di Pierpaolo Pierleoni
Quasi due ore di incontro per “ricostruire l’unità dei lavoratori”, ma anche per ascoltare i problemi del territorio, con la promessa di tornare presto. Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini ha fatto tappa a Fermo, ieri sera, alla sala della Croce Verde, nel secondo di 4 giorni di visite nelle zone del centro Italia ferite dal sisma. Un itinerario che gli dà convinzione “che ci sia interesse intorno alla Cgil. Andare a parlare nei territori ci ha messo in sintonia con tanti Sindaci e con la gente. Ho visto attenzione ed una domanda forte della presenza del sindacato. Il problema vero delle aree terremotate è lo spopolamento e non è solo un problema di case, ma di lavoro, di dignità, c’è una richiesta di sindacato come soggetto di azione politica e di relazioni sul territorio. Ai Sindaci che hanno detto di aver scritto al Governo senza ricevere risposte abbiamo detto di collaborare con noi ed eventualmente manifestare insieme”.
Landini rivendica l’operato del sindacato “che ha costruito progetti nelle zone terremotate che hanno determinato centinaia di azioni sul territorio. Le camere del lavoro tornano un elemento di riferimento. Vedo la voglia di tornare ad essere utili collettivamente. Sul piano della rappresentanza politica e sociale non ci sono altri luoghi oltre al sindacato dove partecipare e discutere. La Cgil c’è sempre, spesso anche Cils e Uil: pur nelle differenze sta tornando un atteggiamento sindacale unitario”.
Critiche verso il governo giallo verde. “Hanno sottoscritto un contratto ma non riescono ad applicarlo. E’ innegabile che abbiano un consenso e anche tanta della nostra gente ha votato per quelle forze politiche, pur mantenendo la nostra tessera. Se in autunno ci sarà ancora questo governo, per i conti che abbiamo, con la legge di stabilità ci aspetta una manovra molto pesante. O aumentano l’Iva o servono 23 miliardi. Sa fai quota 100 e reddito di cittadinanza, devi per forza andare a tagliare”. Il leader della Cgil annuncia una fase di mobilitazione forte. Abbiamo fatto incontri e chiesto delle cose, il Governo è andato avanti senza ascoltare nulla delle nostre richieste, sia su Quota 100 che reddito di cittadinanza. Sullo sbloccacantieri stanno facendo errori consistenti. Quindi la mobilitazione prosegue. A giugno ci sarà una grande manifestazione nel Mezzogiorno. Ci saranno anche scioperi della scuola, dei pensionati, dei metalmeccanici”.
Dice di voler ascoltare, Landini, e si apre la fase degli interventi. Si parla ancora di zone terremotate, dei problemi del distretto calzaturiero, delle condizioni dei dipendenti delle poste, di pensionati e questione femminile. Poi il segretario generale tira le somme, individuando un problema centrale: “Il tema cruciale è ricostruire un’unità del mondo del lavoro. Oggi questo mondo non è unito perchè le persone non hanno gli stessi diritti e tutele, anche se lavorano insieme. Quando iniziai come apprendista saldatore avevo gli stessi diritti di tutti gli altri. Oggi le condizioni sono molto diverse. Se non ci sono le stesse tutele scatta la competizione interna, chi ha dei diritti viene considerato privilegiato. Non si pensa che dobbiamo lottare insieme, si guarda il lavoratore lottare vicino e magari ce la prendiamo con lui. Il sindacato funziona se tutti si mettono in testa di contrattare collettivamente per veder riconosciuti i propri diritti. Più di 15 anni fa con Cofferati andarono in piazza 3 milioni di persone per difendere l’Art.18, ma non c’era questo livello di precarietà”.
Landini vede positivamente la costituzione di un sindacato generale unico. “All’inizio c’era solo la Cgil, gli altri sindacati confederali nacquesto per ragioni prevalentemente politiche. Oggi non ci sono più ragioni politiche ad impedire la presenza di un sindacato unitario. Di partiti che vogliono rappresentare il lavoro non ne abbiamo più. Ho la percezione che questa domanda nel mondo del lavoro ci sia”.
Il pensiero del segretario generale va poi al vasto mondo del precariato. “Oggi un giovane come entra nel mondo del lavoro il più delle volte perchè viene presentato da qualcuno al titolare dell’azienda. Se arriva e tra varie forme viene assunto a tempo indeterminato dopo 10 anni, penserà che ce l’ha fatta grazie alle lotte sindacali, o perchè è stato buono e ha avuto pazienza? Perchè dovrebbe iscriversi al sindacato? Noi che abbiamo dei diritti cosa facciamo per chi non ce li ha? La ricostruzione si basa sull’occuparsi dei problemi di tutti”.
Per finire, tocca il tema dell’importanza di rilanciare i tesseramenti alla Cgil e auspica una presenza sui territori più costante. “Girare l’Italia come stiamo facendo in questi giorni deve diventare la prassi, non dobbiamo farlo solo ogni 4-5 anni quando cambia il segretario generale – la conclusione – La nostra forza è che siamo tanti. Nessuno ha una struttura di 5 milioni di iscritti. Siamo sindacati confederati perchè non ci occupiamo solo dei problemi di un settore lavorativo, ma abbiamo anche un’idea di trasformazione sociale del Paese”.
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