Sergio Raccichini, presidente della Don Celso
FERMO – La Federazione Italiana Pallavolo, come già comunicato, ha deciso di fermare tutti i campionati (vedi l’articolo sotto correlati) alla pari di quanto avvenuto anche per altri sport.
Sono state cristallizzate le classifiche con il blocco delle promozioni e delle retrocessioni. Per la Don Celso, dopo un percorso splendido in erie C, si interrompe il campionato con il primato in classifica, pienamente in corsa per la vittoria finale con sbocco nel campionato nazionale di B2.
E questo pertanto significa per il prossimo anno sportivo la ripartenza dalla in serie C. Per il futuro sia la serie D maschile che quella di serie C femminile c’è la preoccupazione che accomuna tutte le società e tutti gli sport. Fare una previsione oggi diventa veramente difficile poiché le aziende del territorio che sostengono lo sport convivono con ben altri problemi.
Durante il lock down tempo la Don Celso ha lanciato tre iniziative. La prima l’astag #iomiallenoacasa, con la maggior parte degli atleti che si sono allenati a casa ed hanno inviato foto e filmati della loro attività veramente simpatici, il tutto verrà conservato e ri-confezionato per la prossima stagione sportiva che ci auguriamo possa ripartire.
La seconda. La società ha organizzato una raccolta fondi a favore delle famiglie bisognose fermane attraverso la Caritas diocesana per poter arrivare alle persone prive di mezzi di sostentamento. Hanno aderito tutti gli allenatori e diversi genitori, entro la fine del mese avverrà la consegna del ricavato alla Caritas
“Ma ritornando alla pallavolo, la frase “andrà tutto bene” è una favola per bambini, probabilmente ci troveremo ad affrontare un deserto sportivo, serviranno misure serie di aiuto e sostegno alle società sportive – si legge nel dispaccio ufficiale societario, che prosegue -. Attualmente si è iniziato a parlare di defiscalizzazione e di azzeramento delle spese federali per almeno due anni ma non sappiamo le intenzioni della Federazione e dell’agenzia Sport e Salute. Di sicuro lo sport giovanile, motore educativo e sociale nella formazione del futuro uomo e cittadino, senza sostegno perderà la sua funzione con evidenti responsabilità politiche e sociali. Credo che da ora in avanti nessuno potrà pensare solo a se stesso, per il proseguo è necessario cambiare prospettiva, poiché siamo tutti coinvolti in questa esperienza”.
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