La recensione
‘Tolkien’, il biopic intimo e riflessivo
sull’autore de ‘Il Signore degli Anelli’

CINEMA - Tolkien, il biopic sulla vita dell'autore de 'Il Signore degli Anelli' è un'interessante aggiunta alla categoria in costante crescita delle biografie d'epoca. Il romantico occhio registico di Dome Karukoski e il cast solido fanno risaltare questa storia, senza soffermarsi troppo su ogni aspetto ma rendendo piacevole il racconto nel complesso, bilanciando il tutto con destrezza.

di Eraldo Di Stefano

Un biopic dolce, riflessivo e spesso romantico sull’autore de “Il Signore degli Anelli”: arriva al cinema Tolkien. Portare sul grande schermo la storia di una vita intera è un compito arduo, specialmente quando si tratta di un’eredità tentacolare come quella di J.R.R. Tolkien. La decisione più intelligente del regista Dome Karukoski è stata quella di concentrare questo gioco biografico sui primi anni della vita del famoso autore, riuscendo a rendere qualcosa di intimo, affascinante e inaspettato.

È bello immergersi nel film sapendo che le mani dietro alla produzione, che ci hanno lavorato, sono tutte di grandi fan di Tolkien, creando una storia dolce e fantastica sull’amore, la creatività e l’amicizia, che probabilmente affascinerà ogni spettatore. Il film non affronta troppo gli aspetti pesanti di quel periodo, piuttosto tende a concentrarsi sugli anni di college e poi sul tempo come soldato nella prima guerra mondiale dell’autore. Dopo essere stato spostato da bambino, Tolkien e suo fratello vengono costretti a trasferirsi a Birmingham, dove l’autore incontrerà il cosiddetto Tea Club e la Barrovian Society, i suoi migliori amici per tutta la vita. Proprio come ne “Il Signore degli Anelli”, questa è una storia sulla famiglia “scelta”, cioè gli amici, e i suoi saranno tutti tipi creativi: Christopher Wiseman (Tom Glynn-Carney), GB Smith (Anthony Boyle) e RQ Gilson (Patrick Gibson). L’obiettivo principale del gruppo è quello di cambiare il mondo attraverso l’arte, ognuno appassionato di una diversa area di competenza creativa, trascorrendo molte notti a bere tè e discutere su meriti di scritti letterari, artisti e compositori.

 

La ragione per cui questi momenti e relazioni sono fondamentali è che il film sostiene che le strette amicizie dello scrittore e le esperienze dei ragazzi in guerra sono state la base e l’ispirazione per la serie de “Il Signore degli Anelli”. Karukoski estende questa idea anche al vissuto bellico di John Ronald Reuel, che con ogni probabilità ha ispirato Mordor. Con una lente morbida e delle belle inquadrature, il regista getta il pubblico nei primi anni del 1900 quando Tolkien (Nicholas Hoult) sopravvive alla scuola di preparazione prima di dirigersi verso Oxford, con i suoi ampi prati verdi. I temi della natura e della bellezza corrono lungo tutto il film e giocano come una contrapposizione impressionante agli orrori della guerra, che talvolta invadono lo schermo.

Tolkien è un’interessante aggiunta alla categoria in costante crescita delle biografie d’epoca. Il romantico occhio registico di Dome Karukoski e il cast solido fanno risaltare questa storia, senza soffermarsi troppo su ogni aspetto ma rendendo piacevole il racconto nel complesso, bilanciando il tutto con destrezza.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




Gli articoli più letti