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‘Aspettando il Filofest’,
oltre 300 persone per Mancuso,
Mancini e Maggi Applausi per Portera

ORTEZZANO - Evento riuscitissimo ad Ortezzano con i filosofi Vito Mancuso e Roberto Mancini, il teologo padre Alberto Maggi, con il coordinamento del giornalista Vincenzo Varagona e l’organizzazione del Comune, Pro Loco e associazione Wega


“La via dell’umanità che ognuno può seguire? Diventare migliori. Come? Immergendosi totalmente nelle cose immortali del mondo: bellezza, natura, musica, arte, poi coltivare la mitezza, l’empatia, la giustizia, la misericordia, la purezza di cuore. Mettere ordine nel caos interiore”. E’ questa la strada indicata dal filosofo e teologo Vito Mancuso per aprire un nuovo futuro all’insegna dell’umanità troppo spesso latitante in questi tempi moderni. Oltre 300 persone ad Ortezzano per ascoltare lo stesso Mancuso, il filosofo Roberto Mancini, il teologo padre Alberto Maggi, con il coordinamento del giornalista Vincenzo Varagona e l’organizzazione del Comune, Pro Loco e associazione Wega.

Un nuovo futuro dove la cifra umana diventa guida per tutto il resto, passando attraverso il cambiamento personale e quindi della società. “Tutto il vangelo è un invito al cambiamento – rimarca padre Maggi – e per farlo bisogna riconvertire alcuni aspetti, come l’avere col condividere, il salire come individualismo ed egoismo con lo scendere ovvero rendersi umili, il comandare con il mettersi al servizio”. Mancini si focalizza sull’aspetto deleterio di fare affidamento sul potere. “Purtroppo – sottolinea – ci si adatta ai vari sistemi di potere della società quando le relazioni umane vengono considerate inaffidabili, ed esso si annida dove c’è disprezzo dell’essere umano chiuso nell’individualismo. Diventare adulti significa interiorizzare la logica dell’insieme. La guarigione dalla dissonanza con la propria interiorità schiava di sistemi di potere manipolatori (finanza, tecnocrazia, sistema dei media, rete della burocrazia, geopolitica come rissa permanente), avviene quando si fa esperienza dell’accoglienza, si recupera il contatto umano, la gratuità”. Chiusura di serata poi con Ricky Portera, chitarrista di Lucio Dalla e degli Stadio che ha ripercorso musicalmente la sua brillante carriera sulla traccia del libro ‘Ci sono cose che non posso dire. Storia di vita di Ricky Portera’, curato dalla giornalista Paola Pieragostini presente alla serata e che ha introdotto l’artista assieme a Varagona. Una viaggio nella migliore canzone d’autore italiana con i pezzi famosi dei tanti cantautori con cui il chitarrista ha lavorato ed ha allacciato amicizie profonde, condito con aneddoti particolari e curiosi.


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