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Il Falstaff di Verdi a Fermo chiude la stagione d’opera firmata Rete Lirica delle Marche

FERMO - Sabato 23 febbraio al teatro dell'Aquila. Il regista Catalano: "Elemento interessante sono i sentimenti dei personaggi nei quali tutti ci riconosciamo".

di Alessandro Giacopetti

Sarà il Falstaff di Giuseppe Verdi a chiudere gli appuntamenti ad abbonamento della stagione al teatro dell’Aquila di Fermo, sabato in prima serata.

La presentazione è avvenuta oggi nella sala Rollina. Ad aprirla il vicesindaco Francesco Trasatti: “terzo appuntamento a Fermo di una stagione che ha potuto contare sulle parole chiave ‘sinergia’ e ‘ottimizzazione delle risorse’. A maggio è confermata l’iniziativa ‘Cantiamo l’Opera’ che fa registrare molte presenze di studenti che arrivano e cantano le arie dopo aver vissuto un periodo di preparazione iniziato a gennaio. E’ uno dei bagagli della Fondazione Rete Lirica delle Marche”, ha ricordato Trasatti nel dare la parola proprio al Direttore della Rete Lirica, Luciano Messi: “Falstaff è la seconda opera di Giuseppe Verdi nel cartellone fermano dopo Il Trovatore. Si tratta di due Verdi molto diversi soprattutto per la struttura musicale, grazie ai quali emerge la sua evoluzione stilistica. Falstaff è un capolavoro immortale sempre attuale. Punta sulle relazioni tra i personaggi che interagiscono”.

Sulla stessa linea Francesco Cilluffo, che dirige la produzione: “Le opere sono state fatte una all’inizio, l’altra alla fine dell’esperienza musicale di Verdi. Il Trovatore è un’opera romantica per eccellenza con una struttura musicale tradizionale. Dopo 40 arriva Falstaff (1893) in cui Verdi volge uno sguardo ironico alla sua vita e al tempo che passa. Un’opera che anticipa il novecento, nella quale si sorride, e che è di facile fruizione anche dai non appassionati d’opera”.

La regia è di Roberto Catalano, anche lui intervenuto nella presentazione: “Si tratta della seconda opera buffa scritta da Giuseppe Verdi, guarda caso realizzate entrambe in momenti dolorosi della sua vita nei quali intorno a lui muoiono persone care. Il personaggio di Falstaff è differente da Amleto – dice Roberto Catalano – perché inventa storie fittizie e accetta l’esistenza così come è, senza porsi le domande profonde e pericolose che si pone, invece, Amleto.

La storia inizia con Falstaff in camera da letto e in camicia da notte che vede un piccolo trenino elettrico attraversare la sua stanza. Si ritrova così nell’Osteria dei Giorni Passati con altri personaggi. Da qui hanno inizio una serie di vicende che giungono alla scena finale, nella quale il letto è tanto grande da contenere tutti i personaggi. Inevitabilmente – secondo Roberto Catalano – ci finiamo anche noi spettatori. L’elemento interessante sono i sentimenti dei personaggi nei quali noi tutti possiamo riconoscerci. E’ un contenitore di vita”.

E’ stato il Direttore della Rete Lirica delle Marche, Luciano Messi ad aggiungere: “Fin dalla creazione la Rete Lirica punta sull’apertura e l’inclusività sia a livello istituzionale, sia artistico, sia prendendo tecnici che già lavoravano nei teatri di Ascoli, Fermo e Fano, integrati con nuovi innesti, di volta in volta, secondo le necessità. In questo ultimo appuntamento della stagione a Fermo faremo un esperimento – ha anticipato Messi – mettendo a disposizione di 15 o 20 spettatori le audio-introduzioni che normalmente usiamo per i non vedenti, le quali racconteranno ambientazioni, costumi, contesto”. Presente alla Rollina anche una parte degli attori impegnati sabato sera al teatro dell’Aquila.

    


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