Ferie Sanità, botta e risposta Donati-Livini
Cisl: “Punto di non ritorno”, Av4:
“No allarmismi, garantiti tutti i servizi”

FERMANO - Al centro del contraddittorio le ferie e la carenza di personale in vista dell'estate. Il segretario Cisl: "I sindaci convochino una conferenza aperta per affrontare Regione ed Asur". Il direttore Av4: "Noi non tagliamo i servizi. Altri lo fanno. Abbiamo adottato solo azioni ordinarie senza penalizzazioni"

Sanità fermana. Botta e risposta Donati-Livini. Il segretario regionale Cisl va giù pesante: “Siamo vicini al punto di non ritorno. Sempre meno personale, professionisti introvabili, perdita di servizi e avanzamento dei privati”. Ma la replica del direttore di Area vasta 4, Licio Livini, non si fa attendere: “L’azienda va vista nella sua complessità. Pareggio di bilancio ultimi anni, piano occupazionale sempre garantito nei limiti di legge, servizi tutti garantiti, riforma regionale pienamente attuata, territorio organizzato senza criticità, ricoveri ospedalieri piena mente rispondenti alle richieste (circa 17.000 all’anno). Unico nodo sono gli investimenti? Magari ulteriori interventi tecnologici potrebbero essere fatti.
Chi ci lavora, intendo nella sanità, deve sostenere la politica dell’azienda che è coerente con il sistema sanitario regionale. Chi rema contro crea allarmismo e tensioni e favorisce la fuga dei nostri cittadini. L’atteggiamento di Donati è da censurare ai limiti di provvedimenti aziendali. Ogni rivendicazione sindacale deve essere riportata nelle dovute sedi e non può essere un attacco diretto tramite stampa al direttore che rimane un gestore di attività da garantire ad una comunità di persone. Quello che l’Area vasta 4 riesce a fare è stato detto nell’intervento a tutto campo nella commissione consiliare del comune di Fermo”. (leggi l’articolo).

Il segretario regionale Cisl non va per il sottile: “Siamo veramente vicini al punto di non ritorno per la sanità del Fermano. Ormai – il punto di vista del segretario regionale Cisl, Giuseppe Donati – lo stato emergenziale è di tutto l’anno. D’inverno c’è l’emergenza influenza, d’estate quella delle ferie. Di fatto, manca personale tutto l’anno perché la dotazione organica è sottodimensionata all’origine.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti quelli che hanno la capacità e la volontà di vederli. Per la seconda estate consecutiva, a fronte di proclami, che sono sembrati più di una campagna elettorale anticipata, secondo i quali a Fermo non c’è un’emergenza per il personale, e ricordiamo bene gli articoli in soccorso di Livini sia del presidente Ceriscioli che di un estemporaneo portavoce del direttore di Area vasta 4 quale è stato il segretario provinciale Pd Alessandrini, il reparto di Cure Intermedie di Sant’Elpidio a Mare verrà consegnato ad un privato. Dicono per l’estate ma a pensare male spesso ci si azzecca. Tutto ciò, per una discutibile visione organizzativa e scarsa capacità di programmare nei tempi dovuti la necessità di risorse umane in Av 4. Ci sono responsabilità e livelli dirigenziali precisi ai quali ascrivere l’impossibilità di reperire infermieri ed Operatori socio-sanitari per le ferie estive. A differenza di altre realtà vicine, infatti, in AV4 si vuole sempre essere più realisti del Re ed invece di tenersi strette le professionalità presenti come fanno tutti, si opera con scelte che fanno altro che disamorare gli operatori a rimanere.

Giuseppe Donati

Va ricordato a proposito di carenza di operatori socio-sanitari, che il Piano di Fabbisogno 2018-2020 prevede a regime il taglio di 21 posti di Oss. Proprio di quelle figure per la carenza delle quali si è dovuto esternalizzare le Cure Intermedie. Non dimentichiamo i Punti Prelievo già consegnati ai privati, alle autorizzazioni, numerose e continue, a costruire strutture residenziali di Gruppi Privati nel territorio fermano.
Siamo al punto di non ritorno e stiamo andando verso una sanità di serie B, certamente non per responsabilità dei tantissimi operatori, professionisti, medici che giornalmente mettono l’anima nel loro lavoro a Fermo. Sul lato dei medici, la situazione è drammatica. E’ sicuramente vero che l’emergenza è nazionale ma il fenomeno fermano è più complesso. Stiamo registrando che se un pediatra, un cardiologo, un ortopedico, un ginecologo, un prontosoccorsista può scegliere tra Fermo ed un’altra Area Vasta, sceglie un’altra Area Vasta. Perché? Non è un mistero cosa stia avvenendo in Pediatria ed Obi ove ormai sono più i medici della cooperativa che quelli strutturati. Nemmeno è un mistero la estrema difficoltà di convincere cardiologi a venire a Fermo tanto è vero che si va avanti con turni aggiuntivi ed un budget di circa 50 mila euro già stanziato per poter coprire i turni di reparto. In estate l’attività ambulatoriale programmata sarà ridotta drasticamente.
Pensiamo come Cisl Fp che un cittadino che si reca in una struttura pubblica, con logo Asur-Area vasta 4, si aspetti di essere assistito e curato da un medico che ha superato un regolare concorso pubblico e per questo è stato assunto. Invece, ignaro di tutto, il cittadino adulto o bambino che sia, può trovarsi ad essere curato da un professionista che con la sanità pubblica non c’entra nulla.
Intanto, come non bastassero le pene già esistenti, a luglio l’ospedale di Fermo perderà anche l’unico anatomopatologo presente. La dottoressa in comando infatti, cesserà di prestare servizio a Fermo e rientrerà in AV2.
Quando parliamo di Sanità di serie B non lo facciamo a cuor leggero. Quello della Cisl Fp è un grido forte di dolore e di amore verso il servizio pubblico fermano. A conti fatti, siamo l’unica Area Vasta delle Marche a non avere un Servizio di Emodinamica pur essendo una zona con un’alta incidenza d’infarto, il treno della Senologia Breast Unit è volato da altre parti, la Pediatria è rimasta con due pediatri nonostante sia arrivata la nuova primaria ed ora, da luglio, non ci sarà neppure l’anatomo-patologo sempre disponibile, cosa importantissima soprattutto per la nuova attività chirurgia che si avvierà con l’arrivo del nuovo primario. Non vorremmo ritornare ai tempi in cui per avere una risposta di esame istologico bisognava attendere dai 40 ai 50 giorni. E’ facile comprendere che per chi teme di avere un tumore, l’attesa del referto è infinita.
In ultimo non può essere trascurato il fenomeno del pensionamento con quota 100 che nei prossimi mesi provocherà l’uscita di numerosi operatori e professionisti e vista la lentezza con la quale si provvede a rimpiazzare i pensionamenti in Av4 e non solo, la crisi d’organico diventerà insopportabile.

Sarebbe il caso che i sindaci fermani, lasciassero stare il galateo e convocassero una conferenza aperta a tutti nella quale affrontare Regione ed Asur. La richiesta deve essere semplice e diretta: essere messi al pari delle altre Aree Vaste come servizi, Emodinamica, Posti Letto e personale del comparto. La torta delle risorse, grande o piccola che sia, va rivista nell’utilizzo perché è evidente che altri stanno mangiandosi pure quella del Fermano”.

Il direttore Av4, Licio Livini

E la replica del direttore di Area vasta 4, Licio Livini, è puntuale. E pungente:

“L’azienda va vista nella sua complessità. Pareggio di bilancio ultimi anni, piano occupazionale sempre garantito nei limiti di legge, servizi tutti garantiti, riforma regionale pienamente attuata, territorio organizzato senza criticità, ricoveri ospedalieri piena mente rispondenti alle richieste (circa 17.000all’anno). Unico nodo sono gli investimenti? Magari ulteriori interventi tecnologici potrebbero essere fatti
Chi ci lavora deve sostenere la politica dell’azienda che è coerente con il sistema sanitario regionale. Chi rema contro crea allarmismo e tensioni e favorisce la fuga dei nostri cittadini. L’atteggiamento di Donati è da censurare ai limiti di provvedimenti aziendali. Ogni rivendicazione sindacale deve essere riportata nelle dovute sedi e non può essere un attacco diretto tramite stampa al direttore che rimane un gestore di attività da garantire ad una comunità di persone. Quello che l’Area vasta 4 riesce a fare è stato detto nell’intervento a tutto campo nella commissione consiliare del comune di Fermo”. Livini che continua nella disamina ad ampio raggio: “Non nego che ci siano delle difficoltà. Ma è doveroso e corretto sottolineare come queste siano diffuse a livello nazionale, non certo solo a Fermo, con una storica e cronica sofferenza nel reperimento di risorse umane. Ed è scontato che con più risorse vi siano meno problemi. Sono convinto, però, che dinanzi alle difficoltà tutti debbano porsi nelle vesti di portatori di responsabilità, al di là degli interessi dei singoli. E poi guardiamo a soluzioni condivise per creare situazioni più favorevoli. Quando abbiamo messo mano al Piano ferie per l’estate, per i dipendenti, c’erano anche i sindacati che, sì voglio sottolinearlo, hanno anche apprezzato quanto fatto. Non dimentichiamoci che abbiamo messo in atto solo azioni ordinarie senza alcuna penalizzazione per nessuno. Soluzioni alternative sarebbero state sicuramente più penalizzanti. Ciò comporta prendere decisioni come l’esternalizzazione delle Cure Intermedie sulla quale non griderei certo allo scandalo. Vogliamo capire che se a un professionista viene proposto un contratto a tempo determinato da noi, e un indeterminato da un’altra parte, sceglie logicamente e comprensibilmente la seconda opzione?

In merito alle denunce sindacali, o meglio di una sigla sindacale, o meglio ancora di un soggetto che risponde a una sigla sindacale (il riferimento di Livini è ovviamente proprio a Donati) non credo sia costruttivo continuare a bersagliare la sanità pubblica fermana, bene di tutta la nostra collettività. Ci sono le sedi opportune per il confronto, anche acceso per carità. Non ci si domanda perché le altre sigle sindacali non sono così caustiche? C’è stata condivisione sul Piano sanitario regionale, ci sono momenti di confronto in cui possono trovare spazio le rivendicazioni territoriali. Per carità, va bene anche la segnalazione pubblica, ma non quando è tesa a distruggere e non a costruire. Abbiamo sempre detto che le nostre porte sono aperte, sì ma a critiche costruttive e non pretestuose. Il segretario regionale Cisl forse potrebbe anche iniziare a guardare la sanità fermana anche come operatore, visto che ne fa parte, e non solo nelle vesti di sindacalista al vetriolo. Scoprirebbe che è un bene di tutti. E scoprirebbe anche che molti aspetti della nostra sanità sono eccellenti, a partire dai professionisti e dai servizi che offriamo all’utenza. Le difficoltà, ripeto, ci sono, ma vanno inserite in un contesto più ampio di crisi generale che investe tutti i settori, dall’economia alla società. Non fermiamoci alle riflessioni, per così dire, personali. E noi, in queste difficoltà, stiamo dando il massimo. Innanzitutto va sottolineato che noi non chiudiamo i reparti, non tagliamo i servizi. Altri lo fanno. E questa scelta mi sembra rilevante perché diamo risposte 365 giorni all’anno. Si guardi anche a tutto quello che di positivo abbiamo fatto e stiamo continuando a fare. Sento parlare di anatomo-patologia: bene, diamo questa notizia allora. Nel discorso di rete che stiamo portando avanti, con la collaborazione dell’Av di Ascoli avremo un anatomopatologo. E se prima si davano risposte in 20 giorni, ora abbatteremo i tempi passando a 8 giorni, solo per fare l’ultimo esempio dei risultati del lavoro che portiamo avanti per il bene dell’utenza e l’efficienza della sanità fermana, forte di un impegno collegiale di tutti i nostri professionisti. Ulteriori risultati si potrebbero ottenere se tutti remassimo nella stessa direzione”.

Viaggio al centro della sanità fermana, dai tempi e numeri del nuovo ospedale alla rete interprovinciale L’analisi del direttore Av4 Livini


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