di Andrea Braconi
L’idea è stata lanciata a Tipicità, tra un convegno e i rituali incontri tra autorità e rappresentanti del mondo della comunicazione. Il Parco Letterario dei Monti Sibillini, al momento, non c’è, ma grazie all’impegno dei Parchi Letterari, diretti da Stanislao De Marsanich, e del comando regionale dei Carabinieri Forestali qualcosa inizia a muoversi. Ne è una riprova l’incontro tenutosi proprio all’interno dei padiglioni del Fermo Forum, al quale hanno preso parte diversi amministratori del territorio.
A spiegare a Cronache Fermane il senso (e l’essenza) di questa iniziativa sono lo stesso De Marsanich ed il comandante regionale Fabrizio Mari.
“Il Parco nascerebbe innanzitutto basandosi su questa volontà comune di far lavorare insieme le riserve naturali statali e gli stessi Parchi Letterari in questo progetto che si chiama Riserve Culturali – rimarca il presidente De Marsanich -, che si connota per il coinvolgimento delle popolazioni locali”.
Un progetto che, nel caso dei Sibillini, avrebbe la valenza ulteriore di fornire uno strumento a comunità che vivono una situazione non facile dopo le conseguenze provocate dai terremoti del 2016 e del 2017. “Serve anche a far conoscere il territorio sotto un altro punto di vista e questo non è indifferente – prosegue -. Si parla di tutto il patrimonio immateriale e di leggende millenarie, che riguardano la Sibilla o la religione, così come l’opera lirica, con storie che hanno ispirato anche Wagner, o persino le canzoni di gesta francesi ambientate sui Sibillini. Insomma, un autentico patrimonio culturale che è stato trasmesso dalla popolazione locale e che deve essere conservato, pena il rischio di perderlo. E questo si lega tantissimo all’aspetto della filiera agroalimentare e alle tradizioni”.
L’obiettivo, tiene a precisare, è di proseguire lungo il solco di quanto avviato in diverse zone d’Italia. “Penso alle Cinque Terre con il Parco Montale, ma anche nel Mincio con la cultura delle api o ad Aversa degli Abruzzi con la riserva Wwf”.
Ma da cosa nasce il rapporto con i Carabinieri Forestali? “Dalla volontà di unire queste realtà in un percorso comune. Il generale Mari è una colonna fondamentale e il nostro obiettivo tocca temi come ambiente, prodotti del territorio e cultura nel senso più alto nel termine. Per questo c’è anche il coinvolgimento delle università marchigiane”.
Un progetto, conclude, che si connota anche come strumento per arginare l’abbandono delle aree interne. “Magari non può essere risolutivo, ma sicuramente ha una sua precisa utilità. Qui ci sono leggende straordinarie, c’è la vie delle fate, insomma un intero sistema che non può che affascinare. E se tutto questo lo leghi ai riti irlandesi o norvegesi, fai conoscere ancora di più questo territorio al resto del mondo”.
Ma per fare questo, spiega il generale Mari, serve anche il supporto degli enti locali. “In molte delle riserve naturali dello Stato ci sono degli aspetti che vanno letti in chiave letteraria e l’esempio significativo è il Parco Letterario Montale Cinque Terre, dove i Carabinieri hanno ovviamente la competenza della vigilanza e della salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio. La stessa cosa si vorrebbe fare per quanto riguarda il Parco dei Sibillini, un parco conosciuto e visitato per le sue bellezze naturalistiche e paesaggistiche. Questa sarebbe un’opportunità in più per visitare questo territorio, soprattutto dopo quanto accaduto negli ultimi anni”.
Il generale elenca alcune delle principali bellezze dell’area montana, dall’Infernaccio al Lago di Pilato, da Castelluccio di Norcia al Monte Bove, luoghi di straordinario fascino e capaci di attrarre migliaia di turisti. “Ma ci sono anche gli aspetti legati al mito della Sibilla, allo stesso Lago di Pilato, a Pian Perduto, ci sono racconti e leggende che sarebbe interessante far conoscere con ancora più forza. Siamo ancora all’inizio di questo percorso, ma crediamo fortemente che la realizzazione di questo nuovo parco letterario possa funzionare”.
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