di Andrea Braconi
La minoranza attacca sulla vendita dell’area della Stazione di Santa Lucia e il sindaco, a stretto giro di posta, risponde. Prosegue la querelle sul destino dell’attuale deposito della Steat, oggetto in mattinata di una conferenza stampa convocata dai consiglieri di minoranza Giulia Torresi e Massimo Rossi. Un’analisi, la loro (LEGGI QUI), contestata dal primo cittadino Paolo Calcinaro. “Mi vengono due pensieri – scrive il sindaco in una nota, riferendosi soltanto a Rossi -. Il primo è che seguendo la sua tesi i cittadini fermani andrebbero ad indebitarsi nei prossimi anni di circa tre milioni (questo sarebbe il costo di un acquisto e del recupero dei manufatti vincolati presenti) quando questa operazione può essere velocemente effettuata dalla Steat che è una società, peraltro, pubblica al 100%, senza quindi aggravio sui conti dei fermani”.
Il secondo aspetto, secondo Calcinaro, è che il piano finanziario paventato da Rossi (con la rata di mutuo per l’acquisto coperta dall’affitto Steat) “rimane, anche secondo il suo ragionamento, sostenibile solo con una lunga permanenza della Steat sul posto ponendo una forte contraddizione con il tema del ‘ritorno al Comune’ e parimenti allontanando la possibilità di un investimento al recupero della Stazione da parte della società”.
Calcinaro dice di cogliere con favore il riconoscimento dell’impercorribilità dell’acquisizione tramite federalismo fiscale, un tema secondo il sindaco tirato fuori “da chi non conosce la normativa sul tema”. Il perché è presto spiegato: “A quelle condizioni, sarebbe stata troppo stringente per l’Amministrazione mentre sottolineo che l’opzione all’acquisto sarebbe stata anche tecnicamente, oltre che per quanto detto sostanzialmente, impercorribile vista l’impossibilità per un Ente di reperire la copertura certa di 650.000 euro in 15 giorni”.
Insiste, il sindaco, sull’eventuale acquisto da parte della Steat che secondo lui “porterebbe al risultato di giungere ad una riqualificazione della vecchia stazione in nemmeno due anni e senza costi per la comunità fermana”. “Le ipotesi di Rossi invece – prosegue – oltre che pesantemente onerose per i cittadini fermani non avrebbero dato risposte tangibili di recupero nei prossimi anni. E purtroppo Fermo è una città con troppi scheletri ancora da recuperare: abbiamo trovato i fondi per l’ex mercato coperto, l’ex consorzio agrario, il terminal e mezzo Fontevecchia ma rimangono ancora da recuperare la Casina delle Rose e la casetta del custode, il secondo cortile del Fontevecchia, il palazzo Preziotti, la ex scuola media Ugo Betti, anche se per quest’ultima siamo sulla buona strada. E questo da amministratori non bisogna mai scordarselo”.
Sull’apertura di un tavolo di confronto, già sollecitata dal consigliere del Pd Pierluigi Malvatani, Calcinaro si dice favorevole. “E’ già in sostanziale svolgimento, tra Comune, Steat e Provincia (maggiore azionista Steat) con il coinvolgimento delle associazioni che da sempre sostengono un veloce recupero del manufatto: e su questo ogni spunto del consigliere Rossi sarà sempre benvenuto”.
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