Torna ad intervenire sull’ex cineteatro Gigli Angela Serafini, promotrice del movimento civico che negli anni si è battuto per la riqualificazione dell’immobile. Un intervento, il suo, per ricordare “di aver sempre chiesto, unitamente alla maggioranza dei cittadini, di restaurare il teatro Beniamino Gigli riportandolo alla sua autentica bellezza e all’uso per il quale i nostri progenitori l’avevano costruito. Avere al centro città un edificio polifunzionale significa rivitalizzare l’abitato con proposte culturali, incrementare l’indotto economico, far conoscere la città con le sue attività commerciali e produttive. Così, chi viene ad assistere a uno spettacolo proposto al Gigli, automaticamente si muove per tutte le sue vie. Al teatro delle Api, invece, trovandosi in una zona periferica, si arriva in auto e, terminato lo spettacolo, si riparte e si va via. Della città ospitante, forse, non si ricorda neppure il nome. Questo importante aspetto il sindaco e gli amministratori non l’hanno voluto capire”.
Apprezza, l’insegnante, che “l’Amministrazione stia chiedendo al privato di aprire il teatro per organizzarvi mostre. La scorsa estate vi é stata allestita la retrospettiva fotografica del teatro per ragazzi; per il prossimo Natale, ci sarà la mostra dei presepi che si teneva a villa Baruchello, locazione bella ma troppo decentrata”. Meno gradita, invece, la scelta, per le feste patronali, di aprire i locali per consentire al pubblico di pranzare e cenare in occasione dello Stoccofest. “Purtroppo, lo stoccafisso é stato accolto tra le mura del Gigli, una abbuffata mangereccia tipica delle sagre paesane più indicata a svolgersi all’aperto o nei tendoni. Ma il nostro cineteatro non si scandalizza più, è stato così tanto maltrattato in questi ultimi anni!”
Non manca una nota polemica: “Per quanto concerne la prossima mostra dei presepi, ospitata nei locali del privato, il proprietario del teatro ha detto, sui quotidiani, che fa questo perché ama la città… Fantozzi direbbe: ‘Come è buono lei signor proprietario’. Pensiamo che questa generosità possa servire per pubblicizzare i locali da vendere”.
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