di Andrea Braconi
Tre governi e tre commissari non sono bastati a sbloccare una situazione di drammatico stallo. Estenuati da promesse mai mantenute, i sindaci dei Comuni di Marche, Abruzzo, Lazio e Umbria devastanti dal sisma si sono riuniti a Roma, all’interno del Pio Sodalizio dei Piceni, per tornare a chiedere con ancora più forza il rispetto degli impegni presi dal Governo.
“Questo decreto è una grande delusione – rimarca Antonio Vallesi, sindaco di Smerillo presente all’incontro insieme al collega di Montefortino, Domenico Ciaffaroni – e non contempla i punti cardine della ricostruzione, vale a dire risorse umane come i tecnici dei vari Uffici Ricostruzione e una burocrazia da snellire con urgenza”.
A guidare una delegazione marchigiana (orfana dei Comuni del Maceratese) Maurizio Mangialardi, presidente Anci Marche. “Abbiamo illustrato i contenuti del Decreto – commenta in una nota lo stesso Mangialardi – individuando alcune soluzioni ineludibili per la semplificazione nella ricostruzione pubblica e privata, come la creazione di un testo unico che riassuma tutte le norme. Occorre fare presto perché attraverso i decreti attuativi dovremo andare a risolvere temi determinanti e anche più vitali di quelli contenuti nel testo di legge approvato. Diversamente si rischia di vanificare invece il lavoro dell’Anci, mentre siamo convinti che se le nostre istanze fossero state già recepite avremmo risolto gran parte dei problemi burocratici con i quali ancora ci troviamo a dover fare i conti, come il caso delle macerie di questi giorni. Le fughe in avanti non servono. Il problema è politico e uniti abbiamo la capacità di risolverlo, perché con il Governo l’interlocuzione è aperta”.
Non è voluta mancare l’assessore regionale Anna Casini. “Sono le stesse criticità che ribadiamo, inutilmente da tre anni. Senza lo snellimento della ricostruzione pubblica e privata, senza la stabilizzazione dei tecnici assunti e formati, senza una loro implementazione organica, non si va da nessuna parte. Questi sono i veri problemi che ostacolano la ricostruzione e che il Decreto Sisma non affronta. Altre questioni sono state recepite, ma queste, essenzialmente politiche, cioè di scelte strategiche per accelerare i lavori, sono rimaste insoddisfatte. Senza la loro attuazione, le aree interne appenniniche terremotate non potranno avere quel rilancio che Regioni e comunità locali chiedono con forza”.
Presente all’incontro anche il senatore pentastellato e vice ministro dell’interno Vito Crimi, al quale non sono state risparmiate critiche. “È stato rimarcato dai sindaci come sia stato promesso tanto – ricorda Vallesi – anche da parte del presidente del Consiglio quando è venuto nelle Marche a fine estate, ma nulla è cambiato. Successivamente Antonio Decaro, presidente nazionale dell’Anci, ha rimarcato tutte le problematiche anche in un’audizione in Senato”.
E se non si otterrà nulla, conclude il primo cittadino di Smerillo, i sindaci sono pronti a togliersi la fascia, a mobilitare i cittadini e a protestare sotto i palazzi del potere. “Proprio Decaro ha fatto capire che non sarà una protesta dei 138 Comuni del cratere, ma di tutti gli 8.000 sindaci italiani”.
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