“Caro Sindaco, ragioniamoci insieme!” Inizia così la lettera aperta che l’avvocato Giancarlo Pacini, già sindaco di Porto Sant’Elpidio, invia al primo cittadino Nazareno Franchellucci. Il tema è sempre quello dell’acquisto di parte dell’ex cineteatro Gigli. Il Comune nei giorni scorsi ha scritto all’Agenzia delle entrate per chiedere una stima dell’edificio. L’intenzione è quella di acquisire un ultimo parere sul valore dell’immobile per poi arrivare alla firma del contratto.
Rivolgendosi a Franchellucci, Pacini nota: “riaffermi, con un certo sollievo, che a partire da quest’ anno nelle negoziazioni con i privati i Comuni non hanno più l’obbligo per legge di acquisire la previa valutazione di congruità del Demanio. E’ vero! Ma è altrettanto vero, e non puoi ignorarlo, che nel caso del Gigli dopo la frettolosa sottoscrizione del preliminare, una tale valutazione, indispensabile per fissare il prezzo di acquisto, era stata già acquisita dal Comune (la famosa stima da 1,5 milioni di euro del Demanio) e che la stessa non può essere messa nel nulla da una sopravvenuta disposizione di legge”.
Pacini pone poi un interrogativo: “Venuto meno quell’obbligo chi ti costringe a dover acquisire il parere di un altro organismo, l’Agenzia delle entrate? E se non hai nessun obbligo in tal senso quale sarebbe l’opportunità di sostituire la valutazione del Demanio, già in tuo possesso, con quella di un’altra agenzia? Non resta che concludere, ed i tuoi consulenti non potranno che convenire, che ad oggi le condizioni contrattuali sono lasciate all’autonomia delle parti contraenti, così come dispone l’art. 1322 del codice civile. E, quanto specificamente al prezzo, le parti hanno di fatto convenuto nella stesura del preliminare che per la determinazione effettiva dello stesso ci si sarebbe attenuti alla valutazione del Demanio, che in quella scrittura veniva fatta salva”.
Ragione per cui, secondo Pacini, l’unica via possibile è quella di firmare il contratto alle condizioni indicate dall’agenzia del demanio, perchè era così previsto nel contratto preliminare. In caso contrario, l’affare salta. “Il Sindaco è uomo di legge – conclude l’avvocato – E come tale non può trascurare quanto già i cultori romani del diritto predicavano: pacta sunt servanda. Soprattutto da parte di chi rappresenta una collettività cittadina ed alla stessa è chiamato a rispondere, nonostante i dichiarati sentimenti di apprezzamento e di amicizia per lo stimato imprenditore”.
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