Soprintendenza, Cesetti non ci sta:
“Ufficio periferico? Una toppa
peggiore del buco”

POLEMICA - L'assessore regionale al bilancio: "A questo punto il ministro Franceschini dovrebbe ritirare l’atto e lasciare la Soprintendenza nella città di Ancona con l’insediamento negli altri quattro capoluoghi degli uffici periferici"

L’assessore regionale Cesetti e alla sua destra il sindaco Calcinaro

L’assessore regionale Fabrizio Cesetti, in prima linea per la collocazione a Fermo della Soprintendenza per le Marche del sud, non ci sta. Non manda giù la scelta del ministro Franceschini di scegliere Ascoli per la sede dell’ente. E nemmeno l’ipotesi prospettata al sindaco Calcinaro di avere a Fermo un ufficio periferico.

“Ho sempre sostenuto che nell’interesse dei cittadini, degli ordini professionali e degli enti tutti delle Marche del sud, Macerata Fermo e Ascoli, la sede di un Ufficio strategico per la tutela, ricostruzione e valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale come la Soprintendenza non poteva non essere collocata in posizione baricentrica rispetto alla più vasta aggregazione delle Marche del sud duramente colpite dal terremoto, altrimenti sarebbe stato meglio restare con la sola sede di Ancona.
La soluzione prospettata al sindaco di Fermo – si legge in una nota dell’assessore regionale al bilancio – nel tardivo incontro al Ministero, circa la creazione a Fermo e a Macerata di un ufficio periferico della sede di Ascoli Piceno, che al massimo sarà uno sportello per la ricezione atti, è una ‘toppa peggiore del buco’ e per quanto riguarda la Provincia di Fermo potrebbe addirittura costituire un pericoloso precedente anche per la recente conquistata autonomia”.
La soluzione prospettata, se del caso, doveva valere per tutte le Marche del sud: la Soprintendenza restava ad Ancona e si insediavano gli uffici periferici nei capoluoghi di Macerata, Fermo ed Ascoli Piceno. E con l’occasione si poteva insediare un ufficio periferico anche a Pesaro Urbino in modo da garantire pari dignità istituzionale di tutte le Province.

Anche per questo la decisione del ministro Franceschini costituisce – l’ulteriore affondo di Cesetti – un doppio errore, oltre che essere fondata su una motivazione che non tiene in alcun conto l’interesse dei cittadini tutti che devono esercitare i loro diritti nel modo più agevole possibile. E se con la istituzione di questo importante ufficio si voleva anche illuminare l’immenso patrimonio culturale delle Marche del Sud non si comprende perché il Ministro non abbia voluto ‘collocare la lampada al centro della stanza’. A questo punto il ministro Franceschini dovrebbe ritirare l’atto e lasciare la Soprintendenza nella città di Ancona con l’insediamento negli altri quattro capoluoghi degli uffici periferici. E se questo non sarà, auspico e ribadisco che il sindaco di Fermo ed anche gli altri sindaci vogliano far verificare la sussistenza delle condizioni per impugnare il provvedimento del Ministro e chiedere l’ubicazione della sede della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio in posizione baricentrica rispetto alle Marche del sud”.

Paolo Calcinaro: ”Presto una sede della Soprintendenza anche a Fermo e Macerata”


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