A Servigliano si ritrova il piacere di tornare a studiare (LEGGI QUI). Si cerca di “grattare” via tutta una serie di sovrastrutture che, da tempo, hanno trasformato perlopiù l’apprendimento in una zavorra, anche emotiva, che impedisce di far crescere i giovani anziché favorirli.
Ed ecco un corso di ristorazione, destinato a ragazzi tra i 16 e i 19 anni, orientato a far emergere le attitudini pratiche, a far nascere le domande più che a dare le risposte, a sostituire la didattica frontale con laboratori, lavoro di gruppo, relazioni tra pari e apprendimento esperienziale.
Alcune note interessanti: non esistono i compiti a casa… si studia in classe attraverso schede, schemi, discussioni, organizzazioni di relazioni, scambio di idee e condivisione del lavoro concluso con i compagni.
Il corso, finanziato dalla Regione Marche (POR FSE 2014/2020), è organizzato dall’Associazione Wega che ha attivato un altro percorso similare due anni fa. “Abbiamo contribuito a dare una prospettiva diversa di scuola – afferma la docente Maria Luisa Leombruni – All’inizio del corso i ragazzi non volevano saperne né di lettura, né di scrittura… attraverso un percorso maieutico e di organizzazione di ambienti di apprendimento completamente innovativi, alla fine del primo anno, metà dei ragazzi hanno chiesto di leggere e una buona parte sta lavorando alla scrittura delle loro storie di vita. Al centro della nostra didattica c’è la relazione con i ragazzi e l’ascolto empatico nelle ore di lavoro, nelle belle pause, negli spazi scelti dai ragazzi. A Servigliano c’è una piccola nicchia rientrante nelle pareti della grande aula e quello è lo spazio “sacro” per “parlare” con chi il ragazzo ha scelto autonomamente.
Fin dai primi giorni il problema più grosso è stato il rispetto delle regole: confusione, difficoltà nell’attenzione, difficoltà nella comunicazione, uso continuo dei cellulari… Siamo intervenuti nei modi più diversificati cercando di comprendere, invece di giudicare, il significato profondo di questi atteggiamenti inadeguati. Oggi abbiamo ottenuto dei cambiamenti straordinari nella maggioranza degli allievi.
I genitori, un po’ perplessi all’inizio per il modo molto originale di insegnamento, hanno riconosciuto la soddisfazione dei loro figli nel partecipare alle attività organizzate. È esplosa la passione per la cucina a tal punto che anche in casa si esercitano con piacere nelle ore serali. Insieme alle attività pratiche rinascono i sogni in relazione ad una vita che sta ricominciando un percorso di motivazione, impegno, gioia e concretezza nel lavoro”.
Sono ancora aperte le iscrizioni al corso.
La ‘ricetta’ di Servigliano: un centro professionale e due corsi sulla ristorazione
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