Sulla colonna di sinistra il difensore Marco Manetta e, sotto, il centrocampista Simone Isacco. Sul quadrato di destra, in senso orario, Lorenzo Attorresi, Paolo Gaudenzi, Mauro Nucci e Raffaele Vitali
di Paolo Gaudenzi
FERMO – Nuova puntata di #FermanaLive, il rotocalco gialloblù in onda sul canale Facebook della società canarina.
Per accorciare le distanze tra appassionati, tifosi ed i calciatori del Girfalco in tempo di pandemia, nella trasmissione numero nove di stagione ecco, metaforicamente davanti alla stampa, l’esperto difensore centrale Marco Manetta ed il giovane centrocampista di costruzione, Simone Isacco.
“L’ultimo e definitivo atto di stagione si avvicina – l’esordio rivolto a Manetta relativo alle sorti del campionato 2019/20 – visto che è in dubbio la Serie A, rischia anche la Lega Pro. Aspettiamo comunque le decisioni del Consiglio Federale ed avremo la certezza per l’epilogo del torneo. Per ora sono state messe sul piatto tantissime ipotesi, quindi aspettiamo la fonte ufficiale che si esprimerà l’8 maggio, le ipotesi a quel punto lasceranno il posto alle certezze”.
“Stavo imparando, essendo il primo anno con i grandi – dice invece Isacco -, valuto la mia stagione positiva ma non buonissima, ero partito titolare poi sono un po’ sparito dai radar. La Serie C è un’ottima palestra, spero di completarmi. La cosa più difficile nell’ambientamento l’ho provata i primi giorni, sentivo di dover dimostrare sin da subito qualcosa. Il calcio dei giovani naturalmente è un’altra cosa – la nostra sollecitazione sul salto effettuato passando dai circuiti Primavera alle competizioni over -. In precedenza avevo più libertà per pensare e decidere, ora appena mi arriva la palla ho subito due/tre addosso non potendo ragionare come prima, bisogna velocizzare e pensare in fretta“.
“Manetta come chioccia? – prosegue Isacco -. All’inizio era davvero pesante, da dietro era una radio continua, poi ho capito che lo faceva anche nel nostro interesse, come giovani. Andare via dall’Atalanta e dal Torino per un triennale con la Fermana? – la nuova domanda rivolta dai colleghi -. La scelta di arrivare non in prestito a mio avviso è stata la migliore: la Fermana ha più interesse a valorizzare un giocatore di proprietà che uno in prestito. Spero di salire di categoria, dopo una piena maturazione in questa palestra, fatta di agonismo e cattiveria. Un esempio? Bhe, quando giocava Pirlo ero piccolino, non lo ricordo bene. Cerco di rendere di mio, con pochi tocchi e tante verticalizzazioni. Diciamo che mi piace molto Hernani del Parma, ma mi ispiro maggiormente a Jorginho“.
“Simone ha un futuro importante – prosegue Manetta sul giovane collega – ha qualità indiscusse e soprattutto la carta di identità a suo favore. Poi dipende da lui, di per se è un calciatore. Per quello che mi riguarda, dopo la tanta gavetta fatta di D, eccomi in C con tanta fede, senza mollare. Cerco di tenermi stretto il professionismo, dando il meglio. In stagione cercavamo la salvezza, eravamo in piena corsa, dopo un inizio incerto avevamo intrapreso un cammino del tutto positivo“.
“Davanti a me ho ancora cinque o sei anni di carriera – ha proseguito il granitico stopper -, spero dunque di completarli su questa rotta professionistica. Alto minutaggio domenicale? Mi fa molto piacere, ma il posto non è mai certo, va sudato ogni settimana in sede di allenamento. Mi sento universale dietro, all’inizio ho anche fatto il laterale destro, terzino per esigenza, con la Cavese ho giocato a 4, quest’anno spesso a 3, sia come perno centrale che mezzo destro, ma anche defilato a sinistra mi sento di dare un contributo positivo. Credo che ogni giocatore, soprattutto tra i professionisti, dovrebbe comunque adattarsi alle scelte dei loro mister, applicandosi senza discutere eventuali applicazioni tattiche non reputate consone alle proprie caratteristiche”.
“Comotto come esempio? – il nuovo focus sempre su Manetta – Sicuramente, in lui leggo l’attenzione che ha durante la partita, ottime le sue coperture quando giochiamo a 3. Del resto, c’è sempre da prendere esempio da ogni compagno, che avendo caratteristiche diverse dalle tue ha qualcosa da metterti in mostra a tuo completamento. Timore per la perdita economia vista la pandemia? Un po’ c’è, la situazione porta con se inevitabilmente dei rischi, non viviamo nell’oro nelle nostre quotidianità. Vediamo cosa succederà, sperando di non subire troppi intoppi“.
La chiusura di puntata è rivolta ad entrambi e verte sul futuro di Antonioli: “Speriamo che rimanga – commentano i due – ha messo in mostra gioco pulito e risultati palesi. Per il mister ha parlato il campo, ha trovato una forma ed un’identità di squadra. Ha idee chiare per quello che riguarda il terreno di gioco, e come persona è davvero squisita nei rapporti personali. Certamente, come giusto che sia, deciderà ovviamente la società”.
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