di Giorgio Benni
E’ iniziata la corsa verso le prossime elezioni amministrative. Ogni argomento diventa motivo di discussione, polemiche e quasi sempre elemento di divisione. Ciascuno vuole avere l’ultima parola mettendo in campo argomenti di parte che, invece, dimenticano l’interesse collettivo. Si vota a Fermo e si vota nella regione Marche. Tutti pensano e credono di avere la ricetta magica per dare un futuro migliore a questo territorio ma le ricette sono per la maggior parte vecchie e stantie, molte già sperimentate e fallite, altre impensabili per i costi, vedi arretramento autostrada, ed altre ancora cicliche, vedi nuovo ospedale. Capire i contorni, le alleanze, le idee, e gli uomini che guideranno questi nuovi cinque anni e’ difficilissimo se non impossibile.
In particolare a Fermo stiamo vivendo una fase particolarmente delicata per la giunta Calcinaro che, se alcuni mesi fa veniva data per vincente al primo turno, oggi questa certezza stenta a concretizzarsi per diversi fattori, tra i quali la sempre maggiore consapevolezza dei cittadini della inadeguatezza amministrativa del civismo nell’affrontare e risolvere le problematiche che Fermo ha da anni. Da sussurri e voci da addetti ai lavori l’altra questione, più prettamente politica per un Calcinaro bis riguarda gli accordi, molti già “precostituiti” e dati per certi con esponenti della destra che oggi certi non lo sono affatto. Tutto saltato per via della contrarietà degli organismi Nazionali di Lega e Forza Italia di concedere il benestare ai propri iscritti di celare i simboli dietro un Civismo di facciata.
Per Calcinaro, questo vuol dire tornare alla casella iniziale con l’unica certezza, salvo sorprese dell’ultimo minuto, di poter contare, invece, sull’appoggio di Fratelli d’Italia. Connubio di interessi del sodalizio Calcinaro-Di Ruscio per via dello sperato travaso di voti da una parte all’altra e viceversa danno per certa l’alleanza, per buona pace di Trasatti, Faggio, Pascucci ed altri di area progressista (anche se per il primo cercherà di organizzare una lista “rigorosamente” civica di pseudo sinistra). Staremo a vedere. Mentre, sempre secondo indiscrezioni i 5 Stelle, salvo ripensamenti, dovrebbero trovare momentaneamente una collocazione autonoma. A sinistra ancora tutto in alto mare, fino a quando qualcuno prenderà coscienza che la sinistra divisa agevola solo certa politica e certo civismo non sempre terzo a logiche di “mercato”.
Sicuramente un progetto diverso, innovativo e rivolto non alla Fermocentricità del capoluogo di provincia potrebbe superare le “storiche” perplessità e contrapposizioni e far riuscire un miracolo da sempre auspicato. Certo è che tutti i partiti, le coalizioni, indistintamente di destra, civiche e di sinistra, dovranno farsi carico di un progetto unitario e innovativo per la città che va ad aggredire problematiche che l’attuale amministrazione ha preferito ignorare per la loro complessità come ad esempio il rapporto con il territorio provinciale. La speranza, che vale per tutti i soggetti in campo, è quella di predisporre una idea di città che va oltre al solito elenco di opere pubbliche che poi regolarmente saranno realizzate solo in piccola parte, relegando le candidature a Sindaco a coronamento di tale elaborazione progettuale e non viceversa.
Purtroppo Fermo, come capoluogo di provincia e’ uno dei pochi esempi in Italia di città governata esclusivamente da liste civiche e questo a mio giudizio rappresenta un grave limite al buon governo di una città inteso nella sua completa visione locale e territoriale dei problemi. Le contraddizioni di tale condizione politica sono tutte evidenti anche nelle scelte che devono tenere conto, inevitabilmente, di visioni contrapposte alla gestione della città dei vari componenti le liste, e questo, inevitabilmente, viene mediato attraverso la non scelta, condizione devastante per la crescita di una città. Ma a questa debolezza si contrappone anche la debolezza politica di un sindaco che si professa di sinistra ma che farebbe accordi con la destra. Parliamo della vendita all’asta della ex stazione Santa Lucia ed il caso della Soprintendenza Marche Sud?
Ciò detto, ci possiamo solo augurare che la nuova campagna elettorale non serva solo a rivendicare piccole o grandi conquiste ma a rimettere la città di Fermo al centro di un progetto complessivo che ne sappia interpretare le esigenze e le scelte non più rinviabili. Sarebbe un grave errore, qualunque sia la compagine che governerà per i prossimi cinque anni, disperdere il grande patrimonio storico, culturale, paesaggistico, imprenditoriale e umano che è stato sempre motore trainante di questa città.
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