di Andrea Braconi
“So bene che tutto può essere inventato, costruito, falsificato. Viviamo nel regno dei doppi, delle teorie sulla scomparsa dell’originale, delle seconde vite. Ma se accettassimo il principio che il falso è più aderente alla realtà del vero, cadrebbe il rispetto per il mondo, per ciò che vi accade veramente”. E il mondo, Mario Dondero, lo ha girato veramente nei suoi 87 anni di vita per raccontare “ciò che vi accade veramente”. Una vita spesa per la fotografia ma, soprattutto per l’incontro. Con le persone, certo. Ma anche con i luoghi che contenevano le storie che poi, attraverso la sua macchina fotografica, avrebbe reso unici.
E quel suo pensiero, da oggi, campeggia all’interno del Terminal. Da muffa e catrame a luci a led e box espositivi, dopo vent’anni di chiusura e di mancato utilizzo (se non per pochissimi e sporadici eventi) questo spazio collocato sul lato nord di Fermo è stato restituito ai cittadini. Uno spazio che porterà proprio il nome di Mario, scomparso il 13 dicembre del 2015.
“È bellissimo pensare che Mario sia qui – ha affermato Marco Cruciani, regista ed autore del meraviglioso “Calma e gesso” realizzando girando l’Italia insieme a Dondero negli ultimi anni della sua vita. “Parlando con lo scrittore Angelo Ferracuti ci dicevamo che Mario, oggi, sarebbe arrivato da qualche parte. La mia gioia è quella di averlo riportato attraverso le immagini, come se il nostro futuro proseguisse ancora insieme. Mario nel corso della sua vita e soprattutto qui a Fermo ha innescato un meccanismo culturale ed artistico; per questo mi auguro che questo luogo sia un veicolo di valori come fraternità, uguaglianza e libertà che per lui erano essenziali”.
Parole pronunciate incrociando lo sguardo di Laura Strappa, che di Dondero è stata compagna per tantissimi anni, e di quel gruppo di amici che attraverso il lavoro nella Fototeca provinciale che ha sede ad Altidona continua a ricordare questa figura straordinaria e il suo sterminato archivio.
“Sarebbe piaciuto a Mario Dondero” è stato anche il pensiero dell’assessore Francesco Trasatti, prima di dare il via alla cerimonia di inaugurazione. “Il pensiero corre a 4 anni e mezzo fa, quando nella scrittura del nostro programma al primo punto mettemmo il recupero del Terminal. Un risultato raggiunto e che si deve ovviamente ai fondi europei dati dalla Regione Marche, con cui c’è stata un’interlocuzione costante, sia tecnica che politica. E che si deve anche alla nostra forte volontà di dare un’identità a questo posto: è stato fatto un grande lavoro di squadra, per cui ringrazio gli uffici che continuano a rivelarsi fondamentali per arrivare ad un assetto dello spazio che sia perfetto”.
Terminal che vedrà coesistere al suo interno diverse attività: Comune, Sistema Museo, Steat, Regione e un bar gestito da un privato. “Tutti i protagonisti devono trovare un equilibrio e mettersi a regime” ha spiegato Trasatti, che prima di illustrare le caratteristiche ha voluto ringraziare Cinzia Violoni e Daniele Cudini che ebbero l’intuizione di allestire qui esposizioni di arte contemporanea, spronando l’Amministrazione comunale. “Intanto si tratta di uno spazio wi-fi free. C’è una parte espositiva strutturata, come per tutti gli spazi comunali, con un arredo rimovibile, diventando quindi sia sala incontri che sala espositiva. Nella parte destra ci sono i box informativi, per un open space di taglio europeo. Forse siamo stati coraggiosi, ma pensiamo che osare debba essere la prospettiva di un’Amministrazione. E soprattutto che ogni azione si connoti anche per la bellezza”.
Un grazie il vice sindaco lo ha riservato proprio a Laura Strappa e alla famiglia Dondero, annunciando anche l’apertura il prossimo 21 dicembre di una mostra con 80 scatti inediti. “Abbiamo intitolato il Terminal a Mario perché è un posto di arrivi e partenze, un posto di viaggio, che è il concetto intrinseco nella sua figura. Ma questo diventa anche uno spazio di tutta la tradizione fotografica del nostro territorio: infatti, nell’ambito di un bando regionale abbiamo presentato un progetto con un ciclo di mostre che aprirà proprio il 21 con Dondero ma che vorremmo portare avanti anche con figure Luigi Crocenzi e Eriberto Guidi”.
Di grande lavoro ha parlato il sindaco Paolo Calcinaro, partito quando con lo stesso Trasatti affrontarono l’argomento da assessori della Giunta Brambatti. “Pensavamo al futuro di questo spazio, che poteva avere una vita che combinava diverse esigenze della città e si integrava con gli altri spazi culturali e contenitori. Credo che la città oggi acquisti un qualcosa di nuovo, forse che non ricordava di avere o che non riusciva a penetrare veramente. E la presenza di tantissimi cittadini ci fa capire l’importanza di questa conquista”.
Aprire continuamente nuovi spazi per la cultura è stata e continua ad essere una prerogativa della sua maggioranza. “Questa città deve riuscire ad esprimere quello che merita e quello che ha. Penso al lavoro fatto su San Filippo Neri, sui Musei Scientifici a Palazzo Paccarone e, da ultima, alla Sala dei Ritratti. Un percorso per noi fondamentale: da un lato per riappropriarsi di spazi sotto utilizzati, dall’altro per cercare di valorizzare sempre più il bello e le eccellenze che abbiamo”.
E appena terminata questa tappa, l’Amministrazione Calcinaro è pronta per altre due sfide. “Ci sono finanziamenti legati a bandi della Regione Marche che, da questo punto di vista, è stata veramente presente. Penso ai lavori di recupero del Fontevecchia e all’altra sfida che dobbiamo intraprendere: siamo in fase di bandistica per la progettazione dell’ex Mercato Coperto, con un finanziamento di 3 milioni e la necessità di arrivare ad una progettazione cittadina”.
Regione rappresentata dall’assessore Fabrizio Cesetti e dal consigliere Francesco Giacinti. “Questo è uno spazio strategico tra la città capoluogo e il territorio, uno spazio evocativo dell’accoglienza, stupendo, accogliente e funzionale – ha rimarcato Cesetti -. Per noi come Regione c’è tutta la soddisfazione di aver contribuito in modo determinante alla realizzazione di un’idea. È anche la conferma di quanta considerazione e giusta attenzione abbiamo avuto per la città capoluogo di Provincia: anche per questa realizzazione, infatti, c’è stata una forte volontà politica del presidente e della Giunta regionale. E quando parliamo di fondi europei ne parliamo impropriamente: anche quelli utilizzati per il Terminal sono fondi regionali, che veicoliamo sui territori, e che ci sono stati attributi all’esito di una programmazione mirata. Abbiamo dimostrato di saper fare questo percorso di utilizzo delle risorse europee, conseguendo in anticipo i risultati di performance. Inoltre, proporremo questa realizzazione come buon esempio di utilizzo delle risorse europee alla Commissione”.
Cesetti ha anche ricordato come all’inizio le risorse per Terminal e Fontevecchia fossero inizialmente alternative. “Il Comune aveva chiesto l’Iti Urbano per il recupero dell’ex mercato coperto. A livello regionale ne sono stati scelti 3, con Fermo che purtroppo non aveva superato l’esame tecnico. Fontevecchia nasceva come una sorta di compensazione. Ma come Giunta abbiamo fatto la scelta di finanziare tutti e 5 gli Iti Urbani dei capoluoghi di regione per 30 milioni di euro, di cui 6,2 milioni per Fermo. E l’intervento sul Terminal si lega bene a quello sull’ex mercato coperto. Una progettualità intelligente che si tiene insieme, sostenuta e resa possibile nella sua attuazione dall’Amministrazione regionale”.
Il compito di realizzare il progetto era stato affidato all’architetto Enrico Cisbani, anche lui emozionato nel vedere finalmente la sala vivere. “La parte impiantistica è stata la più importante. Questo spazio è stato terminato nel 2001 e nel 2008 sono stati fatti lavori di ammodernamento. Oggi sono stati messi a norma tutti gli impianti di emissione dell’aria, il sistema antincendio e quello di sicurezza, mentre l’impianto di riscaldamento a pavimento era già funzionante”.
Una progettazione che ha seguito le richieste avanzate dall’Amministrazione comunale, per far diventare il Terminal una sala polifunzionale. “Da museo di arte contemporanea a sala conferenze e concertistica, qui potrà essere fatto tutto, con 100 posti seduti a disposizione. Per la parte informativa sono stati creati 2 box (uno dedicato al Comune per informazioni e per il suo sistema museale, l’altro alla Regione Marche) poi un altro per il bar che verrà gestito da un privato. Il rispetto per chi ha progettato l’opera è stato assoluto e si è scelto il bianco proprio perché neutro e meno impattante rispetto ad altre soluzioni. Unica concessione è stata quella di identificare ogni box con un colore differente: il rosso ricorda i palchetti del Teatro dell’Aquila, il verde la Regione, il marrone il bar, l’argento per il museo di arte contemporanea”.
Oltre che per la presenza di 16 telecamere interne ed esterne per garantire un elevato livello di sicurezza, la struttura (che rimarrà chiusa dalla mezzanotte alle 6.30 del mattino) si connota sia per la sua visione moderna con l’uso dell’acciaio, sia per il prossimo allestimento di una parte della donazione Trotti. “È stato fatto un sopralluogo con Sandro Pazzi e Nunzio Giustozzi – ha sottolineato Trasatti – e sono state selezionate circa 20 opere che, debitamente protette, arricchiranno la parte destra del Terminal”.
Al coro di ringraziamenti si è aggiunta anche l’assessore ai Lavori Pubblici Ingrid Luciani, che ha ricordato anche la spesa di 300.000 euro sostenuta. “L’architetto è stato capace di fare un intervento che ha saputo cogliere tutte le esigenze che avevamo, dando il suo tocco senza disturbare l’opera architettonica ma al contrario valorizzandola. Da parte nostra, i lavori di consolidamento scarpata erano iniziati tempo fa, in questo lato delicato della città dove passano diversi cunicoli storici”.
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