di Eraldo Di Stefano
Il film si colloca nel franchise Conjuring, che potrebbe conferirgli da un lato con certo fascino commerciale e dall’altro quella familiarità ben collaudata tipica della serie. Molti degli scenari soprannaturali di questo film non sono nuovi per gli amanti del genere, tra le altre pellicole del franchise e diversi horror in generale, ma alla fine nel complesso funziona.
Dopo un breve ma brutale prologo ambientato nel 1673 in Messico, dove la “donna piangente” del folklore latinoamericana è arrivata ad annegare i suoi figli in uno scatto di ira, e così maledicendosi a vagare per sempre come uno spettro alla ricerca di altri bambini da uccidere.
Da qui il film riprende a Los Angeles nel 1973, con Linda Cardellini che interpreta Anna Tate-Garcia, un’assistente sociale da poco vedova che si deve occupare del benessere dei figli della disturbata Patricia Alvarez (Patricia Velasquez). Con il tempo però si viene a scoprire che in realtà Patricia non è affatto pazza e né violenta, ma stava proteggendo i suoi bambini da La Llorona.
La Cardellini riesce a trasmettere un senso di freddezza e stanchezza nei confronti del mondo, interpretando Anna come una moglie di un poliziotto rimasta senza il marito, che ha già affrontato la paura e gli orrori del mondo, a prescindere dall’universo dell’occulto. Grazie alla buona chimica che l’attrice ha con Roman Christou e Jaynee-Lynne Kinchen, che interpretano i suoi figli Chris e Samantha, i tre protagonisti trasmettono un’idea di unità familiare comprensiva e credibile che fonda questo film ultraterreno su sensazioni tangibili.
Rafael Olvera (Raymond Cruz) gli viene offerto dal film come alleato, un guaritore che possiede un vecchio arsenale contro La Llorona e che nel film prende più le sembianze di un investigatore del paranormale o un guerriero del mondo spirituale.
In conclusione il film soddisfa le attese, con immagini e set di elementi decisi e convincenti, ma anche con una famiglia protagonista, attorno alla quale ruota l’intera storia. Non è qualcosa di nuovo ma è qualcosa di ben fatto e sicuramente all’altezza della serie.
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