Un grande successo ed una crescita costante, anno dopo anno: c’è entusiasmo tra i componenti dell’associazione La Fabbrica delle Polpette nel tracciare il bilancio della terza edizione del MeetBall Festival, svoltosi nuovamente all’interno dell’ex Conceria.
“Ringraziamo la Contrada, sempre preziosa, così come tutti i ragazzi dello staff che non si sono risparmiati – rimarcano i membri dell’associazione -. Un grazie va anche al Comune che si è messo a disposizione e ai tanti consiglieri comunali che ci sono stati vicini. Fondamentale il supporto della proprietà, Adriatica Spa, così come quello di tutte le persone che sono venute alle nostre feste per sostenere questo importante progetto. Un progetto che ovviamente va avanti, con la possibilità anche di fare qualcosa durante la stagione invernale”.
Per il terzo anno consecutivo lo chef Enrico Mazzaroni si è prestato a cucinare polpette, questa volta cotte con azoto liquido. “Al suo showcooking di sabato pomeriggio hanno preso parte circa 50 persone e a loro Enrico, un amico del nostro festival e una persona veramente speciale, ha raccontato la sua storia, il suo percorso dopo il terribile terremoto che lo ha costretto a chiudere il ristorante Il Tiglio a Montemonaco, a trasferirsi sulla costa, fino alla recente riapertura del suo ristorante tra le sue amate montagne”.
Ma il sabato, giornata conclusiva della terza edizione, è stato anche l’occasione per quello che i ragazzi de La Fabbrica delle Polpette definiscono “un appuntamento con la storia”. “Alla visita all’interno dell’ex Conceria hanno preso parte Don Luciano, Gianluca Valeriani, Giuseppe Milozzi, vice presidente Casa della Memoria, e Ian McCarthy. Siamo stati al capannone zero insieme a decine di persone, che hanno scoperto il campo Pg-70 anche grazie alla storica Simona Corvaro, autrice di un libro sugli abitanti della zona che nascondevano i prigionieri di guerra che scappavano verso il mare cercando la libertà”.
Una festa, insomma, organizzata per creare attenzione e che ha visto persone da San Benedetto del Tronto a Tolentino colpite positivamente dalla memoria custodita dal posto e dalle prospettive che l’associazione ha posto con forza sul tavolo. “C’è stata poi la festa anni ’90, la più bella mai fatta, con tantissima gente che ha voluto ringraziarci per l’idea e la proposta musicale – concludono -. È proprio grazie ad artisti e collaborazioni che cerchiamo di costruire questo festival, per mantenere vivo un luogo della memoria e per aprirlo sempre di più. Certo, farlo qui ha costi significativi, ma siamo convinti sia la strada giusta. Lo facciamo perché è un luogo che non può essere dimenticato. Da ricordare anche la serata del giovedì con Beba e Velocy Raptus, così come il venerdì con la collaborazione con Cerrado Studio e la presenza di tanti artisti internazionali”.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati