Nuove tecnologie in aiuto all’assistenza sanitaria ed all’inclusione sociale nei piccoli centri. E’ questo il senso del progetto presentato stamattina, da Ambito Sociale XIX e Gal Fermano, che va ad inserirsi nel più ampio contenitore dello Smart Village. Quest’ultimo è una piattaforma informatizzata e relazionale costituita l’anno scorso da 10 comuni del cratere sismico.
“Una piattaforma che portiamo avanti con forze nostra e che affianchiamo ad altre progettualità – esordisce il coordinatore dell’Ambito XIX Alessandro Ranieri – Sono tre le cooperative, Nuova ricerca agenzia res, Idea ed Utopia, che seguirando la dimensione sociale. C’è poi il bando del Gal, da 100.000 euro, per far rete ed accompagnamento sociale nei piccoli Comuni, coinvolgiamo tutti quelli dell’Ambito sotto i 5.000 abitanti”.
Il progetto non riguarda direttamente Fermo, ma c’è anche, da presidente dell’Assemblea dei sindaci d’ambito, Paolo Calcinaro, anche perchè, osserva, “il rischio di spopolamento e la perdita di appeal dei nostri territori sono temi attuali. Parliamo spesso di incoming e turismo, ma dobbiamo pensare anche alla qualità della vita di chi è rimasto nei piccoli centri. Ogni mattone per rinsaldare quella la qualità della vita è utile”.
Michela Borri, presidente del Gal, evidenzia: “Potendo usare risorse aggiuntive del sisma, le vogliamo destinare a progetti di impulso e supporto alla popolazione. Il bando prevede partenariati pubblico privati, ci piacerebbe supportare idee capaci di diventare un modello virtuoso.Sosteniamo progetti pilota che favoriscono la messa in rete tra imprese, enti pubblici e privato sociale, dall’assistenza sanitaria all’inclusione sociale di popolazione fragile, attraverso strumenti innovativi. Il Gal ascolta le esigenze della popolazione evogliamo seguire l’input di investire sulla qualità della vita”. Potrà anche essere l’occasione per sviluppare sperimentazioni già messe in atto nell’Ambito sociale, con il coinvolgimento dell’Università politecnica delle Marche e delle imprese locali. Il Gal mette 100.000 euro, con una compartecipazione del 20% da parte dei beneficiari. Scadrà il 30 ottobre.
La rivoluzione smart nei servizi sociali è stata avviata, come rimarca il sindaco di Monte Vidon Corrado Giuseppe Forti, “dalla necessità di coinvolgere i medici, lavorando su prevenzione ed accompagnamento. Ormai il medico di paese non esiste più, serve costruire una rete di relazioni. Per questo, insieme ai medici di base e con l’ausilio dei sindaci, sono state individuate persone sole, sopra i 75 anni, o coppie di anziani con limitazioni per via delle barriere architettoniche. L’Inrca ha effettuato valutazioni dal punto di vista fisiatrico e cardiologico, ma anche dal punto di vista della comorbilità. Ad alcuni è stato dato un dispositivo di telesoccorso, con un orologio in grado di comunicare con la base. I dati arrivano al centro servizi che evidenzia movimenti compatibili con una caduta, oppure uno stato di immobilità prolungata di oltre tre ore. Così la centrale verifica con la persona e con i familiari, poi può arrivare ad attivare il 11”:
Il prof. Michele Germani, ricercatore della Politecnica, ricorda l’investimento di 60.000 euro già effettuato dall’ateneo dorico. “Il modello, per essere sostenibile, deve mettere insieme persone e tecnologie. Questi progetti possono rappresentare anche un incentivo per i giovani”. Tocca infine a Stefano Ranieri della cooperativa Nuova ricerca agenzia res. “Insieme alle cooperative Idea ed Utopia abbiamo ricevuto un finanziamento da 250.000 rivolto dalla Regione alle imprese sociali dell’area del sisma. E’ una costola della piattaforma smart village, una sorta di portierato sociale. Una serie di relazioni, conoscenze, piccoli aiuti e commissioni che favoriscono le relazioni, un lavoro di vicinanza per raccogliere le esigenze dei cittadini”.
Alla presentazione, oltre a Calcinaro e Forti, c’erano anche i sindaci Ivano Bascioni di Belmonte, Mauro Ferranti di Montappone, Giusy Scendoni per Ortezzano, Romina Gualtieri per Monsampietro Morico
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