Operazione ‘Car Rent’,
identificati i rapinatori
del rappresentante di gioielli

PORTO SANT'ELPIDIO - Una banda di malviventi lo scorso 27 febbraio ha rapinato a Porto Sant'Elpidio un rappresentante di gioielli procurandogli ferite per 8 giorni di prognosi. Scattate subito le indagini, la polizia della questura di Fermo è riuscita a dare un nome e un volto ai quattro banditi. Uno è stato anche arrestato. Gli altri hanno le ore contate


Studiano il piano nei minimi dettagli, pedinano quel rappresentante di gioielli, documenti falsi alla mano per usare auto e moto e per non essere identificati. E alla fine, a Porto Sant’Elpidio entrano in azione. Ma la polizia, grazie a un certosino lavoro di intelligence, con il supporto di sofisticate attrezzature tecnologiche, ha dato loro un nome e un volto. E uno finisce anche agli arresti domiciliari.

Erano circa le 11.30 del 26 febbraio scorso quando il 113 della Questura di Fermo riceveva da Porto Sant’Elpidio la richiesta di intervento in emergenza delle Volanti e della Squadra Mobile.
Un rappresentante di preziosi, in via Trentino, aveva appena mostrato il suo campionario ad una gioielleria del luogo e stava rientrando in auto, quando era comparsa una moto con due persone a bordo, una a volto scoperto, che gli hanno rubato il borsello con il contenuto per oltre 10mila euro, vincendo la resistenza del rappresentante che, scaraventato a terra, aveva anche subito lesioni personali per otto giorni di prognosi (leggi l’articolo).
Da lì è iniziata una intensa attività investigativa, coordinata costantemente dalla Procura di Fermo.
Le indagini sono state svolte sia con i metodi tradizionali, acquisendo testimonianze ed immagini delle telecamere di sorveglianza nei luoghi teatro dell’evento per poi ricostruire interamente ed in modo dettagliato l’itinerario e l’iter criminis dei malviventi, sia con sofisticati sistemi tecnologici.
I due rapinatori erano stati supportati da altri due complici, che avevano preso a noleggio due auto di “scorta” e di “staffetta” alla moto, fornendo documenti falsi.


La moto stessa aveva la targa contraffatta, per evitare i controlli.
Una intensa attività di indagine, supportata dalla fattiva collaborazione della questura di Napoli, chiamata convenzionalmente “operazione Car Rent”, ha così permesso di ricostruire sia l’evento e capire come i malviventi avessero premeditato l’azione pedinando costantemente il rappresentante orafo da un paese della limitrofa provincia di Macerata, attendendo il momento propizio per appropriarsi dei gioielli, sia di acquisire ulteriori immagini dei veicoli lungo i percorsi stradali ed autostradali, nonché quelle dei malviventi mentre si fermavano in locali pubblici o parcheggi prima e dopo la perpetrazione del delitto.
Si tratta di quattro uomini, italiani, tutti residenti a Napoli e nell’hinterland del capoluogo campano, tre dei quali con molti precedenti per simili gravi delitti: dei rapinatori abituali in trasferta.


Gli elementi sono stati riferiti alla Procura della Repubblica di Fermo, che, facendoli propri, ha chiesto ed ottenuto dal Giudice delle Indagini preliminari l’emissione di tre misure cautelari in carcere ed una agli arresti domiciliari nei confronti di un 55enne, un 48enne, un 40enne e un 26enne.
Dal primo luglio i poliziotti delle Questure di Fermo e di Napoli sono quotidianamente attivi per ricercare sul territorio i quattro malviventi. Al momento ne è stato arrestato uno e posto agli arresti domiciliari, e gli altri tre sono ormai braccati e presto saranno assicurati alla giustizia. I loro dati e volti sono stati diffusi a tutte le Forze di Polizia di tutta Italia ed ormai hanno le ore di libertà contate.

Gli strappano di mano la valigetta piena di gioielli e fuggono in moto


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