Anche il Fermano celebra domenica la giornata mondiale di lotta contro l’Aids. E’ l’occasione per fare il punto sulla diffusione del virus e di altre malattie sessualmente trasmissibili, ma soprattutto per sensibilizzare la popolazione a sottoporsi a test Hiv. Molto è cambiato in 50 anni, da quando è morta la prima vittima di Aids, Robert Rayford, nel 1969. Oggi si sono raggiunti grandi traguardi, su tutti le persone in terapia con viremia (presenza di virus in circolo) azzerata da almeno 6 mesi, non trasmettono l’infezione. Non solo non si ammalano, ma nemmeno infettano altri soggetti attraverso rapporti sessuali non protetti.
Tocca ad Andrea Vesprini, direttore dell’Uoc di governo clinico e rischio clinico dell’Area vasta 4 Asur, ed a Giorgio Amadio, direttore dell’Uoc malattie infettive, approfondire la materia. “Se tutte le persone sieropositive conoscessero il loro stato e si curassero, potremmo abbattere le nuove infezioni dell’80% in un paio d’anni. Secondo l’Italian conferenze on Aids and antiviral research, ci sono 15.000 persone che non si curano perchè non fanno i test e non sanno di essere ammalate. Sono i principali veicoli delle nuove infezioni. Le nuove diagnosi in Italia sono state causate soprattutto da infezioni a trasmissione sessuale. Più della metà delle diagnosi avviene in condizioni avanzate della malattia, di cui le nuove generazioni sanno poco o nulla. Ecco perchè serve rilanciare campagne informative, promuovere il test per l’Hiv tra i soggetti più a rischio, che hanno in genere una percezione molto bassa della gravità potenziale del virus”.
Focalizzando l’attenzione al Fermano, sono in cura al reparto malattie infettive dell’ospedale Murri circa 370 pazienti. Per cura si intende non solo la terapia, ma la presa in carico del paziente, dalla diagnosi al percorso di cura. “L’infezione Hiv/Aids – continuano i due primari – richiede l’erogazione di un’assistenza complessa, per un lungo periodo, talvolta indefinito. Le nuove diagnosi da Hiv al novembre 2018 sono state 8, in calo rispetto agli anni precedenti, un dato allineato alla media nazionale. Nelle Marche l’incidenza di Hiv è di 4,6 casi per 100.000 abitanti, le nuove diagnosi l’anno scorso sono state 60, 39 i casi di Aids (1,4 su 100mila abitanti)”.
L’appello dell’Asur è chiaro: sottoporsi a test Hiv, un esame rapido e gratuito. “E’ questa la prima forma di prevenzione – continuano Amadio e Vesprini – Chiunque ritenga di aver avuto comportamenti a rischio dovrebbe sottoporsi a questo esame, occorre aumentare l’accessibilità, in particolare per i giovani, al fine di evitare diagnosi tardive ed anticipare l’avvio delle terapie, oggi molto efficaci. A questo si aggiunge l’esigenza di campagne informative mirate che facciano accrescere la consapevolezza. All’ambulatorio di malattie infettive possono rivolgersi tutti i cittadini intenzionati a sottoporsi al test Hiv, al terzo piano dell’ospedale. L’esame è gratuito, in forma riservata, o anche anonimo, su espressa richiesta. Il risultato è disponibile entro 2 giorni dall’esecuzione del prelievo di sangue”. Oltre al test, l’ambulatorio fornisce anche consulenza per potenziale esposizione ad Hiv, offerta e gestione della profilassi farmacologica per le persone infette e per la profilassi pre-esposizione. Tutte le attività sono svolte gratuitamente. I medici consigliano, per ogni caso di pazienti affetti da malattie sessualmente trasmissibili (come sifilide e gonorrea) di effettuare anche il test Hiv e per l’epatite B e C.
P.Pier.
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