di Maria Nerina Galiè
E’ stato presentato nella sala consiliare di Amandola, questa mattina, il “Patto per lo sviluppo e la ricostruzione delle Marche”, nel corso di un incontro pubblico molto partecipato, organizzato dalla Regione Marche, rappresentata dall’assessore Fabrizio Cesetti. Già il nome dice tutto quanto è insito nello strumento sottoscritto a dicembre dall’ente di Ancona, con tutte le istituzioni locali, le associazioni di categoria, la Conferenza episcopale e l’ente Parco dei Sibillini. Alla base di ‘un atto di responsabilità collettiva, per un cambiamento strategico orientato alla ricostruzione e allo sviluppo del territorio, puntando sulla sostenibilità sociale, ambientale e culturale’. Il Patto, infatti, è stato elaborato dall’Istituto Adriano Olivetti (Istao). Il presidente Istao, infatti, Pietro Marcolini, infatti, ne ha descritto le linee guida, partendo dalla ricognizione di quanto c’è da ricostruire nelle Marche, per arrivare a quello che potrà diventare l’area colpita dal sisma, seguendo programmi di sviluppo economico e sociale mirati ed efficaci messi a disposizione dal Governo e dall’Unione Europea.
“Dall’urgente richiesta di interventi sul territorio – ha detto Marcolini – sono scaturite misure importanti che però non hanno trovato una risposta pronta e preparata. Il sisma invece può rivelarsi un’opportunità di rinascita“. I settori operativi individuati nello studio sono riconducibili ai servizi sociali e sanitari, competitività e innovazione, green economy, sicurezza del territorio, patrimonio ambientale, storico e culturale, ricerca e nuove competenze, riduzione del divario digitale.
“Il programma di lavoro – ha aggiunto Marcolini – è stato quello di monitorare i progetti pubblici e privati in funzione della risposta del territorio. Il 40 % delle risorse impiegate in investimenti e risorse assegnate è andato ai Comuni alle pendici dell’Appennino. Questo denota una indiscutibile capacità reattiva, esigenza di interventi conservativi ma anche di azioni mirate alla ricerca e alla crescita. Il lavoro è solo a metà. Continuando su questa linea si dovranno individuare le esigenze sulla cui base definire nuove misure”.
Il fatto che l’incontro si sia svolto ad Amandola, per l’assessore regionale Fabrizio Cesetti, è stato un segnale dell’importanza riservata dalla Regione alle zone montane. “Il sisma ha solo accelerato un percorso d’impoverimento delle aree interne in particolare – ha evidenziato – già prima minate da crisi e spopolamento. La ricostruzione non consiste solo nel ricostruire le case. Le condizioni passano attraverso lo sviluppo economico ed il potenziamenti di servizi e infrastrutturale per rendere più accessibili le possibilità di crescita. Le risorse ci sono ma sarà fondamentale il contributo del territorio che dovrà integrare ed interagire con il Patto per carpirle. Il Patto, elaborato con l’Istao e concertato con le parti sociali e con i soggetti che interpretano le anime del territorio, costituisce una vera ed efficace strategia operativa in grado di trasformare il sisma 2016-2017 da quella devastazione che è stata ad opportunità di rilancio, per un nuovo modello di sviluppo per l’intera regione, oltre i territori danneggiati e le comunità ferite. Le condizioni di ricostruzione – ha aggiunto – passano attraverso orizzonti di sviluppo economico, di servizi e infrastrutturale per rendere più accessibili le opportunità di crescita del territorio”.
Presente ad Amandola anche Gino Sabatini, presidente della Camera di Commercio regionale. “Abbiamo messo a disposizione 800.000 euro per il futuro per zona del sisma – ha ricordato – e un milione per le aree crisi. Sono appena stati approvati due bandi in uscita. Uno in voucher di massimo 6.000 euro per la partecipazione ad eventi fieristici”.
Le conclusioni sono state affidate al sindaco Adolfo Marinangeli che, nel ringraziare i presenti e la Regione Marche, ha sottolineato la crescita di tre grandi aziende locali e l’incremento del 18% dei turisti sui Sibillini registrato nel 2018 contro il 2016, cioè prima del sisma.
“Obiettivo del Patto – aggiungono dalla Regione – è quello di sviluppare una responsabilità collettiva di un’intera comunità e delle istituzioni per un cambiamento strategico orientato alla ricostruzione e allo sviluppo del territorio, puntando sulla sostenibilità sociale, ambientale e culturale. Lo scopo è quello di poter contrastare il rischio di impoverimento socio-demografico ed economico delle aree colpite dal sisma, valorizzando le risorse disponibili e promuovendo investimenti, attraverso il coinvolgimento di rappresentanti istituzionali, sociali, economici e accademici. Secondo le strategie delineate dal Patto, la ricostruzione non dovrà essere solo materiale, dei danni subiti, ma dovrà interessare il tessuto economico e sociale, orientando lo sviluppo dell’intero sistema regionale. Il sisma nell’accentuare ulteriormente le debolezze dei territori ha mostrato un sistema economico già sofferente per il perdurare della ormai decennale crisi internazionale. Per questo attraverso il Patto per la Ricostruzione e lo Sviluppo si vuole rivedere la visione del sistema Marche evidenziando le peculiarità e definire le linee guida per un percorso di sviluppo coerente e consapevole”.
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