di Pierpaolo Pierleoni
Ha ventun anni, risiede a Sant’Elpidio a Mare, è studente al terzo anno di ingegneria meccanica. Segni particolari, è il promotore del flash mob delle “Sardine” che lunedì sera ha visto arrivare più di 7.000 persone in piazza Grande, al grido “Modena non si lega”. Lui, il primo a salire sul palco, è Jamal Hussein, uno degli artefici del successo della mobilitazione in Emilia Romagna di fronte all’avanzata leghista. Anche se, è la prima cosa che tiene a precisare, “noi non manifestiamo contro Salvini, ma contro la retorica dell’odio che sta avvelenando il Paese”. Jamal è anche membro del sindacato studentesco Udu, Unione degli universitari.
Avete portato migliaia di persone in piazza. Te lo aspettavi?
“Assolutamente no, è stata un’esperienza incredibile, la risposta della gente è stata straordinaria. Era una piazza bellissima, pacifica, c’erano tanti ragazzi, famiglie con bambini. Il maltempo non ci ha fermato, nonostante la pioggia sono arrivati in tantissimi. Mi ha colpito una signora di 55 anni. Mi ha detto: è la prima volta in vita mia che partecipo a una manifestazione, ma oggi sentivo di doverci essere”.
Che effetto ti fa questa popolarità improvvisa?
“Popolarità? Macchè. Oggi vado a lezione, come tutti i giorni. Vivo la quotidianità di sempre, passo tempo insieme ai miei amici. Resto coi piedi per terra, continuo a studiare. Per me non è cambiato nulla. Non mi interessa essere popolare. Il merito è di Modena, delle migliaia di persone che hanno partecipato, non mio”.
Come è nata la manifestazione delle Sardine nella tua città acquisita?
“Dopo il successo della mobilitazione di Bologna, io e la mia collega di università ci siamo detti: perchè no? Non avremmo mai immaginato di ricevere una quantità così alta di adesioni. Come ho detto sul palco, siamo partiti dal basso e siamo arrivati in alto”.
A proposito della ragazza con cui hai organizzato il flash mob, Matteo Salvini ha pubblicato un post in cui gli augurava la morte. Cosa pensi di questa vicenda?
“Penso siano parole da condannare, che non condivido e da cui mi dissocio. Ma lei stessa ha immediatamente riconosciuto di aver sbagliato. Purtroppo capita a tutti noi, almeno una volta, di fare i leoni da tastiera. Trovo grave, però, che il leader di un partito, parlamentare, ex ministro, che conta 4 milioni di follower, esponga alla gogna mediatica di fronte a milioni di persone una ragazza di 20 anni in questo modo. Lei ha sbagliato, siamo tutti d’accordo, ma è stata bersagliata da una valanga di insulti e minacce”.
Gli haters hanno colpito anche te?
“Sicuramente non con la violenza che ha subito lei. C’è chi mi ha espresso il proprio dissenso in modo educato e con queste persone mi confronto con piacere. C’è anche chi ha alzato i toni con insulti e provocazioni, ma me lo aspettavo. Rifarei tutto mille volte”.
Ormai ti senti modenese?
“No, io sono marchigiano, ne vado fiero e non manco mai di ripeterlo. Sono nato a Fermo e abito a Sant’Elpidio a Mare. Ma amo Modena e i modenesi, mi hanno accolto benissimo e mi sono sentito adottato. Ho manifestato anche per questo, perchè studio in una città ed in una terra sana, che sa accogliere il prossimo”.
Sul palco hai dedicato la manifestazione delle Sardine a Liliana Segre, come mai?
“Ci avevamo pensato da subito, tanto che inizialmente la manifestazione si doveva svolgere in piazza Mazzini, vicino alla sinagoga, un luogo che aveva un forte valore simbolico. Ma visto che si attendeva una grande partecipazione, ci siamo spostati in piazza Grande. La senatrice Segre in qualunque posto del mondo sarebbe rispettata ed ascoltata per la forza della sua testimonianza, invece riceve insulti e c’è chi rifiuta di alzarsi in piedi per renderle omaggio. Questo la dice lunga sul clima di questi tempi”.
Credi che dalla mobilitazione di piazza delle “Sardine” sia nato qualcosa?
“Non lo so, ora ci saranno altri flash mob, a Parma, Firenze ed altre città. Spero che queste manifestazioni spontanee, dal basso, apartitiche, si diffondano in tutta Italia. Una cosa ci tengo a dirla. Noi non manifestiamo contro Salvini, non è una battaglia personale. Vogliamo impegnarci contro l’odio e contro chiunque porti avanti una retorica dell’odio che sta prendendo piede ed avvelena il Paese”.
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