di Giorgio Fedeli
Dopo i controlli sulle rotte e gli snodi dell’illegalità, effettuati lo scorso 13 agosto (leggi l’articolo), la polizia della questura di Fermo torna a far sentire il suo ‘pugno di ferro’ alla criminalità. E lo fa schierandosi nuovamente in quello che è considerato un punto nevralgico dell’illegalità e delle infiltrazioni criminose del Fermano, Lido Tre Archi. Oggi pomeriggio, dalle 14, diverse pattuglie della polizia hanno iniziato a perlustrare in lungo e largo il rione fermano, con puntate anche a Porto Sant’Elpidio. In azione svariate pattuglie della questura di Fermo e del reparto Prevenzione Crimini di Pescara, agenti in divisa ma anche in borghese. E la collaborazione di un’unità cinofila del Gruppo della Guardia di Finanza di Fermo.
Nel loro pomeriggio di controlli, gli agenti hanno fermato diverse persone, sia residenti nel quartiere che ‘di passaggio’. Identificazioni, perquisizioni personali, domiciliari e anche nelle auto, con l’ausilio del fiuto infallibile di Grant, il cane della cinofila del Gruppo delle Fiamme gialle. E infatti qualche risultato sembra proprio essere arrivato. Le divise avrebbero, infatti, sequestrato della droga. Ma per il momento dalla polizia fermana non si hanno ancora i dati ufficiali. Controlli senza età: si è andati dai ragazzini sul lungomare, alcuni dei quali trovati in possesso di droga e senza documenti, a ‘strani soggetti’ a bordo di auto in transito nel quartiere, sia in entrata che in uscita da Tre Archi.
E questo è quello che si è potuto osservare dalla strada, sotto gli occhi incuriositi di passanti, quelli soddisfatti di chi vuol vivere in sicurezza, ma anche sotto lo sguardo indiscreto di qualcuno che ha seguito l’evolversi dell’operazione dai balconi o di chi, alla vista della polizia, ha silenziosamente fatto inversione a U. Quello che non si è visto invece spazia dai controlli sull’immigrazione clandestina a quelli sulla prostituzione, dal monitoraggio di alcuni appartamenti nella black list della questura, passando per quelli occupati abusivamente in passato, per finire allo screening della spedizione di denaro da e per l’estero che potrebbero celare finanziamenti a reti criminali anche di livello internazionale. Certo non era difficile notare la presenza delle divise. Ma forse anche questo è il messaggio che la questura vuole lanciare sia al sottobosco criminoso che ai residenti che chiedono sicurezza: la polizia c’è, oggi si è vista. Ma l’occhio della questura è puntato sulla criminalità anche quando le divise non sono sotto i riflettori.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Anche queste sono le conseguenze dell0immigrazione clandestina selvaggia, alla quale bisogna porre un freno!