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IL DIARIO DI TEATRI SENZA FRONTIERE
Il gran finale: “Offrire ai bambini delle sterminate periferie del mondo uno spettacolo di teatro”

SAN PAOLO DEL BRASILE - "E' una sfida che abbiamo lanciato dieci anni fa, passata attraverso gli altopiani dell'Etiopia, nel cuore della foresta Amazzonica, nei campi Rom del nord dell'Albania, nei villaggi sperduti del Ghana più rurale, nelle infinite baraccopoli di Nairobi ed oggi nella più grande megalopoli di tutto il sud America: San Paolo"

 

di Marco Renzi

Foto Sorina Simona Furdui

Con lo spettacolo finale del corso di teatro, tenuto con i ragazzi che frequentano il centro “Menino Deus”, si è conclusa a San Paolo del Brasile la decima edizione di TEATRI SENZA FRONTIERE, progetto di teatro e solidarietà ospitato all’interno di MARAMEO-festival interregionale e internazionale del teatro per ragazzi, manifestazione che nel 2019 ha visto insieme quattro Regioni promotrici (Abruzzo, Lazio, Marche e Puglia), due Regioni che hanno ospitato altre iniziative (Basilicata e Umbria) e quindici Comuni: quasi cento spettacoli, oltre a laboratori, incontri, mostre ed eventi per un festival che non ha uguali nel nostro paese.

Come tradizione, oramai da diversi anni, l’atto conclusivo della rete MARAMEO FESTIVAL si è svolto fuori dai confini nazionali, l’anno scorso in Ghana, quest’anno in Brasile e, anticipiamo, l’anno prossimo sarà a Nairobi in Kenya. In questi paesi TEATRI SENZA FRONTIERE vuole, con molta umiltà e al contempo tanta determinazione, portare il suo stesso dna, la cifra identitaria che accomuna tutti coloro che vi aderiscono: il Teatro. Offrire a tutti i bambini delle sterminate periferie del mondo la possibilità di assistere, spalla a spalla, ad uno spettacolo di teatro, fatto da persone vive per altri loro simili, condividere insieme l’emozione, la paura, l’allegria, la sorpresa, questo vogliamo fare, perchè il teatro è un formidabile strumento di comunicazione, capace di andare al di là delle barriere linguistiche e culturali e perché tutti debbono avere l’opportunità di confrontarsi con questo linguaggio antico quanto l’uomo.

E’ una sfida che abbiamo lanciato dieci anni fa, passata attraverso gli altopiani dell’Etiopia, nel cuore della foresta Amazzonica, nei campi Rom del nord dell’Albania, nei villaggi sperduti del Ghana più rurale, nelle infinite baraccopoli di Nairobi ed oggi nella più grande megalopoli di tutto il sud America: San Paolo. In ciascuno di questi luoghi abbiamo incontrato amici che ci hanno messo a disposizione le loro strutture e il senso più profondo del lavoro che svolgono, abbiamo visto quali opere può realizzare un uomo quando dentro di se vivono motivazioni che diventano ragione di vita, le abbiamo persino viste queste vite, piene e luminose, uscire dagli occhi degli stessi protagonisti, perché quando un’esistenza si riempie di significato sono gli occhi a rivelarcelo e nessun artificio può nasconderlo. In occasione del primo decennale li vogliamo ringraziare tutti questi amici spari per il mondo, per averci arricchito e mostrato qualcosa di veramente prezioso che ci ha riconciliati con il nostro essere umani.

A San Paolo Padre Gigio (Don Luigi Valentini) ha creato un team di persone davvero straordinarie e con loro ha aperto scuole per bambini e centri sociali per anziani, non solo nella grande megalopoli ma anche in tante altre città del Brasile. Ci hanno accolto come amici di lunga data e fatto sentire la loro vicinanza, abbiamo ricambiato portando il nostro spettacolo in tutti i luoghi che ci hanno indicato, anche in quelli logisticamente impossibili, fin nella più piccola scuola dell’ultima periferia di San Paolo, nelle favelas senza fine dove la gente vive accatastata una sopra l’altra, alla fine sono state undici le rappresentazioni effettuate.

Sin dal primo giorno abbiamo aperto una scuola di teatro frequentata da circa quaranta bambini e ragazzi, hanno visto da dentro cos’è e cosa può essere il teatro e a fine corso, dopo due settimane intense, hanno mostrato il loro spettacolo a tutti gli altri ragazzi del centro e ai genitori. E’ stata un festa nel senso più brasiliano della parola: fatta di sorrisi, emozioni, tamburi, balli, cibo e al termine (anche questa volta) da un velo di tristezza per un percorso giunto alla fine, qualche lacrima si è affacciata, molte mani si sono strette, ma questa è la regola della nostra giostra che si ripete ogni volta puntuale.

Come vuole la regola ciascuno dei partecipanti chiuderà nella propria valigia ricordi, volti, sorrisi, suoni, portandoseli con sé in quel bagaglio più grande che chiamiamo esperienza. Abbiamo raccontato con i ragazzi la storia del Diluvio e dell’Arca, di quel grande barco capace di accogliere uomini e animali per restituirli, dopo aver commesso errori su errori, a un nuovo inizio e crediamo che mai racconto sia più attuale di questo, lo abbiamo fatto attraverso il gioco, centro espressivo nel teatro dei bambini.

TEATRI SENZA FRONTIERE è una rete anch’essa, come MARAMEO FESTIVAL, a questa edizione hanno partecipato: MARCO RENZI, SIMONA RIPARI (Proscenio Teatro di Fermo), MAURIZIO STAMMATI, CHIARA DI MACCO, DILVA FODDAI (Teatro Bertolt Brecht di Formia), PAOLO COMENTALE, ANNA CHIARA CASTELLANO VISAGGI (Granteatrino/Casa di Pulcinella di Bari), GIUSEPPE VIROLI (Teatro di Stracci di Cesena), VALERIA MUCCIOLI (Le Meccanche Semplici di Pesaro). Le immagini che vi sono arrivate attraverso i social e la documentazione dell’evento sono state curate da SORINA SIMONA FURDUI e da SIMONA GIONTA.

Grazie all’Associazione “Condividere onlus” di Porto San Giorgio e all’Associazione “Menino Deus” di San Paolo, senza dei quali questo lavoro non si sarebbe potuto realizzare. Grazie ai quotidiani “L’Avvenire” e a “Repubblica.it” per gli spazi nazionali che ci hanno dedicato, grazie a Radio Fermo Uno e a Cronache Fermane per aver trasmesso anche quest’anno l’anima del progetto nel territorio fermano.

IL DIARIO DI TEATRI SENZA FRONTIERE “In quell’oceano degli ultimi della terra, ci sono anche le nostre luminose gocce”


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