Cure palliative, associazioni
in rete per il malato:
“Siamo un faro per le Marche”

FERMO - Il volontariato fa rete per un progetto di formazione tra associazioni attive nell'assistenza ai malati terminali, nelle strutture e a domicilio

di Pierpaolo Pierleoni

Migliorare la qualità della vita del malato in fase terminale, supportare la famiglia, far sentire vicinanza umana, oltre che clinica. Sono impegni nei quali l’Area vasta 4 Asur, è un modello virtuoso, “un faro per le Marche”, per dirla con il primario di oncologia Renato Bisonni. E nella giornata mondiale delle cure palliative, che ricorre proprio oggi, il Fermano rilancia, attraverso un’intesa che ha coinvolto 6 associazioni di volontariato, due comuni e naturalmente la stessa Asur. A rappresentare anche visivamente il progetto, all’ingresso della direzione Asur di via Zeppilli, c’è un manifesto che evidenzia i soggetti aderenti alla rete di cure palliative nelle Marche, per l’applicazione ed il monitoraggio della legge regionale 7 del 2019.

“Siamo qui – esordisce il direttore AV 4 Licio Livini – per parlare di sollievo al malato, da considerare in modo olistico, tra malattia e realtà che lo circonda. Dobbiamo riflettere su questo mondo, che non riguarda solo i malati terminali. Le associazioni sono fondamentali nell’affiancarci in questo percorso”. Il progetto Volontari competenti è coordinato da Laura Stopponi. La presentazione, nel giorno di San Martino, non è casuale:”Questa giornata nasce proprio dal mantello di San Martino, che noi rappresentiamo con lo striscione che racchiude tutti i partner dell’iniziativa. Sei associazioni si impegnano a rendere i volontari competenti in materia. E’ un progetto che dura 18 mesi, vive sulla formazione, con lezioni comuni, confronto con i medici. Ci concentriamo in particolare sulla legge 7 della Regione e l’autodeterminazione dei percorsi di cura.Il mantello è una fotografia di ciò che c’è oggi, ma è anche un work in progress, attaccheremo locandine di tutto ciò che facciamo e ci diamo appuntamento all’11 novembre 2020, per vedere che tere saremo riusciti a costruire”. Coinvolte l’associazione L’Abbraccio, che fa da capofila, Ant, associazione malati Alzheimer, Associazione italiana sclerosi multipla, Cittadinanza attiva e Tribunale del malato. Sono partner istituzionali i comuni di Porto San Giorgio e Montegranaro, l’Asur e l’Ordine dei medici.

La dottoressa Fiorenza Padovani vede “un cambiamento culturale in corso nell’approccio al malato. Ci stiamo riappropriando di un sentimento di pietas verso chi soffre”. Il primario Bisonni si dice orgoglioso di appartenere “ad un’area vasta illuminata, che si spende affinché i malati siano presi in carico dal principio alla fine. Qui c’è continuità tra pazienti che terminano le cure oncologiche e cure palliative. In questo progetto c’è il lavoro di tante persone, dalla caposala al dottor Bascioni, responsabile scientifico. Siamo un faro per le Marche, non a caso abbiamo uno dei pochi hospice certificati in Italia. Dobbiamo essere orgogliosi di essere all’avanguardia”. Cure nelle strutture, ma anche a domicilio, altro settore particolarmente deliato. Secondo Michela Vitarelli dell’Anpof, “l’approccio che abbiamo adottato è stato quello di partire dalle cose semplici, dall’aspetto umano. L’attenzione non si ferma alle mura dell’ospedale, ci sono tanti altri aspetti da curare. Ciascuno mette un pezzetto di quel mantello”.

Luciano Pini, presidente dell’Abbraccio, rimarca il ruolo di capofila dell’associazione “perchè abbiamo voluto fortemente la rete, lo scambio di conoscenze. Sono 7 anni che operiamo nell’hospice e vediamo davvero attenzione alla dignità della persona ed alla sua sofferenza”. Vincenzo Cestarelli dell’Afma si dice “convinto di far parte di questo progetto, in cui c’è prima di tutto sostegno alla famiglia”. Rosy Borriello, caposala dell’hospice, ricorda gli inizi della struttura:”Ci sentivamo impotenti, poi ci siamo resi conto che prendersi cura del paziente è ciò che dà sollievo agli altri e a noi stessi. Ci sentivamo soli, all’inizio, poi abbiamo avuto il supporto dell’Abbraccio e di altre associazioni che svolgono un lavoro prezioso. Sarebbe molto importante aumentare i posti letto dell’hospice.


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