Per Gino Sabatini, presidente della Camera di Commercio regionale, l’iniziativa di presentazione di un’indagine Eurispes tenutasi mercoledì a Fermo è stato uno straordinario gioco di squadra – tra la stessa Camera di commercio, Assocalzaturifici, Associazioni di categoria e imprenditori – per la costruzione di un percorso possibile e condiviso affinché il settore possa rinnovarsi, innovare e tornare a crescere.
“Ho letto con grande attenzione i dati dell’ultimo report di Assocalzaturifici sull’export delle regioni italiane – ha commentato in apertura Sabatini, rivolgendosi al direttore scientifico Alberto Mattiacci, che nell’Eurispes ricopre il ruolo di direttore -. Le Marche hanno perso il 4,1% del fatturato nel 2018, con le province di Fermo e Ascoli Piceno che calano in maniera significativa soprattutto per via del protrarsi della frenata nel mercato russo. Le Marche e la Campania sono le uniche regioni – tra le 8 in cui si producono calzature – a presentare segni negativi nel confronto con 3 e 5 anni addietro. Rispetto al 2013, l’export marchigiano risulta inferiore di oltre il 16%. Perdiamo in Russia, per via del gioco delle sanzioni tra Bruxelles e Mosca”.
Per questo, secondo il presidente camerale, c’è bisogno di tanta Europa, soprattutto diversa da quella attuale. “Sono convinto che il Governo italiano debba avere tutto l’interesse ad avere un dialogo attivo con l’Unione Europea, anche con l’obiettivo di rinsaldare con la Russia migliori relazioni economiche. Auspico che questo diventi un tema centrale nelle agende del Mise e della Farnesina. Perdiamo anche negli Stati Uniti e l’idea che la guerra dei dazi possa in qualche modo riguardare anche le nostre calzature fa tremare le vene ai polsi. E poi ci sono le incertezze legate all’impatto della Brexit e al mercato cinese, dove la difesa del ‘made in Italy’ dovrà essere feroce. Pesa anche, non dimentichiamo, l’eccessivo costo di alcune lavorazioni; si impone inoltre la questione della tutela dei marchi propri”.
A fronte di un mercato interno sempre più asfittico, il settore della calzatura deve spingere sull’acceleratore dell’export, recuperando così quote di mercato nel mondo, aumentando la sua vocazione ad esportare e abbandonando la logica pericolosa del mono-mercato. “Dobbiamo e possiamo portare con orgoglio in tutto il mondo la nostra creatività, il nostro design, emblemi dello stile italiano. Sono convinto che l’ICE sia la struttura ideale per i nostri grandi brand internazionali. Ma per le caratteristiche dimensionali, produttive e organizzative della maggior parte delle nostre aziende calzaturiere c’è bisogno che – proprio sui progetti di internazionalizzazione – le Camere di Commercio siano messe in condizione di mettere in campo le proprie conoscenze ed esperienze. Come Camera di Commercio delle Marche rinnoviamo con piena convinzione il nostro impegno per il territorio e per un settore vitale nell’economia delle Marche: la calzatura marchigiana ha bisogno di un riposizionamento strategico e ora ci sono i sostegni necessari”.
Perché da una parte, ha evidenziato, c’è ora Eurispes, che attraverso un ampio progetto di ascolto e le proprie capacità di analisi, dovrebbe riuscire a far emergere punti di forza e di debolezza sui quali sarà possibile lavorare. “Dall’altra c’è il riconoscimento di Area di crisi complessa, che mette il settore nella condizione ideale per ripensare al proprio futuro, che passa anche attraverso una modifica della legge 181, che tenga conto che il 90% delle nostre aziende ha meno di 15 addetti e rischia di non aver alcun beneficio da una legge che finanzia progetti a partire da un milione di euro. Ne ho parlato al vicepremier Di Maio e al sottosegretario Di Stefano, continuerò a farlo senza sosta, certo di avere l’appoggio di Assocalzaturifici”.
Un’azione fondamentale per sostenere gli imprenditori. “Siete gente capace, forte e responsabile. E sono valori non scontati e per nulla retorici. State viaggiando tutti contro vento: la burocrazia, il costo del lavoro, il carico fiscale, le deficienze infrastrutturali sono come una bora violenta che si abbatte contro ognuno di loro. È un miracolo se ancora riescono a essere competitivi e a garantire occupazione e sviluppo”.
In occasione della presentazione del Rapporto Italia 2018, il presidente di Eurispes Gian Maria Fara aveva affermato come nel dibattito corrente “usiamo spesso espressioni come cambiamenti strutturali, crisi strutturali” e che “se vogliamo davvero uscire dalla retorica che tutto uniforma, copre e nasconde e se vogliamo invece assumerci la responsabilità che l’uso di queste parole comporta ed aiutare davvero il nostro Paese a recuperare una fiducia condivisa nel futuro, dovremmo piuttosto fermarci e misurare il valore della nostra cultura, del nostro pensiero, della nostra etica sullo scenario che vorremmo realmente costruire, sull’idea del futuro che abbiamo in mente e che vorremo realizzare”.
“Ho l’ambizione di dire – ha concluso Sabatini – che questo è un inizio, che ci fa essere più ottimisti e pronti ad allungare e allargare lo sguardo ben oltre domani. Un progetto a cui mettere già mente e cuore da immaginare successivamente alla conclusione di questa indagine Eurispes, è la creazione di un Politecnico del calzaturiero, che veda insieme Camera di Commercio, Associazioni di Categoria, Ricerca e Istituzioni sulla scorta dell’esempio di altre esperienze italiane”.
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