di Andrea Braconi
Ogni arrivederci, ogni addio fanno scendere almeno un velo di malinconia. Ma nel Palazzo della Prefettura di Fermo, negli occhi di tutte le autorità presenti, c’era molto di più nell’ascoltare le ultime parole di Maria Luisa D’Alessandro, che dopo un anno e tre mesi lascia la nostra provincia per raggiungere Sassari. Ed è proprio il suo pianto leggero l’immagine di un pomeriggio speciale: di saluti, sì, ma anche di ringraziamenti e di strette di mano che, dopo un lungo lavoro sviluppato insieme, assumono un significato particolare.
“Per me questo è un momento molto difficile perché stando qui con voi mi sono sentita subito a casa, non solo io ma tutta la mia famiglia – ha esordito il prefetto -. Noi cambiamo molto spesso e onestamente ho imparato a non commuovermi. Ero preparata a queste situazioni di saluto, ma con voi del Fermano no. Avete un modo di essere che è tutto quello che secondo me è bello di noi italiani. Riuscite ad essere quello che di importante c’è in Italia. Siete persone serie, corrette, che sanno fare cultura”.
Parlando di scuola, ha ricordato un aneddoto che ha riguardato i propri figli. “Sono arrivati anche a prendere voti bassi – ha affermato sorridendo – eppure in un tempo brevissimo questi insegnanti sono stati capaci di riprogrammarli. Avevo sentito tanto parlare del Montani, del Conservatorio, di padre Sante degli Artigianelli, tutte queste attività intellettuali che formano la comunità. E quando una comunità sa dare questo ai giovani, un’eccellente formazione, allora ha raggiunto tutti gli obiettivi”.
Tante le parole rivolte ai tanti primi cittadini presenti in sala, che con lei avevano instaurato un rapporto diretto. “Qui ci sono sindaci che accompagnano i loro cittadini in ospedale, con le loro macchine; hanno sempre il telefono acceso; c’è un rapporto interpersonale di servizio all’altro che secondo me è di una nobiltà assoluta”
Funziona la comunità fermana, tutta, ha proseguito. “C’è una vivacità e una connessione con i valori fondanti, di correttezza, rispetto, uguaglianza, per cui ogni uomo è importante in sé e io vedo che voi lo riconoscete alle persone. Quindi, avete una responsabilità grandissima in tutta Italia: penso che voi possiate essere un modello assoluto di come si debba andare avanti”.
Lungo l’elenco di citazioni e ringraziamenti da parte della D’Alessandro: l’arcivescovo monsignor Rocco Pennacchio; la presidente della Provincia Moira Canigola; l’assessore regionale Fabrizio Cesetti, “il padre protettore, sempre vicinissimo”; il sindaco di Montefortino Domenico Ciaffaroni “che si mette a urlare ma dice cose vere”; le Forze dell’Ordine, “con la provvidenza che ha mandato qui persone eccezionali della Polizia di Stato dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Capitaneria di Porto”; i Vigili del Fuoco, “che sono i nostri angeli custodi”; la Magistratura, “con cui ho avuto un rapporto di affetto”; i giornalisti, “che anche nelle piccole cose esprimono un pensiero in maniera riconoscibile, senza fare finta”; l’avvocato distrettuale dello Stato, “che ci ha assistito in tutte le situazioni sempre con il sorriso e con una disponibilità massima”; la nostra Cassa di Risparmio e la Fondazione, “che ci hanno assistito e ci hanno dato un palazzo bellissimo”; le tante donne, “da quelle eccellenti della Questura alla presidente della Commissione Pari Opportunità Meri Marziali”; infine, il dottor Martino e il vicario Viele, i suoi angeli custodi, come hanno suggerito gli ospiti; il presidente del Conservatorio Carlo Verducci, “il migliore di tutta Italia come approccio”.
Il prefetto ha ricordato un momento importante e commovente della sua esperienza fermana, quella messa di mezzanotte in un restaurato Santuario dell’Ambro. “Ci ha toccato il cuore, c’era gente molto emozionata di poter rientrare nella chiesa”, così come la riapertura della chiesa di Monsampietro Morico da parte del sindaco Romina Gualtieri. “I cittadini hanno bisogno di questi punti di preghiera, perché c’è un momento in cui anche chi non prega tutti i giorni ha voglia di vedere la sua chiesa, di tornare lì”.
“Ho visto tutto questo stando qui – ha sottolineato – e non so come dirvi grazie per quello che siete, grazie per quello che rappresentate”.
Un pensiero la D’Alessandro ha voluto dedicarlo all’Ospedale Murri, “una vera eccellenza della quale questo territorio deve essere orgoglioso”. “Ci sono dei professionisti di altissimo livello, con Livini che ha fatto un lavoro straordinario. Il dottor Giostra con il Pronto Soccorso affogato, con 13 medici su 19, eppure sempre disponibili e sempre lì ad ascoltare le persone”.
“Parliamo degli industriali del Fermano? – ha aggiunto -. Fai le scarpe e le fai bene, fai i cappelli e succede lo stesso, fai l’energia elettrica e riesci a conquistare il mercato. Ma al di là di questo lo si fa con un lavoro pagato, serio, onesto, non sfruttando l’operaio. Ricordo che al primo Comitato Ordine e Sicurezza Pubblica che ho fatto qui la Guardia di Finanza mi disse che in questa provincia c’era l’evasione più bassa che in tutto il resto d’Italia. E le tasse significano strade, ospedali, asili”.
“Grazie anche per quello che siete, per quello che mi avete dato e per come avete riprogrammato la mia anima” ha concluso.
“Grazie per la dignità e la passione”: per il prefetto il saluto di sindaci e monsignor Pennacchio
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