di Pierpaolo Pierleoni (foto e video Simone Corazza)
Fermo ritrova il suo cuore pulsante. Riaperto questa pomeriggio il piano nobile del Palazzo dei Priori, che a quasi tre anni dal sisma torna fruibile. Arrivano in tanti alla sala dei ritratti, appena dopo il taglio del nastro, per i saluti di rito, cui segue la prima visita ufficiale delle stanze che da oggi tornano fruibili.
Tante le autorità presenti, dal prefetto di Fermo Vincenza Filippi agli assessori regionali Fabrizio Cesetti e Moreno Pieroni, il comandante della compagnia carabinieri di Fermo Roland Peluso, il vicequestore Ignazio Messina, il tenente colonnello Emanuele Pietroni della guardia di finanza, molti volti noti dell’imprenditoria e dell’associazionismo.
L’apertura dei lavori al vicesindaco Francesco Trasatti. “Abbiamo la sensazione di un ritorno a casa, come è stato l’anno scorso in occasione della riapertura della Sala mappamondo – bbiamo scelto un titolo per questo incontro di riapertura: Verso il domani. Lo abbiamo scelto perchè consideriamo questo momento come una tappa di un percorso. Dopo 4 anni e mezzo di lavoro va ricordato da dove siamo partiti. Avevamo 5 biglietti e 5 orari diversi, abbiamo armonizzato le strutture museali, riaperto diversi luoghi importanti. Il dramma del sisma abbiamo cercato di gestirlo come ulteriore sfida. Ora ci aspetta ancora l’inaugurazione del terminal e del piano terra di Palazzo dei priori.
Il sindaco Paolo Calcinaro non ha dubbi: “Ha ragione Trasatti, è un ritorno a casa, oggi recuperiamo un cuore di Fermo. Il sisma ci ha fatto perdere temporaneamente dei luoghi simbolo, ha procurato un disagio da cui è nata una possibilità, ci siamo resi conto di quanta bellezza e quanta importanza abbia il nostro patrimonio culturale. Ringrazio l’assessorato ai lavori pubblici, tutti i tecnici, l’ufficio cultura. Già ci chiedono la sala dei ritratti per convegni e seminari, segno di una voglia forte di riappropriarsi di questi spazi. Grazie alla Regione che tramite diversi canali di finanziamento, europei e di protezione civile, ci ha aiutato”.
Il prefetto Vincenza Filippi si dice meravigliata: “Non immaginavo di trovarmi di fronte ad un luogo così magico. Gli spazi della cultura affondano nel passato, ma debbono proiettarsi al futuro, la cultura è un motore essenziale e mi fa piacere che questa sia una tappa in un recupero più ampio, qui c’è una comunità che sa far rete”.
E’ la volta della Regione e l’assessore alla cultura Moreno Pieroni elogia “la vivacità culturale di Fermo, pochissime altre città la esprimono. Da qui parte un messaggio forte, non è sempre facile tenere alta l’attenzione sugli aspetti culturali. E’ un merito aver creduto alla valorizzazione dei siti della città, che sono un patrimonio per tutte le Marche”. L’assessore Fabrizio Cesetti rimarca la soddisfazione “di aver contribuito come Regione in modo decisivo. Qui abbiamo sale dal valore istituzionale e non solo culturale, questo è il vero cuore del capoluogo di provincia. Qui c’è la sala del Consiglio comunale, nel tempo si sono ospitati convegni, incontri, personalità. Questi sono luoghi moderni, non antichi, dove la storia diventa attualità”.
E’ la volta del funzionario della Soprintendenza regionale all’archeologia, belle arti e paesaggio, Caterina Cocchi: “Questo cantiere è stato esempio virtuoso della collaborazione tra istituzioni. E’ stato un segnale di ripresa dopo il sisma, di riappropriazione di spazi cari alla comunità, ma anche di conoscenza, come il ritrovamento di affreschi che testimoniano un preciso momento storico. Si tratta di un tassello formidabile per rimettere insieme tutti i pezzi della storia del palazzo. Il rinvenimento era celato sotto una fodera. Non sono emerse altre tracce sotto l’intonaco, viene rappresentato un paesaggio agreste, con ogni probabilità uno dei castelli o borghi del Fermano. La scena faceva parte di un’opera più ampia di tutta l’area su cui Fermo esercitava giurisdizione”.
Il restauro, insomma, non finisce. Prosegue infatti, nella stanza attigua, il lavoro della restauratrice Francesca Ascenzi sulla sala degli stemmi e le tavole di Iacovello. Dopo le autorità, tocca ai tecnici. Ad illustrare il complesso lavoro svolto I progettisti, arch. Andrea Coscia e Massimiliano Tarquini, poi è la volta di Luca Tovarelli di Sistema museo e dell’arch. Paolo Capponcelli di Pan studio. Perchè, il concetto viene ripetuto continuamente, il taglio del nastro di oggi è un traguardo intermedio: la valorizzazione dei luoghi della cultura cittadina viaggia già verso nuove sfide e guarda al prossimo decennio.
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