpo felice, il suo rapporto con il maschile e la necessità per una donna di trovare una nuova identità di sé fuori da questa cultura dominante. La storia parte proprio da Dacia Maraini, costretta a letto per via di una gravidanza difficoltosa, che legge libri su libri e racconta al suo bambino non ancora nato tutte le storie interessanti che le capitano sottomano, gli racconta anche cosa vuol dire lo schiavizzare una donna e tutte le battaglie che ha intenzione di combattere per far sì che questo non avvenga più. Anche se poi la gravidanza peggiora e il bambino viene perduto, Dacia non smette di parlargli, di raccontare a lui, piccolo uomo, cosa vuol dire essere una donna e avere la voglia indomabile di raccontarlo al mondo intero, scardinando stereotipi, concetti radicati ma inadatti e idee gerarchiche”.

 

 


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