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Primario di chirurgia,
a La Voce del Cuore piace Catalini:
“Stimato professionista del territorio”

FERMO - Dalla onlus: "Senza mettere in discussione metri e giudizi di esame, la nostra considerazione ed attenzione nasce dalla consapevolezza di rappresentare centinaia di pazienti e relative famiglie che a noi si sono avvicinati per un sostegno nella malattia e nel voler sostenere la buona sanità del territorio"

Giambattista Catalini

“Appresa la notizia della procedura di selezione del primario di chirurgia dell’ospedale di Fermo senza alcuna intenzione di mettere in discussione metodi e metri di giudizio applicati all’esame, come Direttivo Onlus La Voce del cuore per la chirurgia, che ha finalità sanitarie e che rappresenta un punto di riferimento per molte persone, ci preme fare alcune considerazioni”.

Così la onlus La Voce del Cuore. Che prosegue: “Riteniamo necessario puntualizzare alcuni aspetti di questa vicenda.

Della terna di ottimi candidati approdata alla scrivania di Livini vi è un unico professionista del territorio, a cui già nel 2000 si rivolgevano pazienti presso la struttura Ospedaliera di Torrette per ricevere cure provenienti dalla zona del Fermano, poi nel 2004 ha consentito il raggiungimento all’ospedale di Camerino / San Severino/ Matelica di eccellenti livelli di prestazione e di servizi, ha retto il reparto di chirurgia di Macerata e ha generato, con il suo incessante lavoro con i pazienti, un corposo flusso migratorio dall’area vasta 4 alla 3 a scapito del territorio fermano anche in termini economici soprattutto per i nostri familiari in termini di viaggi, ore e giornate di lavoro perse oltre alla sensazione del disagio della lontananza da casa e da tutto ciò che gira intorno alle nostre famiglie in un momento particolare di malattia.
Dato atto che la valutazione dei professionisti inclusi nella terna ha valore pressoché uguale tra i candidati auspichiamo che questa volta l’Asur 4 e la Regione Marche nella persona del presidente che ha funzione costituzionalmente delegate alla gestione della sanità valorizzino i talenti dei professionisti ben radicati nel territorio.
Non è infatti sufficiente la mera valutazione dei titoli e del colloquio di esame. Riteniamo che la scelta debba essere operata, a questo punto, con un ulteriore metro di valutazione che tenga conto del rapporto che i professionisti in questione hanno con il territorio.

Sarebbe un segnale forte, indicatore di una nuova capacità della politica di scegliere oltre che su basi oggettive di valutazione derivanti dalla selezione anche dalle reali necessità del territorio con benefici e ricadute nella fiducia che il cittadino tornerebbe a riporre nella politica evitando gli incontrovertibili costi di gestione della migrazione sanitaria.
La nostra considerazione ed attenzione nasce dalla consapevolezza di rappresentare centinaia di pazienti e relative famiglie che a noi si sono avvicinati per un sostegno nella malattia e nel voler sostenere la buona sanità del territorio”.


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