Protezione Civile, i piccoli Comuni
provano ad unirsi
“Ma servono risorse e professionisti”

MAGLIANO DI TENNA – Di grande interesse le riflessioni emerse in occasione dell'incontro tenutosi venerdì scorso alla presenza di numerosi rappresentanti del territorio e della Regione

di Andrea Braconi

I drammatici fatti legati ai terremoti dell’estate e dell’autunno 2016, uniti ad altre calamità che continuano a manifestarsi da tempo, stanno spingendo i piccoli Comuni delle nostra provincia verso un sistema intercomunale di Protezione Civile. Per condividere riflessioni e proposte, il sindaco di Magliano di Tenna Pietro Cesetti ha voluto organizzare un’apposita conferenza, invitando le massime autorità del territorio e del servizio regionale.

Numerose le amministrazioni presenti (Rapagnano, Montegiorgio, Torre San Patrizio, Monte San Pietrangeli, Grottazzolina, Belmonte Piceno, Ponzano, Monsampietro Morico, Montegiberto, Falerone, Massa Fermana), così come i gruppi comunali di Protezione Civile (Falerone, Montegiberto, Rapagnano, Montefalcone, Porto San Giorgio, Sant’Elpidio a Mare e Ascoli Piceno) e strutture di quel mondo del volontariato che, in tantissime occasioni, è riuscito insieme a Vigili del Fuoco e Forze dell’Ordine a fare la differenza di fronte ad un’emergenza (Croce Rossa Italiana di Fermo, Croce Verde di Torre San Patrizio, Associazione Vigili del Fuoco Volontari di Fermo e Radioclub Piceno).

Presenti anche il vice comandante provinciale dei Carabinieri Gianluigi Di Pilato ed il comandante della Compagnia di Montegiorgio Massimo Canale, oltre agli ex sindaci di Ascoli Piceno Guido Castelli e di Fermo Saturnino Di Ruscio.

A moderare l’incontro Antonio Filippini, giornalista ed esperto in gestione delle emergenze. Dopo il saluto del primo cittadino Cesetti, che ha ringraziato tutti i presenti per aver risposto in massa al suo appello, il prefetto Vincenza Filippi ha voluto rimarcare l’importanza di eventi storici che hanno cambiato la storia del nostro Paese, come il terremoto del novembre 1980 in Irpinia, dal quale è poi nata la struttura nazionale di Protezione Civile, di cui il sindaco – ha evidenziato il prefetto – a livello locale è il rappresentante, mentre alla Prefettura spetta il compito di fare una sintesi per quello che riguarda l’organizzazione in fase di emergenza.

La presidente della Provincia Moira Canigola, dopo aver sottolineato il ruolo ridimensionato dell’Ente, si è associata agli spunti sollevati dal prefetto Filippi sulla necessita di investire in professionisti qualificati e con esperienza, con un auspicabile ritorno della Provincia a quel ruolo originario di coordinamento che aveva prodotto risultati importanti in occasioni di numerosi eventi atmosferici che avevano colpito il Fermano.

Per la Regione sono intervenuti il consigliere Francesco Giacinti, che ha spiegato come sia fondamentale lavorare sulle unioni dei servizi per quanto riguarda i piccoli Comuni, ed il dirigente del Servizio di Protezione Civile David Piccinini, che ha fatto un excursus sul terremoto parlando dell’importanza dell’elaborazione di una pianificazione comunale condivisa tra i vari Comuni. “Tutto il sistema di Protezione Civile è in questa stanza” ha affermato, ricordando che a tutt’oggi sono ancora 85 i Comuni che ancora vivono nello stato di emergenza e che proprio da qui si deve trovare lo stimolo per avviare finalmente la ricostruzione. Per quanto riguarda il sistema, ha aggiunto, è importante sapere chi fa cosa in maniera coordinata e integrata e per questo bisogna rifarsi all’articolo 3 del Codice di Protezione Civile, che evidenzia come ci sia la possibilità dell’unione tra Comuni. “È importante la presenza di una sala operativa su scala gerarchica che sappia coordinare tutte le attività – ha proseguito – oltre al saper creare un ruolo consapevole della Protezione Civile in modo da dare una risposta operativa e concreta”. Serve creare, inoltre, aree condivise di risorse e mezzi e avere un piano dove recuperare tutte queste informazioni, piano che deve essere portare alla conoscenza di tutti i cittadini.

A portare una serie di esperienze operative vissute sul campo è stato Francesco Lusek, per diversi anni responsabile dell’Ufficio di Protezione Civile del Comune di Fermo. Lusek, oltre aver dato alcuni suggerimenti per iniziare queste collaborazioni tra i vari Comuni, ha ribadito l’importanza della formazione congiunta tra i vari gruppi di volontariato tra Comuni limitrofi, che favorisca una conoscenza reciproca. “Ci sono esperienze veramente interessanti in altre regioni, tra cui Umbria, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna. La più stimolante è quella umbra, dove hanno impiegato a supporto di questi coordinamenti intercomunali figure di laureati di Protezione Civile. Auspico che un percorso simile possa riguardare anche la regione Marche, che vede sfornare tramite la Politecnica queste figure di laureati”.

Una difficoltà atavica è quella dell’incapacità di fare squadra. “Ma quello spirito applicato nello sport va traslato su questo tipo di esperienze – ha detto Guido Bertolaso, ex capo del Dipartimento di Protezione Civile -. In attesa delle normative è importante partire da iniziative congiunte, anche intercomunali, sulla formazione e sui meccanismi di autoprotezione per la popolazione”.

Bertolaso, per dare ancora più forza al suo ragionamento, ha fatto un parallelismo con gli Stati Uniti, dove fin da bambini si viene preparati ad affrontare gli uragani in modo sistematico per creare così cittadini consapevoli. “Si deve arrivare a quel modello. È chiaro che la figura del sindaco resta centrale, ma non bisogna perdere di vista quello che Giuseppe Zamberletti ha immaginato per noi, per questo sistema e per la sua crescita”.

A chiudere un ritorno alla necessità di figure specializzate. “Un sistema moderno – ha rimarcato Bertolaso – deve andare di pari passo con un investimento sulle professionalità”.

Dalla platea l’ex sindaco Castelli, nel ricordare come sia cruciale recuperare risorse su questo fronte (posizione condivisa da tutti gli amministratori presenti), ha portato esperienze di Comuni a livello nazionale dove ad alcuni sindaci è stato contestato dalla Magistratura di non avere investito nelle professionalità di Protezione Civile, risultate inadeguate rispetto al servizio richiesto.


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