Caso macerie,
in manette dipendente regionale
e una imprenditrice

SISMA - Secondo la Procura di Ascoli ci sarebbe stato uno stabile e strutturato “asservimento” del pubblico funzionario agli interessi della società privata. Il Gip ha disposto la custodia in carcere per entrambi gli indagati

 

Macerie ad Arquata (foto Andrea Vagnoni)

 

di redazione CF

Clamorosa svolta nelle indagini sulla gestione delle macerie del sisma. La Guardia di Finanza di San Benedetto e la Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura ascolana ieri hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari a carico di un dipendente della Regione, e di un’imprenditrice dell’Ascolano.

Le ipotesi di reato sono quelle di corruzione e rivelazione di segreti di ufficio. La vicenda riguarda la gestione delle macerie post sisma nel Piceno e Fermano. La custodia in carcere, è stata disposta dal gip di Ascoli su richiesta dei pm ascolani. Le indagini, che sarebbero iniziate casualmente a partire da un procedimento per riciclaggio, hanno raccolto elementi indiziari ritenuti “gravi” dal procuratore capo Umberto Monti e dal Gip. In particolare ci sarebbe stato uno stabile e strutturato “asservimento” del pubblico funzionario agli interessi della società privata e a un corrispondente sviamento/condizionamento delle procedure riguardanti la gestione delle macerie post-sisma. Non vi sono altri dipendenti pubblici coinvolti. La notizia dell’indagine era trapelata nei giorni scorsi. Presto gli arrestati verranno sentiti nell’interrogatorio di garanzia per chiarire le loro posizioni e respingere le accuse.

 

 


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