2011-2012: Vinicio Paris, Paolo Pantera e Mirko Cudini
FERMO – Abbiamo accennato ieri ai tanti ex (ne sono ben diciotto) tra Fermana e Carpi.
Uno è rimasto in modo particolare nel cuore dei tifosi: è Paolo Pantera, in gialloblù dal 2010 al 2012 (Eccellenza Marche), 48 presenze nonostante non fosse partito da titolare.
Paolo oggi è l’allenatore in seconda del Carpi. Difensore centrale, forte fisicamente, mai tirato indietro la gamba, tanto cuore e attaccamento, è stato intervistato da “Fermanità nostalgica“, una pagina Facebook che rievoca il passato della Fermana e che ringraziamo per concederci l’utilizzo dell’intervista.
– Paolo, estate 2010: come sei arrivato a Fermo?
«Un amico fece il mio nome a Mimmo Di Antonio, quando il ds mi chiamò, accettai subito la proposta. Era tutto nuovo, tutto da costruire, società appena insediata, squadra completamente nuova e non completa, mister nuovo, insomma l’unica certezza che avevamo fin da subito era quella di essere in un ambiente che aveva vissuto calcio importante e che dopo tanti, troppi anni voleva tornare a vincere».
– Fu una stagione per certi versi esaltante, finita però in maniera maledetta (la Fermana si è vista sfuggire la vittoria del campionato al 94′ dell’ultima giornata e poi ai play off)…
Paolo Pantera
«Si creò un bel legame, la gente si rivedeva in noi, non mollavamo mai nonostante già a fine campionato eravamo indietro con i rimborsi, sentivamo una città vicina a noi. Una favola che non doveva finire così, a distanza di quasi dieci anni è ancora una ferita per chi l’ha vissuta».
– La stagione successiva finisce a Tolentino con una finale playoff, per certi versi drammatica…
«La stagione seguente siamo ripartiti, volevamo vincere, e probabilmente lo avremmo fatto, siamo arrivati a natale primi in classifica, poi senza società è stato semplicemente un miracolo essere arrivati alla fine, pur avendo perso molti soldi. Eravamo rimasti solo noi e i tifosi. Il ricordo più bello di quella stagione è stato senza dubbio il settore ospiti di Tolentino, e il nostro ritorno a Fermo dove davanti allo stadio abbiamo trovato un mare di persone ad aspettarci. Ho ancora i brividi a ripensarci. A Tolentino ricordo ancora mia mamma, in mezzo ai tifosi della Fermana, con addosso la maglia di Massimo De Reggi».
– Quali sono stati i giocatori piu forti con cui hai giocato in quelle due stagioni?
«Ne sono tanti, farei torto a qualcuno se ne dicessi solo alcuni. Mi vengono in mente i vari Cudini, Bolzan, Fiorotto, Bettini, Bagalini, De Reggi, Vitali, Paris, giocatori con carisma e personalità molto forte. Giocatori fuori categoria».
– Che differenze hai notato tra i due mister che hai avuto in quei due anni, Cornacchini e Scarafoni?
«Sono mister molto differenti. Cornacchini è un allenatore passionale, carismatico e riusciva a tirare fuori da tutti il 100%, Scarafoni cercava di più il bel gioco».
– Che ricordo hai della Fermo calcistica e del rapporto con la gente?
«Ricordi bellissimi, gente che viveva per quella maglia, che non vedeva l’ora che arrivasse la domenica. Credo che di me hanno apprezzato molto il mio atteggiamento in campo e il fatto di dare tutto, al di là delle capacità tecniche.
Ora mi sembra un po’ scremata quella passione che ho vissuto io, ma senza dubbio una piazza dove ti senti giocatore vero.
Ho tanti amici ancora a Fermo, ho conosciuto gente meravigliosa, ci sentiamo quotidianamente, ogni volta che posso torno sempre. Una menzione speciale la faccio a Fabrizio e Laura per averci ospitato negli ultimi mesi e trattato come figli nonostante non li pagassero da tempo».
– Passiamo al presente. Come stai vedendo la Fermana di questa stagione e come giudichi l’esonero di Destro?
«Negli ultimi anni l’ho vista e seguita parecchie volte, considerando le realtà con cui si deve confrontare, la Fermana sia diventata una società importante, dove molti giocatori anche di categorie inferiori sono riusciti a mettersi in mostra. Per quanto riguarda Destro, credo che vada solo ringraziato per quello che è riuscito a fare, avendo preso una squadra dai bassifondi della D e averla portata in cima alla Lega Pro contro vere e proprio corazzate. Ora la filosofia con Antonioli mi sembra sia cambiata, solo il tempo dirà se sarà la strada giusta».
– Per la prima volta incontrerai la Fermana da avversario, anche se dalla panchina…
«Durante i 90 minuti saremo avversari, ma ci sarà quel pizzico di emozione. Porterò sempre un gran rispetto ad una squadra e ad un tifo che mi ha dato tanto sia dal punto di vista umano che calcistico».
2010-2011: da sinistra Paolo Pantera, Luca Bordoni e capitan Dario Bolzan
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