Montegranaro: le reazioni post voto
del ‘ri-sindaco’ Mancini
e degli sconfitti Gismondi e Ranalli

MONTEGRANARO - La rieletta Ediana Mancini: "Il risultato conferma che, al dunque, la gente è pragmatica, giudica sui fatti. Molti hanno votato Lega alle europee e poi noi qui alle comunali".

di Marco Pagliariccio

Un risultato che ha del miracoloso“. L’abbraccio col marito Luigi Catini, che nonostante la febbre a 39 non è voluto mancare al bis di sua moglie, è l’immagine più bella della sorprendente riaffermazione di Ediana Mancini, che sarà sindaco di Montegranaro anche per i prossimi cinque anni. La sua lista La Strada Giusta ha addirittura sfiorato la maggioranza assoluta, totalizzando 3.649 voti, per una percentuale del 49,2%. Gastone Gismondi, come nel 2014, finisce dietro con la sua Montegranaro Tra La Gente, fermandosi a 3.282 preferenze, buone per il 44,3% del totale. Lontanissimo e fuori dal consiglio comunale Demis Ranalli con Montegranaro Insieme, che raccoglie appena 483 voti, un misero 6,5%.

Lo scetticismo del primo pomeriggio, nel quartier generale del gruppo a largo Conti, ha presto lasciato spazio alla gioia. Il risicato vantaggio iniziale si è ben presto dilatato e già verso le 15.30 i primi tappi di spumante saltavano su quel marciapiede che è stato uno degli emblemi dei cinque anni di amministrazione del gruppo che vede insieme il centrosinistra del Partito Democratico e la destra di Liberi per Montegranaro. A risultato acquisiti ha fatto capolino anche l’assessore regionale Fabrizio Cesetti, raggiante per l’inaspettato successo a firma Pd. “E’ stata una vittoria difficile, c’era una politicizzazione di questo voto che era evidente e naturale vista la presenza in città di un candidato alle europee nelle fila della Lega – ha evidenziato il ri-sindaco Mancini – ma questo risultato conferma che, al dunque, la gente è pragmatica, giudica sui fatti. Molti hanno votato Lega alle europee e poi noi qui alle comunali. Questa ondata leghista avrà aiutato la lista di Gismondi, altrimenti credo che questo consenso sarebbe potuto essere anche maggiore.

367 voti di differenze, 483 quelli intercettati da Ranalli. Quantomeno, il gruppo forzista ha fatto da ago della bilancia. Erano nostri concorrenti, per cui avranno drenato voti sia da noi che da Montegranaro Tra La Gente – sostiene la Mancini – si è parlato quasi di accordi sottobanco, ma nella lista di Ranalli c’erano persino dei nostri ex elettori, poi ognuno farà le sue valutazioni. Lo ringrazio per essere stato il primo a complimentarsi mentre si andava delineando la vittoria. È stata una campagna elettorale molto accesa, io ho cercato di confrontarmi sui fatti ma non è stato così. Se ci sarà un obiettivo chiaro che mi prefiggo è quello di riportare il clima ad una maggiore serenità. Analizzeremo il voto nei dettagli, c’è una zona della città che è quella di Villa Luciani che ci ha bocciato pesantemente, dovremo capire a cosa è dovuta questa lontananza. Non vogliamo vendette, ma cerchiamo di capire quali sono le criticità del paese e ci rimettiamo sotto a lavorare”.

Gastone Gismondi

Una sconfitta che brucia e molto, invece, in casa Montegranaro Tra La Gente. Il traino fatto dalla Lega per le elezioni europee sembrava poter dare la spinta decisiva ai ‘gismondiani’ ed invece non è bastata. Tutta la squadra si è radunata nella sede elettorale di via Elpidiense Sud con la convinzione di poter rivedere quei quattromila che hanno votato Lega alle europee trasposti sulle schede per le comunali. Ed invece all’appello sono mancati circa 800 voti.

“In primo luogo voglio ringraziare questi fantastici ragazzi – sottolinea Gastone Gismondi – pensavamo di ottenere un altro risultato, avevamo proposto un programma a lungo termine per la città, abbiamo fatto tanti incontri in giro per la città tutti sempre partecipatissimi. Tutto lasciava intendere che stessimo andando nella giusta direzione. Mi dispiace molto più che altro per questi ragazzi che mi hanno seguito, saremo all’opposizione con la voglia di cercare di correggere gli errori che l’amministrazione farà nel suo percorso. Forse a Montegranaro pesano di più gli asfalti che le idee…”. Quindi le bordate contro Ranalli e Forza Italia. “Una lista creata ad hoc dalla consigliera regionale Jessica Marcozzi per farci perdere, dopo aver provato persino a non farmi candidare – chiude Gismondi – forse Forza Italia sta cercando degli accordi col Pd, ma non capisco davvero. Non entrano nemmeno in consiglio comunale, è stata solo un’operazione di cattiveria ai danni di Montegranaro, perpetrata da una donna che non è nemmeno di qua. Evidentemente Gismondi dà fastidio, c’è gente che cuore non ce l’ha. Cinque anni fa presero 800 voti, stavolta 400, la prossima volta, senza di me ma con un’altra guida, sono sicuro che riusciremo a vincere. Io spero solo che Montegranaro non esca distrutta economicamente da altri cinque anni così”.

Demis Ranalli

Obiettivo fallito anche per Demis Ranalli, che puntava almeno a mettere i piedi in consiglio ed invece ne resta fuori per una manciata di voti: “Innanzitutto un in bocca al lupo alla Mancini – afferma con sportività – non si può dire che non sia una sconfitta per noi. Siamo un gruppo giovane, il progetto è avviato, continueremo a lavorare anche al di fuori del consiglio comunale”.

IL NUOVO CONSIGLIO COMUNALE

La Strada Giusta porta nella nuova assise civica 11 consiglieri su 16. Mattatore di preferenze il vicesindaco uscente Endrio Ubaldi, che drena ben 527 voti candidandosi di nuovo a numero due della giunta. A seguire gli altri assessori uscenti Aronne Perugini (481 voti), Roberto Basso (437), e Giacomo Beverati (426), ma dentro anche la presidente dell’Archeoclub Cristina Puggioni (390), la segretaria comunale del Pd Laura Latini (222), Maria Ercolani (209), l’assessore ai servizi sociali uscente Cristiana Strappa (197), Andrea Franceschetti (193), Isabella Ferretti (179) e Maria Nazarena Falcon (169). A sorpresa, invece, resta fuori per sette voti il capogruppo di maggioranza uscente Paolo Gaudenzi. L’opposizione sarà composta interamente da Montegranaro Tra La Gente, con cinque esponenti: oltre al candidato sindaco Gismondi, ecco il presidente della casa di riposo Lucio Melchiorri (405 preferenze), Anna Lina Zincarini (374), Ermanno Vitali (293) e un Mauro Lucentini che paga lo sforzo profuso per le europee fermandosi a “soli” 284 voti. Il leader leghista si “salva” per sette voti rispetto alla inseguitrice Monia Marinozzi e nel caso Ranalli fosse riuscito a raggiungere il quorum per entrare in consiglio sarebbe stato lui a fargli posto.

Ancora prematuro capire chi andrà a comporre la nuova giunta, ma visti i risultati sono prevedibili riconferme in massa per i big della coalizione.


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1 commento

  1. 1
    Walter Bufalini il 28 Maggio 2019 alle 12:52

    Leggo che si vorrebbe scaricare la responsabilità della debacle di Montegranaro Tra La Gente sulle spalle di Ranalli. In realtà, analizzando i dati disponibili sul sito del Ministero degli Interni e confrontandoli con quelli di cinque anni fa, sempre disponibili nel medesimo sito, la storia che raccontano è di tutt’altra natura. Basti pensare che cinque anni fa vi erano ben cinque candidati Sindaci con rispettive liste che hanno “drenato” ben 2.007 voti e il gap tra la vincitrice Mancini e l’usciente Gismondi era pari 4,38%. Questa volta il gap è stato del 4,95%, quindi la Mancini ha allungato le distanze e questo, a mio avviso è un dato politico rilevante. Poi va fatta una considerazione sui voti che ha preso Ranalli, che è stato votato principalmente da quegli elettori che non si sono riconosciuti nei programmi delle altre due liste. Ne consegue che, nel caso non vi fosse stata la candidatura di Ranalli, nessuno può dare per certo che i 483 voti che ha preso, sarebbero sicuramente confluiti nella lista di Montegranaro Tra La Gente ma, con tutta probabilità avremmo visto incrementarsi la percentuale degli assenteisti o quella delle schede bianche e nulle, senza escludere che qualche voto potesse andare comunque all’altra lista.

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