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Buoni spesa, i dubbi di Marcotulli :”Troppa fretta e nessun confronto, incomprensibili alcune scelte”

PORTO SANT'ELPIDIO - "Prevedendo di poter spendere i buoni in un'unica attività si esclude l'acquisto di farmaci; eccessivo che si possa accedere solo se senza reddito e con conto in banca azzerato"

Le modalità di accesso ai buoni spesa da parte del comune di Porto Sant’Elpidio lasciano perplessità tra l’opposizione. A muovere alcune critiche al sindaco Nazareno Franchellucci è il capogruppo di Fratelli d’Italia Giorgio Marcotulli. Dopo aver letto l’ordinanza emanata dal primo cittadino ed i requisiti necessari per accedere al contributo, l’esponente di minoranza si dice insoddisfatto.

“Il nostro comune è assegnatario di 190.000 euro – nota Marcotulli – Spetta agli amministratori locali stabilire i criteri di scelta. La realtà è che questo virus sta generando nuovi soggetti deboli che vivono una nuova condizione sociale difficile da accettare: persone con contratti occasionali o senza possibilità di ferie, congedi e ammortizzatori in genere, esercenti che hanno dovuto chiudere le proprie attività e magari avevano preso impegni economici importanti. Leggendo le disposizioni del Sindaco, tanti aspetti non convincono. Il primo e a mio avviso più grave è non aver contemplato l’esigenza di acquistare farmaci. Sono senza dubbio anch’essi beni di prima necessità. Limitare la possibilità d’azione ad un solo esercizio commerciale per usufruire dei buoni può significare, per alcune persone, dover scegliere se mangiare o curarsi.  Andavano prodotti dei buoni numerati con tagli diversi da utilizzarsi presso tutte le botteghe, supermercati e farmacie”.

Secondo Marcotulli, sbagliata la scelta di spendere i buoni in una sola attività perchè “di fatto si favorisce la grande distribuzione, perchè si farà ricorso solo a quelle attività dove c’è più ampia disponibilità di prodotti, come consigliato anche dallo stesso sindaco nel suo videomessaggio. Questo penalizza le botteghe alimentari ed i piccoli negozi. Mi chiedo anche se siano stati presi contatti con le attività commerciali, specie le più grandi, per valutare eventuali sconti e bonus che potrebbero implementare la platea di beneficiari di questi contributi”.

Altro aspetto che il consigliere di minoranza contesta è una dichiarazione contenuta nell’autocertificazione che chi effettua la domanda è tenuto a firmare. “Per poter accedere si deve dichiarare di trovarsi in grave difficoltà, senza alcun reddito ed alcuna forma di sostentamento reperibile attraverso accumulo bancario o postale. Cioè può prendere il buono solo chi non ha entrate ed ha un conto in banca azzerato. Mi sembra una limitazione eccessiva. Il Comune ha previsto contributi che vanno da 50 a 250 euro in base alla composizione del nucleo familiare. Ipotizzando un contributo medio di 150 euro e considerando che abbiamo da spendere 190.000 euro, significa che abbiamo più di 1.200 famiglie che si troverebbero in questo stato di indigenza assoluta. Se fosse così, saremmo davvero in una situazione drammatica. Mi pare evidente che qualcuno abbia sbagliato i calcoli. Trovo anche contestabile che i commercianti debbano rendicontare dettagliatamente chi va a far spesa, quando ci va e che cosa compra. Mi stanno bene i controlli, ma mi pare un onere eccessivo verso le attività commerciali”.

Infine, una critica al sindaco Franchellucci per eccesso di autoreferenzialità. “Sin dall’inizio di questa emergenza abbiamo dato la più totale disponibilità a collaborare per la nostra comunità. Evidentemente questo aiuto non è stato gradito perchè non siamo mai stati consultati – chiude il capogruppo di Fdi – Ma dato che Franchellucci ha scelto lo strumento dell’ordinanza e non una delibera di giunta, viene da pensare che non si confronti nemmeno con i suoi assessori e preferisca agire da uomo solo al comando. Ne prendo atto con dispiacere”.

P.Pier.


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