Venerdì 7 giugno, alle ore 21.15 nella sala conferenze di Villa Baruchello, si terrà il convegno dal titolo “La storia più antica: i Piceni a Porto Sant’Elpidio”, organizzato dalla Delegazione FAI Fermo in collaborazione e con il patrocinio del Comune di Porto Sant’Elpidio. Con questa iniziativa si torna parlare di archeologia a distanza di 10 anni dall’allestimento della mostra “Origini. Vita e morte nella prima età del Ferro”.
L’incontro, aperto al pubblico con ingresso libero, vede tra i relatori figure di spicco nel panorama dell’archeologia nazionale. Interverranno Andrea Cardarelli, professore ordinario di Preistoria e Protostoria all’Università La Sapienza di Romae responsabile scientifico di numerosi e prestigiosi scavi in Italia e gli archeologi Marco Ritrecina (La necropolidella prima età del ferro di Porto Sant’Elpidio. I nuovi dati) e Fabiana Macerola (La formazione della civiltà picena nella prima età del ferro), entrambi dottori di ricerca a La Sapienza.
“La città – spiega il sindaco Nazareno Franchellucci – con la mostra ‘Origini’ ha arricchito il suo patrimonio di beni culturali ed il Comune è custode e gestore di reperti storici che vanno ad aggiungersi all’inestimabile patrimonio di ville storiche presenti nel nostro territorio. Questo convegno rappresenta un ulteriore occasione di approfondimento e valorizzazione di questo patrimonio che ci ha permesso di entrare all’interno di circuiti di valorizzazione e promozione dei siti e dei reperti Piceni della provincia e di collocare la città nei percorsi turistici provinciali e regionali.”
Come sostiene il capo delegazione FAI di Fermo Rossella Falzetta, l’importanza del convegno,dal carattere scientifico, è evidente su due fronti. “Innanzitutto, quello storico, poiché il sito di Porto Sant’Elpidio ha una rilevanza archeologica fondamentale nella ricostruzione della storia Picena, trattandosi della necropoli più antica tra quelle rinvenute nell’area geografica di interesse. In secondo luogo, quello culturale, perché in un momento di estrema attualizzazione di questa tematica, dato dal potenziamento delle ricerche e delle sedi museali dedicate ai Piceni sul territorio fermano, è inevitabile restituire a Porto Sant’Elpidio la propria connotazione archeologica.
La ricostruzione delle fonti storiche locali e la valorizzazione delle peculiarità culturali di tutta la Provincia sono compiti insiti nelle attività del FAI, ma non potrebbero avere la stessa persuasività e la stessa efficacia se non trovassero appoggio nelle amministrazioni comunali di riferimento. In questo caso il Comune di Porto Sant’Elpidio riaccende i riflettori sui ritrovamenti locali, alcuni dei quali esposti alla Torre dell’orologio. Ritengo doveroso, essendo il FAI una Fondazione che si regge sul volontariato attivo, ringraziare Annalinda Pasquali, che troveremo in veste di coordinatrice degli interventi, per averci suggerito la realizzazione di un evento di elevatissima qualità culturale: a lei il merito di proposto il convegno, curandone l’organizzazione”.
Annalinda Pasquali consigliere comunale e volontario Fai dichiara: “A dieci anni dalla inaugurazione della Mostra ‘Origini. Vita e morte nell’Età del Ferro’ è opportuno riportare l’attenzione sul patrimonio culturale e sulla storia locale. Patrimonio e storia che s’inseriscono in contesto molto più ampio di quelli che sono i confini amministrativi del nostro comune e che danno lustro alla nostra città. L’auspicio è anche quello di attivare reti per la promozione del patrimonio archeologico. Infatti, per l’occasione, saranno presenti anche amministratori di Fermo, Belmonte Piceno e Monteleone di Fermo”.
Il convegno si propone di comunicare i dati più recenti sull’origine e lo sviluppo della cultura dei Piceni nella regione medio-adriatica. Un particolare approfondimento sarà dedicato al complesso archeologico di Porto Sant’Elpidio (abitato e necropoli) che con i suoi quasi 3.000 anni di storia rappresenta una delle testimonianze più antiche tra le comunità picene del territorio marchigiano. Sarà un’occasione straordinaria per tentare di ricostruire le radici più profonde della nostra identità culturale, verificare assieme agli Enti preposti la possibilità di valorizzare il patrimonio archeologico rinvenuto e mettere in campo idee e iniziative per l’attivazione di reti per la promozione del patrimonio archeologico ed eventuali nuove ricerche sul territorio.
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