La pesca povera che non c’è più:
la tradizione della sciabica
raccontata agli studenti

FERMO - L'iniziativa, in programma sabato primo giugno, è organizzata dal Circolo Nautico dilettantistico del Fermano in collaborazione con la Guardia Costiera

di Andrea Braconi

Capire il mare, come rispettarlo e, soprattutto, il valore economico e culturale della pesca. Sono questi gli obiettivi della VI rievocazione storica della pesca con la sciabica, organizzata dal Circolo Nautico dilettantistico del Fermano in collaborazione con la Guardia Costiera. Sabato primo giugno, infatti, sulla spiaggia antistante lo stesso Circolo si terrà questa manifestazione che è riuscita, grazie all’impegno degli iscritti, a veicolare nozioni e tradizioni, soprattutto alle nuove generazioni.

Ad illustrare il programma, che prenderà il via alle ore 7.30 con una messa in spiaggia, il presidente Giancarlo Monti. “Lo facciamo per far capire ai ragazzi come rispettare il mare. Ci sarà un professore, che spiegherà loro come era la pesca, insieme ad un esperto che illustrerà le varie tipologie di pesci. Ai ragazzi verrà offerta una colazione e ai presenti un assaggio di scottadito. Nel pomeriggio faremo la stessa cosa per i grandi, mentre alla sera ci sarà una cena sociale”.

La sciabica, ha precisato Raffaele Toscana, era una pesca povera per incrementare i guadagni provenienti dalla terra. “Si univano tra amici e gettavano questa rete fatta ad arco da due parti, in genere 6/7 persone per tirare via alici e sarde. Questa pesca adesso la facciamo solo dietro autorizzazione della Guardia Costiera, essendo proibita dagli anni ’70”.

Protagonisti dell’evento saranno i bambini delle Primarie di Capodarco, Cavour e Campiglione. “A loro regaleremo un cappellino e spiegheremo come questi pesci oggi possono essere presi solo con le lampare. Siamo alla sesta rievocazione e ci piace dire che le prime 5 le abbiamo fatte per imparare qualcosa anche noi”.

Per l’assessore Alberto Scarfini il ringraziamento al Circolo Nautico è doveroso. “Stanno lavorando a questa progettualità, confrontandosi sempre con l’Amministrazione. Si tratta di un’opportunità per le nostre scuole di capire come si viveva e come si faceva pesca, come si viveva il nostro mare. Un’opportunità bellissima, in spiaggia e non, di vivere le nostre tradizioni”.

“Sono riusciti a mantenere intatta questa passione che trasmettono ai bambini delle scuole – ha aggiunto l’assessore Alessandro Ciarrocchi -, con le quali avevamo già attivato il progetto Pappa Fish”.

Idea, passione e organizzazione sono state, invece, le tre parole chiave dell’intervento del sindaco Paolo Calcinaro. “Tutto questo serve per capire le nostre radici e capire cosa mangiamo” ha affermato, ricordando i racconti della nonna sulla provenienza di questi tipi di pesce. “Oggi le nonne che possono raccontare quello che fanno questi pescatori sono sempre meno e credo che tenere viva questa memoria è una cosa molto importante”.


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