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Effetto Leopolda
A Fermo Pd appeso a un filo
in consiglio comunale
I possibili nuovi scenari

IL FUTURO DELLA POLITICA FERMANA - Primi scossoni interni al Pd. E' l'effetto Leopolda. Il partito di Matteo Renzi piace ed anche nel Fermano conquista adepti. A Fermo l'eventuale passaggio ad Italia Viva di Malvatani lascerebbe i Dem senza unrappresentante in Consiglio comunale dopo decenni.

Pierluigi Malvatani

di Sandro Renzi

Il Pd potrebbe perdere pezzi. Anche nel Fermano. E’ l’effetto Leopolda. Il partito di Matteo Renzi piace e convince. E non sono solo gli iscritti della base Dem a guardare oltre Zingaretti. A muoversi ci sono pure esponenti che hanno un ruolo istituzionale in quota Pd. Alla volta della Leopolda è partito ad esempio Pierluigi Malvatani, l’ultimo dei “mohicani Pd” in Consiglio comunale a Fermo. Renziano della prima ora. Se mai decidesse di passare a Italia Viva, il Partito Democratico (e prima di esso Ds, Pds) si troverebbe per la prima volta, da decenni, senza più un rappresentante nella civica assise del capoluogo di Provincia. E questo a distanza di pochi mesi dalle elezioni comunali. Scenario che ovviamente tanto la segreteria comunale quanto quella provinciale non auspicano e vogliono scongiurare. Malvatani non nasconde di aver avviato una riflessione e “di voler confrontarsi con una visione politica diversa partecipando alla Leopolda nel rispetto del partito a cui appartengo”. Ma è anche conscio che, qualora dovesse fare una scelta “non sarà mai a cuor leggero” consapevole di essere l’unico consigliere Pd rimasto nell’aula consiliare. In questi giorni confessa di essere stato contattato dai vertici dei due partiti. “Il punto dirimente -prosegue- è capire come si strutturerà Italia Viva sui territori. Una volta sciolto questo nodo farà la mia scelta, che non dovrà essere una guerra di e tra persone, ma semplicemente una scelta politica di campo, che nulla ha a che fare con gli interessi personali e comunque fatta nell’alveo del centrosinistra“.

Insomma Malvatani un pensierino ce lo sta facendo. Così come sta meditando su cosa fare politicamente anche il capogruppo Dem a Sant’Elpidio a Mare, Marco Mariani. Decisive per quest’ultimo potrebbero essere le prossime ore. A Leopolda conclusa.

Il sindaco Alessio Terrenzi

Come per il sindaco Alessio Terrenzi. Dal Pd lui è uscito anni fa ma la maggioranza che lo sostiene contempla al suo interno anche i Dem. Incontrerà infatti gli esponenti di Italia Viva con cui ha già contattati per conoscere i programmi. “Sono un uomo politicamente libero -dice- posso fare quello che voglio come scelta politica. Valuterò dopo la Leopolda”. Terrenzi a tutto campo ripercorre il suo trascorso politico. “Posso dire, senza presunzione, di essere stato Renziano prima di Renzi. La mia storia politica parla per me. Sono uscito dal Pd quando mi sono candidato nel 2012, nel corso della legislatura in cui nel Comune di Sant’Elpidio a Mare ero assessore in quota Pd. Mi sono dimesso il giorno in cui venne affidata la gestione dei rifiuti porta a porta perché avevo raggiunto il mio obiettivo. Ed in quel momento il Pd non mi voleva come candidato sindaco”. Terrenzi è uscito dal Partito Democratico subito dopo il no alle primarie arrivato dai vertici Dem. “Insieme a tanti amici abbiamo creato la lista Civica Partecipazione Democratica. Siamo andato al ballottaggio ed abbiamo vinto. Tutto ciò per dire che quando una persona non viene accettata in un partito è giusto che se ne vada, che faccia la sua strada e che, se ha la passione per la politica, non debba abbandonarla ma andare avanti con forza e determinazione per raggiungere gli obiettivi per la città. Reputo giusta quindi la scelta di Matteo Renzi”. Terrenzi che poi prosegue: “Son espressione del centrosinistra e mai stato un uomo di destra quindi se dovessi passare con Italia Viva, sia per il mio percorso politico o per qualsiasi motivo, sarei comunque coerente”. Poi la stoccata al Pd. “Al suo interno ci sono troppe correnti -spiega- i meccanismi sono troppo ingessati, c’è troppa discussione ed il troppo è come il poco, non si riesce a mettere tutti d’accordo. Il cammino intrapreso dal Pd non è quello giusto, devono lavorare tanto per cambiare. Resto coerente con le mie scelte e vedo questo nuovo partito come uno in più che possa dare una grossa spinta al centrosinistra“.

Nicola Loira

Chi invece ha lasciato il partito un mese fa è stato Paolo Praolini, componente della segreteria provinciale e segretario del circolo Valdaso, che racchiude i territori di Pedaso, Altidona e Campofilone.  Una decisione che, ha spiegato, è stata meditata nelle ultime settimane e si basa su molteplici ragioni che si sono accumulate negli ultimi tempi. A Porto San Giorgio il direttivo del Pd ha registrato le dimissioni di un componente. Mentre l’ex consigliere comunale, Dario Laurenzi, ha affidato ad un post su Facebook la sua decisione di restare all’interno del Pd. Anche il sindaco Nicola Loira dice di essere sorpreso dalla mossa di Renzi, soprattutto per la tempistica, e di sentirsi un po’ disorientato ma di non aver mai pensato di lasciare il Pd. La sua resta comunque una posizione piuttosto critica dall’interno. “Mi riconosco nel partito di Veltroni -dice- e di quello mi sento orfano. Mi auguro che si possa ritrovare quella spinta aggregante nell’area democratica”. Il primo cittadino rivierasco dice di aver “sperato in Renzi e di aver visto in lui un motivo di cambiamento reale  ma -precisa- non mi è mai balenata l’idea di passare alla sua nuova formazione anche se il Pd al momento ha un’agenda politica emergenziale che non guarda al futuro. Bene la scelta di entrare nel Governo, ma è un partito  alla ricerca di se stesso per contenuti e leadership“. Ed è solo l’inizio di una bufera, quella che la Leopolda e Italia Viva hanno sollevato, con ripercussioni inevitabili nelle compagini amministrative dove il Pd c’è. Per il segretario Fabiano Alessandrini di certo il lavoro non mancherà da qui ai prossimi mesi, soprattutto in chiave elettorale, soprattutto guardando a Fermo.


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