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L’occhio della Protezione Civile
sulla riapertura della Fiera
“L’emergenza insegna: uniamoci tra Comuni”

MAGLIANO DI TENNA - Il sindaco Pietro Cesetti ed il coordinatore Renzo Interleghi presenti alla Fiera di San Filippo: “Insieme anche come accesso a fondi e risorse avremo più possibilità per dotare i nostri volontari dei migliori mezzi possibili”

di Andrea Braconi

La riapertura di un mercato settimanale è un segnale importante. In tanti domenica mattinata hanno voluto rinnovare l’appuntamento con la Fiera di San Filippo che da anni si svolge a Magliano di Tenna, nella zona industriale a ridosso del ponte con Grottazzolina. E a vigilare su di loro, oltre alla Polizia municipale e alla Pubblica Assistenza Volontari Soccorso di Monte San Pietrangeli, c’era anche una decina di volontari della Protezione Civile, coordinati dal settembre 2019 da Renzo Interlenghi.

“Questo gruppo era già esistente, poi per diverse vicissitudini era rimasto dormiente – ha ricordato -. Con la nuova Amministrazione si è voluto integrare le risorse e far ripartire il gruppo”. Il momento clou è stato il convegno dello scorso anno, dal quale è scaturito un forte impulso alla creazione di un coordinamento intercomunale della Protezione Civile, che l’emergenza Covid ha di fatto rafforzato. “Ci sono state delle piccole situazioni in cui ci siamo aiutati gli uni con gli altri, in questa fase emergenziale in particolare per quanto riguarda la fornitura di dispositivi di protezione individuale alle varie pubbliche assistenze. Noi abbiamo fatto da punto di riferimento per trovare le mascherine, l’elemento assolutamente necessario ed introvabile. Lo abbiamo fatto in tutti i modi, a livello centrale ma soprattutto a livello di donazioni e di persone che ci sono venute incontro. Non nascondo che in una prima fase sono riuscito a trovare 200 mascherine chirurgiche che centellinavo, proprio per garantire una distribuzione abbastanza efficiente. È stato un momento drammatico”.

Un primo banco di prova, quindi, dentro un’emergenza da tutti riconosciuta come sconosciuta e straordinaria. “La prima cosa che abbiamo fatto insieme al sindaco e all’assessore di riferimento è stata quella di decidere se organizzare o no il servizio di assistenza domiciliare. Inoltre, da subito ci siamo attivati con un corso di formazione e abbiamo chiesto la disponibilità ai nostri volontari, che sono circa 40. Da lì una decina ha dato il proprio assenso a svolgere un servizio di assistenza per la consegna di farmaci e alimentari attraverso le prenotazioni con dei negozi convenzionati e con la farmacia. Li abbiamo organizzati in due gruppi, che operavano il martedì e il venerdì. Sono state anche distribuite oltre 1.500 mascherine alla popolazione, più 1.000 paia di guanti”.

È stato anche effettuato un servizio di distanziamento davanti all’ufficio postale il primo giorno di riapertura, fino al supporto per la fiera, per permettere un accesso regolato ad espositori e acquirenti. “Il nostro compito era girare nel mercato per controllare che le persone mantenessero le distanze, utilizzassero le mascherine ed i vari dispositivi necessari”.

Proprio questa emergenza ha fatto capire come sia ancora più necessario un reale coordinamento a livello territoriale. “Spero che i sindaci trovino una sintesi per far sì che questo servizio di Protezione Civile possa essere sempre più organizzato e non lasciato al caso. Faccio un esempio: ognuno di noi in questa fase ha reagito in maniera composta ma autonoma. Noi per garantire la massima sicurezza dei volontari li abbiamo dotati in maniera molto completa, anche se le disposizioni erano di utilizzare guanti e mascherina. Il Comune ci ha messo a disposizione una tuta integrale usa e getta, i guanti, la mascherina e gli occhiali di protezione: qualcuno ci diceva che era troppo, ma di fronte a questo fenomeno misterioso abbiamo ritenuto fosse necessario fare così, anche perché non è giusto che i volontari vengano esposti ad ulteriori rischi. La regola principale che ci è stata insegnata è di essere in grado prima di salvare se stessi per essere in grado di salvare gli altri. Sottovalutare certe cose è sbagliato, bisogna verificare bene i rapporti dei costi che si devono affrontare rispetto agli imprevisti. Basti pensare ai piani di intervento in caso di terremoto; ognuno ha il suo, ma ne manca uno generale. Magari non servirà mai, ma intanto sapremmo già come essere pienamente operativi, tipo individuare dove mettere un ospedale da campo intercomunale e a cascata lasciare ad ogni Comune un proprio ruolo”.

E a proposito di amministratori, non poteva mancare il primo cittadino Cesetti. “Per un neo sindaco quella del Covid è stata una bella esperienza” ha ironizzato, per poi ricordare come il suo Comune per diverse settimane sia stato uno dei pochi nelle Marche senza alcun contagio. “Un po’ siamo stati fortunati, un po’ piuttosto attenti e capaci. Inizialmente c’era il problema degli spostamenti tra Comuni e visto che nel nostro territorio ci sono due supermercati, la gente veniva da tutte le parti. Avendo un solo vigile per 4 giorni a settimana, delle volte prendevo l’autovettura del Comune e andavo a tentare di dissuadere le persone invitandole a fare la spesa nel proprio Comune, come espressamente previsto dalle norme. Da parte nostra c’è stata anche molta attenzione sui parchi, considerato che all’inizio la situazione è stata presa sottogamba”.

Fino alla riapertura della fiera, che ha visto una buona risposta in termini di sicurezza. “Il virus non sparisce con un decreto, bisogna stare attenti perché i momenti di distrazione possono costare parecchio cari. In questi mesi come Amministrazione abbiamo studiato a fondo la materia, vedendo come si comportavano i vari Comuni, seguendo ordinanze e protocolli. Quindi, anche nei confronti degli ambulanti siamo stati severi, adottando tutte le prescrizioni su ingressi ed uscite”.

Cesetti ha ricordato come in tanti abbiamo aiutato il suo Comune. “Siamo stati sempre ben forniti di mascherine grazie ad una sartoria di Magliano che ci ha fatto una donazione di mascherine. C’è stata un’altra azienda di Piane di Falerone che ha rifornito diversi Comuni, altre 1.000 mascherine ci sono state donate dalla Chiesa Evangelica Cinese e una ditta di Assisi che ha clienti nel Fermano ci ha supportato”. Da qui la scelta, insieme ad Interlenghi di fornire dispositivi a chi ne fosse stato sprovvisto all’interno della Fiera di San Filippo.

Proprio la Protezione Civile per il sindaco rappresenta un autentico baluardo, al punto da essersi fatto promotore di una serie di contatti ed incontro con i colleghi di Rapagnano, Monte San Pietrangeli, Torre San Patrizio, Francavilla d’Ete, Grottazzolina e Montegiorgio. “Debbo dire che la risposta è stata sempre positiva, abbiamo fatto anche incontri con i tecnici per capire come rendere omogenei i vari piani di emergenza. La pandemia ci ha un po’ stoppato e non era il caso di fare questo lavoro in video conferenza: ho quindi ritenuto di fermarci, visti anche gli impegni che tutti avevamo. Ma nell’ultima settimana di giugno riprenderemo il discorso, ci tengo particolarmente affinché si concluda questa prima fase. Si dovrà stabilire il quantum e capire chi sarà realmente dentro al progetto. Come costi iniziali avevamo stabilito una cifra tra 1 e 1,20 euro a cittadino, soldi che serviranno per farci assistere da un esperto e per far sì che possa esserci un piano di emergenza omogeneo da raccordare con i vari piani di ciascun Comune. Bisognerà fare un inventario di attrezzature e mezzi, mettendo a disposizione ognuno quello che può”.

La parola d’ordine resta coordinamento. “Bisogna farlo per essere pronti territorialmente di fronte ad un’emergenza. Non dobbiamo far passare troppo tempo per attivare la macchina dei soccorsi, si deve intervenire immediatamente sapendo dove andranno dislocati i vari punti di intervento. In questo modo anche come accesso a fondi e risorse credo che avremo più possibilità per dotare i nostri volontari dei migliori mezzi possibili”.


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