di Pierpaolo Pierleoni
Si chiude, dopo 3 anni e mezzo, l’esperienza di Stefano Pompozzi alla guida di Marca Fermana. La prossima settimana l’associazione sarà chiamata a votare la nuova guida e per chi termina il suo mandato è tempo di bilanci. “Questo tempo è volato, è stata un’esperienza intensa, particolare, complicata e soddisfacente. Nel 2016 fui individuato in una situazione difficile per l’associazione, come figura di garanzia per amministrare fondi pubblici. Abbiamo fatto tanta strada e un bel lavoro, a parlare debbono essere i fatti. C’erano problemi non solo economici, ma anche di cattivi rapporti tra soci e tra organi direttivi. Per una serie di questioni non totalmente imputabili a chi c’era prima, non si sapeva neanche se e come portare avanti Marca Fermana. Ho accettato la sfida, con timore e responsabilità. Oggi lascio un’associazione in condizioni tranquille”.
Pompozzi ricorda il percorso portato avanti, in una fase che ha visto la provincia perdere poteri in materia turistica. “Abbiamo aperto canali robusti di dialogo con la Regione, il soggetto con cui ci siamo interfacciati. Se fino al 2015 c’erano soldi della Provincia e un assessore preposto al turismo, il ruolo dell’associazione è diventato ancora più importante. Contiamo una trentina di partecipazioni a fiere nazionali ed internazionali.Abbiamo scelto la linea di fare poche cose, ma buone. In particolare abbiamo poggiato Marca Fermana su due gambe: la app Smart Marca ed il progetto Marca in bus”.
Sul primo fronte, Pompozzi evidenzia “la digitalizzazione dei servizi di accoglienza turistica, un progetto che ha avuto partner ed investimenti importanti. Per tutti i Comuni, a costo zero, abbiamo offerto l’opportunità di digitalizzare i contenuti, abbiamo creato uno scheletro su cui ogni socio può innestare costantemente nuovi contenuti. Le università di Macerata ed Ancona ci hanno aiutato nella realizzazione e spesso portano questo caso nei convegni come best practice”.
Passando a Marca in bus, “non abbiamo inventato nulla – continua il presidente – ma strutturato un servizio che non funzionava. Coinvolgendo un ampio parterre di soggetti abbiamo rimosso tare e messo insieme 3000 utenti in 2 anni, la richiesta il secondo anno è più che raddoppiata. Ci sono le basi per crescere ancora. Abbiamo circolato sempre con 2 autobus gran turismo e spesso non sono bastati. Non lasciamo niente in sospeso, i conti sono in ordine, anzi abbiamo circa 10.000 euro di disponibilità che serviranno per strutturare le nuove attività. Il mio mandato scadeva tra maggio e giugno, è stato prorogato di 6 mesi per seguire questioni delicate, ad esempio la riproposizione di Marca in bus, che è stata un grande successo. Chiudiamo con una carezza finale: il riconoscimento, qualche settimana fa, da parte dell’Osservatorio digitale per il turismo, di premi legati all’attività di digitalizzazione e web dei servizi di accoglienza”.
Sul suo successore, Pompozzi non si sbilancia, ma promette collaborazione. “Chiunque sia eletto avrà la mia vicinanza torale fino a chiusura formale ed approvazione del consuntivo 2019, a maggio del prossimo anno. Non ho notizia di possibili candidati alla presidenza e neanche mi interessa. Dico solo che se l’obiettivo è dare sempre maggiore centralità a Marca Fermana, una buona partenza potrebbe essere scegliere un candidato largamente condiviso”.
In chiusura, il presidente uscente si sofferma sull’ipotesi di istituzione di una cabina di regia per il turismo della quinta provincia marchigiana. “Ho letto pagine e pagine su questo tema. Non è per protagonismo, ma se questo territorio avverte la necessità di una cabina di regia, è fuor di dubbio che queste caratteristihe nessuno le abbia come Marca fermana, un’associazione in cui convergono sindaci e presidenti delle associazioni di categoria. E’ una struttura con tutte le carte in regola, è essa stessa una cabina di regia. Oggi abbiamo un nome da spendere tra le realtà che si occupano di turismo, manca convogliare l’energia per fare l’ultimo miglio. Non è facile, perchè richiede che ciascuno rinunci a un pezzetto della propria identità ed è normale che le singole amministrazioni abbiano voglia di muoversi autonomamente. La sfida, per chi verrà dopo, sarà fare questo step ulteriore”.
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