di Pierpaolo Pierleoni
Foto e video di Simone Corazza
Una parata di autorità, il picchetto d’onore, la targa al centro di una piccola rotatoria, con sotto un’aiuola a forma di cuore con dei fiori freschi. Una via che conduce alla sommità di una nuova lottizzazione, che da oggi porta il nome di Emanuela Loi. Emozioni e messaggi carichi di significato, questa mattina a Monsampietro Morico, per l’intitolazione della strada all’agente di polizia uccisa nel 1992 nella strage di via D’Amelio che costò la vita al giudice Paolo Borsellino ed alla sua scorta. Un’occasione solenne, voluta con tenacia dalla sindaca Romina Gualtieri, che ha visto arrivare il capo della polizia di Stato Franco Gabrielli. Alla celebrazione tutti i vertici delle forze dell’ordine, diversi sindaci della provincia fermana, a partire dal primo cittadino del capoluogo, Paolo Calcinaro. Significativa la presenza del fratello della Loi, Marcello, e della nipote, che porta il suo stesso nome: Emanuela Loi. Numerosi i cittadini presenti, come le scolaresche, arrivate per condividere un momento che ha voluto parlare soprattutto alle nuove generazioni. Gli alunni hanno anche donato al capo della polizia un giornalino con un fumetto che ripercorre le tappe della vita e del sacrificio di Emanuela Loi.
“Sono emozionata e orgogliosa – le parole della Gualtieri – Abbiamo voluto fortemente questa intitolazione. Se è vero che si soffre per chi si ama ed amare è servire, Emanuela ha amato coraggiosamente fino alla fine, donando se stessa. Abbiamo il debito di non vanificare il sangue sparso nel segno della responsabilità pubblica, valorizzando i talenti di ciascuno, nel rispetto reciproco e nella riscoperta delle relazioni umane. Dobbiamo servire con onore e resonsabilità la terra da cui proveniamo e che siamo chiamati a servire. Non temiamo di seguire percorsi controcorrente. L’aquilone si alza solo col vento contrario. Tutti quelli che hanno dato la vita ci parlano ancora e ci danno la missione di proseguire la staffetta del bene”.
Ha voluto esserci anche la sindaca di Sestu, comune d’origine della Loi, Maria Paola Secci. “Mi ha fatto piacere l’invito di Romina, siamo entrate in contatto tramite un vigile del fuoco e ho davvero apprezzato la sua volontà di intitolare questa via alla nostra concittadina. Siamo onorati che a distanza di diversi anni tanti comuni italiani la vogliano onorare e la prendano come esempio”. “Un omaggio a chi ha svolto il proprio altissimo compito – le parole del questore di Fermo Luciano Soricelli – Un pensiero particolare, nel ricordo di tutte le vittime, va anche agli agenti di polizia uccisi di recente a Trieste. In ben 50 città italiane è dedicato un tributo ad Emanuela Loi, sicuramente non sarà l’ultimo. Questo diventi il luogo del ricordo”.
Tocca alla nipote dell’agente uccisa nel 1992. Anche lei si chiama Emanuela Loi. “Ci conforta sapere che Emanuela sia entrata nei cuori delle persone ancora dopo 27 anni. Io non c’ero quando avvenne la strage di via D’Amelio, sono nata pochi mesi dopo. Per noi è un angelo custode e sono orgogliosa di portare il suo nome. Non ho mai percepito sentimenti di odio e vendetta dalla mia famiglia, ma ideali di giustizia e legalità. Educare alla legalità significa prevenire, voi ragazzi non siate indifferenti”. Il prefetto di Fermo Vincenza Filippi ricorda gli anni tragici delle stragi mafiose: “Ho trascorso ben 20 anni al dipartimento di pubblica sicurezza, abbiamo vissuto tutti come una grave ferita quel periodo terribile, ho ancora vivo il ricordo di quando visitai la prefettura di Palermo dopo il duplice attentato”.
Tocca, per ultimo, al capo della polizia Gabrielli, che si rivolge soprattutto a bambini e ragazzi. “La vostra presenza, insieme a quella del fratello e della nipote di Emanuela Loi, nobilitano questa giornata. Sono qui perchè ho onorato una promessa. In questo fazzoletto bellissimo del Paese oggi abbiamo tanti motivi di riflessione. Le cerimonie assumono spesso il contorno di stanche e ripetitive modalità per mettere a tacere la coscienza. Invece è importante che partendo dai più giovani si sviluppino sentimenti e considerazioni. Sono orgoglioso di guidare il corpo armato dello Stato col maggior numero di donne. In 73 anni di storia repubblicana, l’unica donna a dare la sua vita per il Paese, e speriamo sia così per sempre, è stata una donna della polizia. Credo non sia un caso che questa intitolazione avvenga qui, dove troviamo un prefetto donna, una presidente di provincia, due sindache virago che hanno voluto questa celebrazione, sono il segno di un Paese che cresce. Le donne non sono suffragette nè first lady, ma protagoniste a pieno titolo della vita del Paese. Ricordarlo in nome di una donna è ancora più importante. Il tema della memoria e del ricordo è centrale, purtroppo viviamo in un Paese che vive un eterno presente, mentre il passato serve non va idealizzato, ma deve servire ad apprezzare il buono, verificare gli errori e costruire la strada che abbiamo davanti sulle cose buone e sul superare le tante lacune”.
Al termine, il silenzio intonato dalla tromba invita ad un minuto di raccoglimento per le vittime, poi arriva il momento di benedire e scoprire la targa, seguito da un rinfresco in onore delle autorità.
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