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L’ACCORDO
Curare un tumore senza spostarsi è possibile: cresce la rete intelligente tra Fermo e Ancona

SANITÀ - Siglato un nuovo accordo tra Area Vasta 4 e Ospedale regionale Torrette. Alla conferenza presenti il presidente Ceriscioli, il direttore Livini ed il direttore generale Caporossi. "L'obiettivo - ha precisato Caporossi - è che il paziente che sta a Fermo riceva le cure senza spostarsi"

 

di Andrea Braconi

A dicembre l’accordo per la Neurochirurgia. Oggi il sigillo sul fronte oncologico. Si rafforza il rapporto tra l’Area Vasta 4 di Fermo e l’Ospedale generale di Torrette, che già nel tempo ha visto queste due importanti realtà collaborare in maniera fattiva.

E per battezzare questo momento si è mosso anche il presidente della Regione Luca Ceriscioli, presente insieme all’assessore Fabrizio Cesetti.

Di prospettive e servizi ha parlato Licio Livini, direttore dell’Area Vasta 4. “Abbiamo un dato molto importante che ci ha fatto riflettere: in questo territorio c’è un fabbisogno di ricoveri di 26.000 pazienti. Di questi circa 10.000 si vanno a curare da altre parti, per la maggior parte verso Torrette e per un’altra parte minore verso Macerata. Nella maggior parte dei casi si parla di patologie importanti, che coinvolgono anche il nucleo familiare. Questo flusso di gente che si muove per curarsi, infatti, si porta dietro altre situazioni e questo non è giusto. Sarebbe più corretto che avessero le cure sul posto, per questo ci siamo spinti su altri versanti creando collaborazioni e accordi con l’Ospedale regionale di Torrette. Oggi vogliamo riproporre un’altra collaborazione importante per quanto riguarda l’Oncologia”.

“Con Fermo non abbiamo bisogno di rapporti intermedi, ci parliamo e ci mettiamo la faccia, trovando le soluzioni – ha tenuto a rimarcare il direttore generale di Torrette, Michele Caporossi -. Sull’Oncologia il connubio professionale e culturale con la clinica oncologica della nostra università è foriero di tantissimi buoni progetti. Sappiamo di andare verso la medicina di precisione: oggi esistono persone affette da specifiche malattie diverse dalle altre, un concetto generale che si deve estrinsecare attraverso filoni di azione. La parte che riguarda la familiarità delle malattie, fino a qualche anno fa ignorata, nel nostro territorio vede opportunità per tutti. Ricordo l’importante accordo strategico tra Regione Marche e Regione Lombardia, e quindi tra Istituto Nazionale Tumori e Azienda Ospedaliera di Ancona”.

Perché l’obiettivo, ha precisato Caporossi, è che il paziente che sta a Fermo riceva le cure senza spostarsi. “Ci sarà una movimentazione di referti e in questo caso parliamo di una rete intelligente. Entro l’anno potremo annunciare il fatto che nelle Marche avremo un centro oncologico di riferimento a servizio degli altri”.

La dottoressa Rossana Berardi, direttrice della clinica oncologica universitaria, ha spiegato come i valori di sopravvivenza a 5 anni siano più alti nelle regioni che hanno sviluppato questa rete. “Parliamo del 56% di sopravvivenza negli uomini e del 65% nelle donne. Lavoreremo nell’ambito della genetica oncologica, con un incremento notevole delle prestazioni per dare risposte a pazienti e famiglie. Il centro di riferimento regionale, quindi, si apre al territorio. Si fa a Fermo per i rapporti di stima, ma anche per la presenza di professionisti capaci che si sono formati ad Ancona. I pazienti potranno fare la consulenza nel territorio, dove verrà prelevato il campione di sangue che verrà inviato a Torrette. Una volta disponibile il referto, daremo le indicazioni che il paziente potrà seguire nel proprio territorio”.

Altro oggetto dell’accordo è la rete nazionale dei tumori rari (che sono circa il 30%). “Fermo – ha aggiunto la Berardi – annettendosi ad Ancona entrerà a pieno titolo nella rete. E questo accordo prevede anche la possibilità di collaborare per attrarre finanziamenti, fare ricerca insieme oltre che educazione e formazione nei confronti dei più giovani”.

Di inizio di un percorso virtuoso ha parlato il primario Renato Bisonni. “Vogliamo mettere a disposizione tutte le competenze che questa regione può esprimere. È una rete in costruzione, ma vogliamo mettere un mattone importante, a servizio del paziente che avrà la possibilità di rivolgersi a noi piuttosto che andare ad Ancona. Evitiamo così questi movimenti di persone e saremo anche a servizio del territorio vicino. Apriremo anche un ambulatorio specifico nell’ospedale Murri, con una persona specializzata e formata ad Ancona che è la dottoressa Del Prete. È un primo passo e spero con l’Ospedale Riuniti di Ancona se ne possano fare altri. Non vogliamo avere un recinto, ma mettere a disposizione dei nostri pazienti tutte le nostre capacità”.

 

Le conclusioni sono state tirate dal presidente Ceriscioli, che ha affermato come la conferenza stampa ha segnato un punto di grande qualità. “Sempre di più le persone vogliono rivolgersi a centri che garantiscono il massimo. Noi offriamo qui un analogo livello di risposta di centri più importanti. Alla rete non ci si annette ma ci si connette, l’intera rete si rafforza grazie al fatto che ci sia una rete. Spesso scegliamo di andare fuori ma trovando meno qualità, invece è importante sapere cosa offre il territorio in termini di servizi. E oggi raccontiamo di come attivando questa rete sempre più dobbiamo sentire questi servizi come nostri, senza campanilismi”.

Riguardo al nuovo ospedale di Campiglione, Ceriscioli ha ribadito la volontà di metterne a fuoco anche la mission. “Un’ospedale che non è soltanto fatto di mura – ha spiegato -. Vogliamo invece fare in modo che attraverso questa logica di rete sempre più servizi possiamo portarli qui”.

 

 


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