EMERGENZA E TERREMOTO
Croce Rossa Sibillini e una storia tra
due province, aspettando la nuova sede

COMUNANZA - La struttura sarà sede di Croce Rossa, avrà una sala operativa di Protezione Civile, ospiterà telemedicina e avrà anche una pista di atterraggio abilitata per il volo notturno

di Andrea Braconi

Una nuova sede che rappresenta un cambio di rotta, a quasi 20 anni dalla nascita del Comitato Croce Rossa Italiana dei Sibillini. Dalle parole di Vittoria Travanti, 53enne membro del direttivo, trapela l’enorme soddisfazione per un traguardo che si avvicina giorno dopo giorno. A settembre, infatti, si terrà la gara d’appalto per dare inizio ad anno nuovo ai lavori sui 400 metri quadri della postazione di soccorso di Comunanza, nell’area degli impianti sportivi, alla quale si affiancherà quella che verrà realizzata ad Amandola nell’ex mattatoio.

“Sarà un passaggio importante – commenta Travanti – non solo per uno spazio finalmente consono alla nostra attività quotidiana, ma anche perché prendiamo coscienza del fatto che un’istituzione come Croce Rossa Italiana ha voluto darci una mano significativa, destinando fondi importanti per due motivi”. Oltre alla connotazione di una zona considerata “disagiata”, sia come posizione che per i danni causati dal sisma, è stata proprio la valutazione sull’operato del Comitato con sede a Comunanza (presieduto da Valeria Corbelli) durante il post terremoto a spingere il nazionale, in particolare il presidente Francesco Rocca, a riconoscere i finanziamenti necessari per l’intervento di ampliamento ed adattamento di una struttura già esistente, ceduto in comodato d’uso gratuito dall’Amministrazione comunale.

“Sarà la sede di Croce Rossa, ci sarà una sala operativa di Protezione Civile, si farà telemedicina e avremo anche una pista di atterraggio abilitata per il volo notturno” specifica Travanti.

VOLONTARI E TERREMOTATI

Il terremoto del 2016 ha segnato in maniera profonda – e non poteva essere diversamente – anche il personale della CRI dei Sibillini. “Abbiamo fatto di tutto nelle ore e nei giorni successivi – racconta Roselli, che nel Comitato è entrato proprio in quel periodo e che è rimasto impegnato per 24 giorni nella palestra di Force -. La nostra è stata una delle prime ambulanze arrivate a Pescara del Tronto, purtroppo per il solo recupero delle salme. Poi abbiamo gestito campi di Protezione Civile a Comunanza e Force, oltre ad aver collaborato alla gestione su Montemonaco, Amandola e Monfortino”.

“Per un dovere umano ci siamo sentiti di collaborare, oltre che per una questione di numeri – sottolinea Travanti -. In un palestra, ad esempio, c’erano tantissime persone e quindi il lavoro era molto complesso”.

I volontari si sono anche occupati dell’accompagnamento nelle case con i Vigili del Fuoco per il recupero di oggetti personali dei terremotati. “Probabilmente Comunanza era il paese che aveva subito di meno in termini di danni alle abitazioni – prosegue – anche se detto da me fa un po’ ridere considerando che il 24 agosto avevo due case ma dopo il terremoto neanche una. Qui da noi il numero delle case inagibili era circoscritto, anche se la scossa del 30 ottobre ci ha messo in mezzo sulla strada. Nonostante questo non abbiamo mai smesso di operare, facendo diversi servizi, anche nei confronti di persone anziane”.

UNA STORIA TRA DUE PROVINCE

Una sede, come detto, che cambia il corso delle cose di questa realtà, nata nel 2000 per volontà di un gruppo di giovanissimi di età compresa tra i 16 e i 18 anni. “All’epoca hanno coinvolto persone un po’ più grandi per portare qui la Croce Rossa. E da un’idea nata davanti ad un pub, come raccontano proprio gli stessi fondatori, si è arrivati ad agganciarci al comitato di Ascoli Piceno, fino al successivo distacco e alla conseguente richiesta di autonomia”. Accanto a Travanti ci sono Pacifico Roselli e Marcello Buratti, due delle tante figure che rendono unico il Comitato di Comunanza

Ad occuparsi della copertura nei territori di Comunanza, Montemonaco, Montefortino e Amandola (e in alcuni casi anche a Montefalcone Appennino e Force) sono circa 150 volontari, di cui 80 impegnati nel servizio operativo nei vari ambiti di Croce Rossa. “C’è chi ha fatto solo il corso di primo soccorso e quindi non può salire in ambulanza o fare servizi di emergenza, ma è comunque impegnato nella parte non sanitaria. Noi collaboriamo anche con la Casa Protetta ‘Don Rino Vallorani’ di Comunanza, quest’anno abbiamo accompagnato una bambina disabile a scuola, facendo lo stesso servizio anche per due ragazzi disabili da Force ad Ascoli Piceno”.

IL PARCO MEZZI

Sono 3 le ambulanze di emergenza di classe A, tutte nuove, come rimarca Roselli. “Abbiamo anche 2 ambulanze di classe B per trasporti secondari, 1 pulmino a 9 posti con una pedana per il trasporto dei disabili, 1 Doblò nuovo sempre con pedana e carrozzina. E poi 1 jeep, 1 Panda 4×4, 1 Sedici 4×4, 1 Kangoo 4×4 e la mitica Punto” ironizza. Un parco mezzi che, insieme a tutta l’attrezzatura necessaria per gli interventi, troverà presto una nuova (e mai così attesa) casa.


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