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Sanzioni alla Russia, concorrenza
cinese e tutela del ‘Made in’:
le contromosse di Tajani (Foto e Video)

MONTEGRANARO - Oggi pomeriggio il presidente del Parlamento europeo e vicepresidente FI è arrivato all'hotel Horizon per incontrare il mondo degli imprenditori, a partire dal calzaturiero. Il presidente ha prima ascoltato le istanze provenienti dagli imprenditori e poi risposto alle sollecitazioni
Il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, a Montegranaro

di Marco Pagliariccio

Affiancato dal senatore Andrea Cangini, dai coordinatori regionale e provinciale Marcello Fiori e Jessica Marcozzi e dal candidato sindaco di Montegranaro Insieme Demis Ranalli, il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, è arrivato oggi pomeriggio all’hotel Horizon di Montegranaro per incontrare il mondo dell’imprenditoria. Tajani, con un ritardo di due ore rispetto all’incontro previsto per le 14,30, al suo arrivo all’Horizon si è soffermato per qualche istante fuori dall’hotel dove ha avuto un breve colloquio con il prefetto di Fermo Vincenza Filippi, affiancata dai vertici provinciali delle forze dell’ordine. Da lì verso il primo piano dell’albergo dove il presidente ha prima ascoltato le istanze provenienti dagli imprenditori veregrensi e poi risposto alle sollecitazioni.

“Noi imprenditori siamo preoccupati soprattutto in relazione alla Cina – ha detto Giampietro Melchiorri di Galmen – noi ci investiamo ma è un avversario insidioso, quello dove le regole non esistono e le pratiche sono sleali. Chi garantisce che le regole siano rispettate? Chi ci tutela dalle contraffazioni? La registrazione di marchi e brevetti in Cina è pressoché impossibile: caso emblematico è stato quello di Premiata, che è stato usurpata del proprio marchio. Ha senso quindi aprirsi senza regole alla cosiddetta Via della Seta? Dall’Europa vorremmo una posizione più chiara, che non si limiti ad attendere la guerra tra Usa e Cina. Non possiamo permetterci una guerra di dazi, rischiamo di finirne schiacciati”.

“Le pmi sono il 90% delle imprese europee, con i due terzi degli impiegati – ha fatto eco Angiolo Mannini – bisogna lavorare sodo per reinventarsi, investire in ricerca e innovazione per non finire fuori dal mercato. Ma per avviare questa fase c’è bisogno di finanziamenti. Un nodo cruciale sia per gli imprenditori che per i politici”. “Non c’è una politica industriale condivisa in Europa, il dumping salariale e fiscale che ci hanno propinato ha portato ad un crollo della produzione – ha ribadito Enrico Ciccola di Romit – noi stiamo cercando di mettere insieme tutte le forze, imprenditoriali e politiche”. “Le sanzioni alla Russia hanno rovinato il nostro distretto – ha rilanciato Annarita Pilotti di Loriblu – come parlamentari europei avrete sicuramente dati per capire quanto male abbiano fatto a noi queste sanzioni. Siate uniti voi italiani in Europa, non dividetevi per questioni politiche e battetevi per noi”.

Tajani è voluto partire proprio dalla Cina. “Siamo di fronte a un’offensiva mondiale da parte di un paese che non è una democrazia completa e non ha regole sotto tanti profili – ha affermato il presidente del Parlamento Europeo – stanno puntando sul mercato europeo violando soprattutto le regole del dumping, ma anche, come sa bene questo distretto, sulla contraffazione. Noi abbiamo adottato nuove normative anti-dumping che hanno permesso di tutelare meglio le imprese, ma non possiamo lasciare fare ai cinesi quello che faceva l’Impero romano: realizzare infrastrutture per allargare i propri confini, a partire dalla Via della Seta. L’Italia l’ha considerata un’opportunità ma in realtà svendiamo pezzi della nostra sovranità”. Sulle sanzioni alla Russia, Tajani le vede come un emblema della debolezza del Governo italiano in fatto di politica estera. “Il governo aveva detto che si sarebbe battuto, ma poi al primo Consiglio europeo Conte ha dato il suo assenso, altro che veti – ha ricordato il leader forzista – bisogna essere duri, non violenti. Perché la fermezza porta risultati, la violenza genera solo violenza. Se sono diventato presidente è perché so come si gioca la politica in Europa, ovvero senza mollare un centimetro per il mio paese“.

E poi sul Made In, dove lo aspettavano tutti al varco. “Ho evitato che si togliesse l’articolo 7, quello sulla tracciabilità e per ora ci sono riuscito – ha rivendicato Tajani – anche i tedeschi sarebbero favorevoli, ma vogliono che ci sia il marchio solo del paese dove c’è stata l’ultima trasformazione. Eravamo vicini ad un accordo, poi è saltato il governo tedesco. Bisogna rimettere in moto le trattative. Per quanto riguarda gli accordi commerciali, stiamo trattando con Australia e Nuova Zelanda, che possono essere nuove opportunità, per quanto riguarda le Americhe bisognerà continuare a lavorare”.

Demis Ranalli ha ribadito l’importanza di tutelare la manifattura del distretto calzaturiero. “Fare impresa in Italia oggi è una lotta contro i mulini a vento e questo è un problema sentitissimo qui a Montegranaro – ha evidenziato il candidato primo cittadino – il nostro know how è un valore aggiunto per l’Europa, perché ciò che si fa qui gli altri non lo sanno fare. Noi contiamo su Tajani perché nessuno meglio di lui conosce nei meandri la politica europea”.

Il presidente Tajani e il prefetto Filippi e i vertici delle forze dell’ordine del Fermano

Il presidente Tajani e il prefetto Filippi e i vertici delle forze dell’ordine del Fermano


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1 commento

  1. 1
    Gianluca Mecozzi il 15 Maggio 2019 alle 22:01

    In campagna elettolare tutti per il Made In …. dopo non se ne parla piu’ e il distretto muore

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