L’Avv. Francesca Palma, l’Avv. Stefano Chiodini, l’Avv. Andrea Albanesi, l’Avv. Anna Beatrice Indiveri
di Silvia Remoli
FERMO – All’interno del Tribunale in Corso Cavour, nei corridoi vuoti, ieri pomeriggio hanno riecheggiato le voci indignate degli avvocati Stefano Chiodini, Francesca Palma, Andrea Albanesi ed Anna Beatrice Indiveri, che hanno indetto una conferenza stampa al fine di illustrare all’intera cittadinanza le ragioni della massiva astensione di tutti i professionisti forensi dalle udienze fissate in data odierna. Un coro all’unisono, un accorato ‘appello’ (stavolta non in accezione strettamente giuridica), il loro, a tutti gli utenti, o meglio, parti, in qualsiasi modo coinvolte nella lenta macchina giudiziaria affinché si informino, approfondiscano e vadano oltre il nome fuorviante (“legge spazza-corrotti”) dato alla normativa che di fatto abolirà la prescrizione e che entrerà in vigore dal primo gennaio 2020.
Ma cosa è la prescrizione dei reati di cui tanto si discute? L’istituto in oggetto è una causa estintiva determinata dal decorso di un certo periodo di tempo (che varia a seconda del reato stesso).
E mentre la riforma che la vuole rendere inefficace la ricollega ad atteggiamenti ostracistici e dilatori della difesa volta, a suo dire, a fare gli interessi dei colpevoli e lasciarli impuniti, gli avvocati manifestanti sostengono esattamente l’opposto, ribadendo che l’istituto risponde all’esigenza di certezza, ed anzi vuole evitare che chi è innocente resti sine die senza un processo che si concluda con la sua assoluzione e che, quindi, lo stesso resti come in un limbo, in attesa di essere giudicato, così come tutela la parte offesa che ha diritto ad un risarcimento del danno subito che non si protragga fino alla calende greche.
Quindi, sostengono i legali fermani, la riforma rischia di favorire, anziché contenere, la già lunga e complessa durata dei processi.
“Troppo semplicistico, seppur di grande effetto, farci passare da ‘Azzeccagarbugli’ e da furbi raggiratori della giustizia, bravi solo nel procurare l’escamotage per l’imputato”, sbotta il Presidente dell’Ordine Stefano Chiodini, “noi siamo tutt’altro, noi rappresentiamo i cittadini, ogni giorno, in tutte le più svariate posizioni che possano assumere nel processo, ed è per questo che ci sentiamo in dovere, oltre che in diritto, di manifestare in tal senso, a tutela della loro serenità e della loro dignità . Le riforme imminenti da fare sono ben altre”.
Gli dà man forte l’Avv. Francesca Palma, delegato nazionale del distretto Marche dell’Organismo Congressuale Forense che aggiunge: “Ovvio che serve una modifica che faccia punire i colpevoli, ma non la si ottiene abrogando i diritti, bensì con più magistrati, più personale, più tecnologia, una migliore organizzazione, che poi sono le nostre richieste reiterate da sempre. D’altronde, se ci si pensa bene, se viene abrogata la prescrizione i penalisti avrebbero addirittura più lavoro, ma noi vogliamo solo che il sistema funzioni, senza intaccare principi costituzionali fondamentali come quello relativo alla ragionevole durata del processo”, precisa lamentando la permanente criticità dell’organico sottodimensionato.
Per l’Avv. Andrea Albanesi, Presidente della Camera Penale poi i numeri parlano chiaro e, con dati alla mano estratti dal Ministero della Giustizia, illustra come la riforma allungherebbe i termini di primo grado, “Il magistrato non solo non ha più lo stimolo e perderebbe quella ‘giusta fretta’ a definire il procedimento, ma la macchina processuale si rivelerebbe ulteriormente inefficace in quanto verranno meno le esigenze di prevenzione generale nonché di rieducazione dopo la commissione del reato laddove la pena venga fatta scontare dopo addirittura vent’anni, e cioè in un contesto del tutto anacronistico”, un po’ come ritrovarsi in un film grottesco, in cui chi irrogherà la pena apparterrà a due generazioni successive a chi viveva all’epoca del fatto.
L’Avv. Anna Beatrice Indiveri, vice presidente della Camera Penale di Fermo, fa un altro esempio chiarificatore delle lacune della riforma: “Ipotizziamo la parte offesa in un reato di stalking, che vedrà lo stalkeratore arrestato 18 anni dopo, aldilà del risarcimento che arriverà in tempi lunghissimi, ma a livello di serenità personale, come viene tutelata? Il profilo umano viene svilito inevitabilmente con la riforma”. E poi conclude precisando: “Non è l’avvocato ad avere il potere di sfruttare la prescrizione, come erroneamente la riforma vuole fare intendere: noi non abbiamo nessuno strumento e siamo estranei al decorso del tempo nel processo”.
Ecco in sintesi, le parole dei rappresentanti del Foro di Fermo che, compatti e concordi, esprimono in maniera chiara la loro presa di posizione:
Avv. Francesca Palma, delegato nazionale del distretto Marche dell’Organismo Congressuale Forense: “L’astensione di tutti gli avvocati, civilisti, penalisti e amministrativisti da ogni attività giudiziaria è stata proclamata dall’organismo Congressuale forense che rappresenta tutti gli avvocati italiani proprio per evidenziare il vulnus di carattere costituzionale che è provocata dalla abrogazione della prescrizione, perché ciò va ad incidere sul principio costituzionale della durata ragionevole del processo stabilita dall’art. 111 della Costituzione Italiana e in questo modo si riflette su tutti i diritti dei cittadini sia essi parti offese sia essi imputati. Quella che facciamo è una battaglia di civiltà: noi vogliamo che il processo si svolga più velocemente perché sia dotato di un numero maggiore di strutture, di magistrati e di personale ausiliario. Ciò che è importante è un’organizzazione più efficiente, che è la prima e unica cosa che serve, e che rappresenterà una creazione di ricchezza per tutta la nazione”.
Avv.Stefano Chiodini, Presidente Consiglio dell’ordine degli Avvocati di Fermo :”Il Consiglio dell’ordine ha recepito e condiviso le ragioni di astensione indetta sia dall’Organismo Congressuale Forense che dalle Camere Penali perché questa è una battaglia di tutti noi avvocati a tutela dei cittadini. Come Ordine ci piace portare a conoscenza del cittadino che l’avvocato vuole fare il processo e non difende la prescrizione perché vuole uno strumento per sfuggirgli, ma tutela la dignità del cittadino che ha il diritto di sapere per quanto tempo deve essere oggetto della macchina giustizia”.
Avv.Andrea Albanesi, Presidente della Camera Penale del Tribunale di Fermo: “ Le camere penali in questa settimana astensione da tutte le udienze penali ed una maratona oratoria in cui oltre mille avvocati si alternano davanti alla Corte di Cassazione per cercare di spiegare perché questa è una battaglia di giustizia e non una battaglia personalista. Le camere penali hanno sostenuto fin dall’inizio che l’abolizione effettiva dell’istituto della prescrizione non comporterà affatto dei tempi della giustizia penale ma anni produrrà un allungamento dei termini perché non avendo più un limite temporale oltre il quale il processo dovrà concludersi, non ci sarà più motivo per fissare le udienze in tempo utile e questo farà sì che gli imputati rimarranno in una sorta di ergastolo processuale e che le parti offese non vedranno mai sancito il diritto risarcitorio e gli avvocati non concluderanno i processi”.
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